venerdì 1 agosto 2025

Fine vita: Quella parte del mondo cattolico in costante ritirata, dimentica del comandamento “Non ucciderai”




Da Redazione Blog di Sabino Paciolla, 1 agosto 2025



Caro Sabino,

ti scrivo questa lettera perché vorrei anche io, da semplice fedele cattolico, dire la mia sull’attualissimo tema della legge sul suicidio assistito e sul fine vita. Articoli di persone assai autorevoli e ben più competenti di me già sono stati pubblicati e ad essi rimando per una trattazione del tema più completa ed approfondita.

La mia impressione è che la posizione di una parte non irrilevante del mondo cattolico e delle Istituzioni preposte alla difesa della vita sia semplicemente quello di una costante ritirata, vuoi per non essere divisivi, vuoi per cercare di difendere “il male minore”, vuoi per l’illusione di poter conservare uno spazio di cattolicità dentro la società odierna.

Stante il fatto, ampiamente dimostrato da autorevoli giuristi, che il Parlamento non ha alcun obbligo di legiferare sul tema, anche dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale, e che la maggioranza attuale è in grado di bloccare, se lo vuole, qualsiasi proposta di legge, perché certi cattolici vogliono farsi del male proponendo mezze soluzioni di per sé incapaci di affrontare il problema alla radice e di esprimere una posizione veramente cattolica?

Perché non si prende, piuttosto, una posizione più conforme alla nostra Fede utilizzando questa occasione per annunciare chiaramente che la Chiesa è per la vita sempre e comunque e che questo non è un accanimento ideologico, ma un amore alla persona umana, così come è stata concepita e creata da Dio e redenta in Gesù Cristo?

Perché questo silenzio di molti, troppi pastori che anziché confermare nella Fede il popolo, anche prendendo posizioni scomode e in rotta di collisione col pensiero dominante, preferiscono schiacciare l’occhiolino alla mentalità di questo secolo?

La Fede cattolica non cerca posizioni di privilegio, vuole solo difendere la legge naturale, quella che ciascun essere umano porta scritta nel cuore e che un potere che cerca il controllo globale, tenta di seppellire sotto montagne di detriti ideologici e di propaganda.

Possibile che non ci si renda conto che ogni cedimento in nome del male minore prelude ad una successiva sconfitta e ad un ulteriore inevitabile arretramento? Gli ultimi decenni, i tanti articoli sulla finestra di Overton non hanno insegnato nulla? Quante volte negli ultimi anni la Costituzione è stata ignorata o calpestata e le leggi vigenti bypassate nel silenzio generale? Possibile che non si capisca che tentare di pesare le concessioni col bilancino o studiare soluzioni di risulta ci mette in balia del nemico? I principi non negoziabili, tra quali la difesa della vita è principe, sono stati dunque del tutto obliterati?

Da parte mia credo che il problema stia, molto semplicemente, in una evaporazione della Fede e della sua capacità di contribuire alla costruzione di una società umana e, per quanto possibile, giusta. Se si è arrivati a “mercanteggiare” sul fatto che la vita non ce la diamo da soli e dunque ci precede e non ci appartiene (e questo è inscritto a chiare lettere nella storia del pianeta Terra, dunque vale per chiunque abbia un po’ di onestà intellettuale, ateo o credente che sia), non può essere oggetto di concessioni o di mercato, se non c’è più alcun assoluto morale dinanzi al quale arrestarsi (si veda anche la crescente pressione per liberalizzare la pedofilia, la trasformazione dell’aborto in diritto, tutto si tiene) vuol proprio dire che la nostra società occidentale che ha dimenticato Dio e intronizzato l’uomo, è al tramonto perché ha corrotto il giusto rapporto col Creatore.

Imploro tutti i Pastori ed i Cattolici che hanno responsabilità nelle Istituzioni di tornare all’imperativo del “Non ucciderai” e di pensare attentamente alla gravità del compito che il Signore ha affidato loro per il bene di tutto il popolo.

Umberto Giorgi






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