domenica 10 agosto 2025

Card. Koch: «Auspicabile riaprire l’accesso alla Messa antica»



Grazie a Il Timone e CNA per questa bella notizia.


10 agosto 2025

InfoVaticana – Redazione: Un piano per recuperare centinaia di vocazioni distrutte dal progressimo: “Durante il pontificato precedente, la Chiesa ha assistito a un fenomeno inquietante: la persecuzione sistematica di seminaristi, formatori e vescovi legati alla tradizione liturgica e dottrinale, eseguita senza trasparenza e, in molti casi, senza rispettare i principi più elementari del diritto canonico. Non stiamo parlando di una caricatura cospiratoria, ma di fatti documentati che hanno lasciato dietro di sé centinaia di situazioni personali profondamente ingiuste”.

InfoCatolica/KNA : Cardinale Koch: “Le chiese orientali solo volevano parlare della Fiducia Supplicans”.”…La pubblicazione del documento sulle benedizioni alle coppie in situazioni irregolari ha generato tensioni nel dialogo con le Chiese orientali. Koch riconosce che «si tratta di una situazione difficile» che ha costretto a ripensare gli incontri ecumenici. «Nell'assemblea plenaria di gennaio, il programma era quello di parlare di Maria e della devozione mariana. Tuttavia, le Chiese orientali volevano parlare solo di “Fiducia supplicans”», spiega il cardinale, aggiungendo che il cardinale Fernández si è poi recato al Cairo per dialogare direttamente con il Patriarca copto. Koch sottolinea che c'erano anche «grandi riserve da parte dei cattolici, specialmente dei vescovi africani», che vedono il documento «non solo in relazione alle relazioni omosessuali, ma pensano anche ad altre relazioni non canoniche, in particolare la poligamia»…".

Luigi C.




Mercoledì 6 agosto 2025, CNA

Il cardinale Kurt Koch ha dichiarato che sarebbe "auspicabile" "riaprire" l'accesso alla cosiddetta Messa antica, dopo che Papa Francesco ha massicciamente limitato la celebrazione della liturgia latina tradizionale. Koch è Prefetto del Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani del Vaticano da 15 anni.

In un'intervista rilasciata a kath.net martedì, Koch ha affermato di "non aver parlato con Papa Leone XIV di questo problema e di non voler alimentare false speranze". Ciononostante, ha sottolineato: "Personalmente, sarei lieto se potessimo trovare una buona soluzione".

"Papa Benedetto XVI ha mostrato una strada utile, essendo convinto che qualcosa che è stato praticato per secoli non possa essere semplicemente proibito", ha ricordato Koch, che è il patrono del Nuovo Circolo dei Discepoli di Ratzinger dal 2012 e parla regolarmente dell'ex papa in occasione di eventi. "Questo mi ha convinto".

"Papa Francesco ha scelto un approccio molto restrittivo a questo proposito", ha continuato il cardinale. "Sarebbe certamente auspicabile riaprire la porta ora chiusa".

La liturgia tradizionale è stata celebrata in tutto il mondo fino al periodo successivo al Concilio Vaticano II, ma in seguito è stata preservata solo da un piccolo gruppo di sacerdoti e fedeli. Papa Benedetto XVI ha sottolineato nel 2007 betont, che la Messa antica non è mai stata abolita. In sostanza, risale a Papa Gregorio Magno e a tradizioni ancora più antiche.

Koch ha anche parlato con kath.net di una possibile data di Pasqua comune per cattolici e chiese ortodosse, alcune delle quali continuano a seguire l'obsoleto calendario giuliano, che rappresenta in modo meno accurato l'orbita terrestre attorno al sole nell'arco di un anno.

"La mia preoccupazione principale è che si cerchi una data comune, ma che ciò non causi nuove divisioni all'interno delle singole chiese e all'interno della comunità ecumenica", ha sottolineato Koch. "Sarebbe auspicabile e importante trovare una data di Pasqua comune, ma solo se non porta a nuove divisioni".

"Abbiamo molto in comune con gli ortodossi orientali e le Chiese ortodosse in termini di fede e comprensione della Chiesa", ha affermato il Cardinale riguardo allo stato del dialogo. "La questione centrale è quella dell'ufficio petrino. Anche lì c'è un buon punto di partenza, poiché gli ortodossi riconoscono una gerarchia di vescovadi in cui Roma occupa il primo posto. La questione aperta, tuttavia, è quali poteri abbia il Vescovo di Roma: si tratta di un primato puramente onorario o ad esso sono associati determinati doveri e diritti?"


6 Agosto 2025, Bernardo Tombari, Il Timone


La liturgia latina tradizionale non è solo un capriccio, ma anzi è auspicabile che sia resa accessibile per non creare inutili divisioni. È questa la posizione del cardinale Kurt Koch, da quindici anni prefetto del Dicastero vaticano per la promozione dell’unità dei cristiani, intervistato da kath.net. Il cardinale, che abbiamo recentemente intervistato anche sulle pagine della nostra rivista (a cui è possibile abbonarsi qui) non ha particolarmente apprezzato le posizioni di Papa Francesco a riguardo.

La sua lettera apostolica Traditionis custodes nel 2021 ha limitato l’utilizzo del Messale pre-concilio Vaticano II alle solo diocesi in cui dei gruppi celebravano la Messa tradizionale da prima della sua nuova disposizione. E anche riguardo a questi bisogna accertarsi che non neghino la riforma liturgica e il Concilio Vaticano II e che non celebrino nelle chiese parrocchiali. L’attaccamento alla tradizione, per il defunto Papa, non era qualcosa di particolarmente positivo, per così dire. Ma se l’obiettivo era non creare divisioni, non è stato raggiunto.

“Papa Francesco ha scelto un approccio molto restrittivo in questo senso. Sarebbe certamente auspicabile riaprire la porta ora chiusa” ha spiegato Koch,che propone di tornare alle posizioni di Benedetto: “Papa Benedetto XVI ha indicato la strada da seguire, credendo che qualcosa che era stato praticato per secoli non potesse essere proibito”. Ha precisato però di “non voler alimentare false speranze”: “Non ho parlato con Papa Leone XIV della questione”.

Il cardinale ha poi commentato i progressi sull’ecumenismo dello scorso pontificato: “In primo luogo vanno sottolineati i suoi (di Papa Francesco) incontri diretti con i rappresentanti delle altre Chiese. In secondo luogo c’è il cosiddetto ‘ecumenismo del sangue‘, un termine da lui coniato dopo Giovanni Paolo II. I cristiani non sono perseguitati perché sono cattolici, ortodossi o protestanti, ma perché sono cristiani. Il sangue dei martiri ci unisce non ci divide” ha spiegato Koch, secondo cui i progressi sono stati però bloccati da Fiducia supplicans, che gli ortodossi hanno visto come una velata approvazione di pratiche inaccettabili, alienandoli ulteriormente.

Secondo il cardinale si potrebbe risolvere la difficoltà sul primato di Roma. Gli ortodossi già accettano un primato onorario, va solo stabilito se debbano esservi associati determinati doveri e diritti: “Nel 1995 Giovanni Paolo II invitò tutte le Chiese cristiane a sviluppare congiuntamente una pratica del primato, affinché l’ufficio petrino non fosse più un ostacolo, ma piuttosto un aiuto nel cammino verso l’unità”, aggiungendo che l’anno scorso il dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani ha distribuito a tutte le Chiese cristiane un documento a riguardo e attendono le risposte per sottoporle a Papa Leone e decidere come procedere.

Un “problema importante” sta invece nella mancanza di unità all’interno della stessa ortodossia: “Mentre cerchiamo l’unità, stanno emergendo nuove divisioni all’interno dell’Ortodossia, ad esempio riguardo alla dichiarazione di autocefalia della Chiesa ortodossa in Ucraina”. Si dice però fiducioso sulla possibilità di fare progressi grazie a Leone: “Ha un legame interiore con il mondo orientale”. La via tracciata dal papa, secondo il cardinale, è quella della sinodalità agostiniana, seguendo la frase del santo “Con voi sono cristiano, Per voi sono vescovo”.





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