lunedì 18 agosto 2025

Bestemmie degli adolescenti, un tristissimo fenomeno





18 ago 2025


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by Aldo Maria Valli



Recentemente ho dovuto verificare con grande tristezza un fenomeno terribile: le bestemmie degli adolescenti. In estate si trascorre più tempo all’aperto e succede di vedere gruppi di ragazzi che giocano nei giardini pubblici o su campetti di calcio e pallavolo. Ebbene, in più di un’occasione li ho sentiti bestemmiare, e ci sono rimasto veramente male. In genere non frequento ragazzi di quell’età. I miei nipoti sono più piccoli, così come i bambini del minibasket che seguo durante l’anno. Pensavo che il bestemmiare appartenesse al passato, e invece…

Mi ha colpito il fatto che tra questi ragazzi, per lo più dai quindici ai diciotto anni circa, la bestemmia è una sorta di intercalare. La usano in modo automatico, come io potrei dire “accidenti” o “mannaggia”. E mi chiedo: possibile che nessuno glielo faccia notare? Io in qualche occasione l’ho fatto, e i ragazzi mi hanno guardato con stupore, più meravigliati che contrariati. Ne ho dedotto che non sono abituati a essere corretti.

Aggiungo che il mio campo d’osservazione estivo è stato il Nord Italia, per cui non saprei dire se il fenomeno sia diffuso anche altrove. Certo è molto triste. Aggiungo infine che nella totalità dei casi si è trattato di maschi. Non ho mai sentito una bestemmia uscire dalla bocca di una ragazza.

Qualcuno dice che l’uso compulsivo della bestemmia è cresciuto tra i giovani durante e dopo il Covid. Non lo so, ma mi sembra una spiegazione un po’ superficiale.

Giorni fa, mentre giocavo a basket con un mio nipote di dieci anni, nell’attiguo campetto di calcio era in corso una partitella tra adolescenti e ci arrivavano le loro voci. Così, a ogni bestemmia, io e il mio nipotino recitavamo un “Gloria”, e la cosa, per chi ci avesse visto, era perfino buffa: un nonno e un bambino che giocano a pallacanestro e intanto pregano.

A proposito. Preghiamo per questi ragazzi. Mi fanno tanta pena e provo un gran dispiacere per loro.

Preghiamo anche per gli educatori, perché trovino il modo di correggerli.




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