lunedì 4 agosto 2025

I dati mostrano che il Vaticano II ha innescato il declino della partecipazione alla messa cattolica


Concilio Vaticano II (foto CNS)

Articolo scritto da Phil Lawler, pubblicato su Catholic Culture, nella traduzione curata da  Sabino Paciolla (4 agosto 2025).



Phil Lawler

In tutto il mondo occidentale, la partecipazione alla messa cattolica è diminuita drasticamente dopo il Concilio Vaticano II. Questo è un dato di fatto. Ma è stato il Concilio, o le sue conseguenze, a causare questo declino, o era invece parte di una tendenza culturale generale che il Concilio non ha potuto invertire? Questa domanda ha suscitato un vivace dibattito per diversi decenni.

In un interessante nuovo contributo al dibattito, il National Bureau of Economic Research (NBER) ritiene che il Concilio Vaticano II sia stato la causa del declino. Un documento di lavoro dell’NBER, intitolato Looking Backward: Long-Term Religious Service Attendance in 66 countries (Guardando indietro: la frequenza a funzioni religiose nel lungo periodo in 66 paesi), riporta che: «Il Concilio Vaticano II, nel 1962-1965, ha innescato un declino della frequenza dei cattolici in tutto il mondo rispetto a quella di altre confessioni».

Si noti l’ultima parte della frase. Dopo un’analisi approfondita dei dati disponibili, l’NBER respinge l’idea che una tendenza secolarizzante a livello mondiale abbia colpito tutte le istituzioni religiose in modo più o meno uguale. Non è così, secondo il documento di lavoro. Il declino è stato particolarmente acuto nei paesi cattolici; la secolarizzazione ha colpito i cattolici più duramente rispetto ad altri gruppi religiosi.

I risultati dell’NBER sono degni di nota per altri due motivi:L’NBER è un’istituzione di grande peso nel campo della ricerca economica. Fondato nel 1920, il gruppo ha prodotto migliaia di studi approfonditi; l’elenco dei suoi studiosi affiliati comprende più di venti vincitori del Premio Nobel per l’Economia e più di una dozzina di ex presidenti del Consiglio dei Consulenti Economici del Presidente.
Questo documento di lavoro è il risultato di una ricerca economica, preparata da esperti che hanno analizzato dati statistici. A differenza di molti altri che hanno contribuito al dibattito sugli effetti del Concilio Vaticano II, gli autori dell’NBER non mostrano alcun interesse per le discussioni interne alla Chiesa cattolica. Non hanno alcun interesse in questa disputa.

I numeri non possono certo spiegare tutto il calo della partecipazione alla Messa. Ma nella loro analisi, gli autori dell’NBER concludono che i dati sono “coerenti con la religione modellata come un bene di club… e con l’idea che il Concilio Vaticano II abbia distrutto la percezione di una Chiesa immutabile e detentrice della verità [sic]…”. Essi fanno anche un’osservazione interessante, secondo cui «l’influenza deprimente del Concilio Vaticano II sul numero delle suore ha portato a un forte calo della fertilità tra i cattolici a causa della perdita del sostegno alla natalità» e al crollo del sistema scolastico parrocchiale.

Il punto di forza di questo documento di lavoro risiede nella sofisticata analisi matematica dei dati sulla frequenza alla messa. La sua debolezza emerge quando cita le teorie di altri autori sul perché il Concilio Vaticano II abbia portato a un declino della devozione cattolica. La pubblicazione si basa troppo sul lavoro del defunto padre Andrew Greeley, il quale, come riconoscono gli autori dell’NBER, sosteneva che fosse stato il dibattito sulla Humane Vitae, «più di ogni altra cosa, a distruggere la struttura autoritaria» della Chiesa cattolica.

Mettendo da parte tali questioni, però – e ancora una volta gli autori dell’NBER fanno del loro meglio per evitare i dibattiti interni alla Chiesa cattolica – il documento conclude che il Concilio Vaticano II è stato l’evento che ha accelerato il declino. «Ai fini del nostro discorso, il punto principale è che, senza il Concilio Vaticano II, i cambiamenti nei tassi di partecipazione alle funzioni religiose non si sarebbero verificati prima in previsione del Concilio Vaticano II, e i successivi cambiamenti nella partecipazione sarebbero stati imprevisti». Inoltre, «il declino della partecipazione è specifico del cattolicesimo, al quale il Concilio Vaticano II si applica direttamente».

(Grazie a Rorate Caeli per aver richiamato l’attenzione sullo studio dell’NBER).





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