
13 ago 2025
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by Aldo Maria Valli
di Alessandro Mirabelli
Lo scorso 14 luglio il Dipartimento delle Finanze ha reso noti i dati relativi al numero di contribuenti persone fisiche che hanno esercitato l’opzione per l’anno d’imposta 2023 (dichiarazioni dei redditi presentate nel 2024). Nel 2024 ha esercitato la scelta il 40,06% dei contribuenti. Tale percentuale è stabile da parecchi anni con uno scarto d’oscillazione che va dal 39% al 41%.
Nell’anno di imposta 2023 le firme a favore della Cei sono state 11.282.064 mentre nel 2022 erano state 11.347.809. Le firme perse sono state 65.745. Dall’anno d’imposta 2012 il trend per la Cei è in costante discesa ma nel 2023 si è notato un significativo rallentamento della diminuzione del numero di firme pari solo allo 0,58%. In dodici anni (dal 2012 al 2023) la Cei ha perso 3.944.227 firme al 34,96%. Bisognerà aspettare un anno per sapere se nella scorsa primavera c’è stato un effetto Leone in controtendenza rispetto all’effetto Francesco che è stato – per l’intera durata del suo pontificato – deleterio per le finanze della Cei.
Altre tre annotazioni.
A) Gli anglicani, che solo dall’anno 2022 partecipano alla ripartizione dell’otto per mille, hanno visto nel 2023 una diminuzione percentuale consistente delle firme a loro favore: il 13,68% in meno.
B) Il 12 maggio scorso il Governo ha presentato alla Camera il disegno di legge di approvazione dell’intesa con Patriarcato ortodosso di Romania.
C) Infine negli ultimi cinque anni d’imposta hanno registrato una costante crescita del numero di firme solo lo Stato, i buddisti, i buddisti soka, gli induisti e le assemblee di Dio (pentecostali). In diminuzione gli avventisti, i battisti, le comunità israelitiche e gli anglicani oltre che la Cei.
by Aldo Maria Valli
di Alessandro Mirabelli
Lo scorso 14 luglio il Dipartimento delle Finanze ha reso noti i dati relativi al numero di contribuenti persone fisiche che hanno esercitato l’opzione per l’anno d’imposta 2023 (dichiarazioni dei redditi presentate nel 2024). Nel 2024 ha esercitato la scelta il 40,06% dei contribuenti. Tale percentuale è stabile da parecchi anni con uno scarto d’oscillazione che va dal 39% al 41%.
Nell’anno di imposta 2023 le firme a favore della Cei sono state 11.282.064 mentre nel 2022 erano state 11.347.809. Le firme perse sono state 65.745. Dall’anno d’imposta 2012 il trend per la Cei è in costante discesa ma nel 2023 si è notato un significativo rallentamento della diminuzione del numero di firme pari solo allo 0,58%. In dodici anni (dal 2012 al 2023) la Cei ha perso 3.944.227 firme al 34,96%. Bisognerà aspettare un anno per sapere se nella scorsa primavera c’è stato un effetto Leone in controtendenza rispetto all’effetto Francesco che è stato – per l’intera durata del suo pontificato – deleterio per le finanze della Cei.
Altre tre annotazioni.
A) Gli anglicani, che solo dall’anno 2022 partecipano alla ripartizione dell’otto per mille, hanno visto nel 2023 una diminuzione percentuale consistente delle firme a loro favore: il 13,68% in meno.
B) Il 12 maggio scorso il Governo ha presentato alla Camera il disegno di legge di approvazione dell’intesa con Patriarcato ortodosso di Romania.
C) Infine negli ultimi cinque anni d’imposta hanno registrato una costante crescita del numero di firme solo lo Stato, i buddisti, i buddisti soka, gli induisti e le assemblee di Dio (pentecostali). In diminuzione gli avventisti, i battisti, le comunità israelitiche e gli anglicani oltre che la Cei.
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