lunedì 3 gennaio 2022

L’evidenza di Dio nell’insoddisfazione umana








di Corrado Gnerre, 03/01/2022

L’argomento che riguarda il rapporto tra esistenza di Dio e insoddisfazione umana viene definito “eudemologico”.


Grandezza della domanda e piccolezza della risposta

L’uomo vive un dramma tra la grandezza della domanda che porta nel suo cuore e la piccolezza della risposta dell’hic et nunc, cioè quella risposta che gli offre la vita terrena.

Il desiderio d’Infinito (la grandezza della domanda) lo rende, pertanto, insoddisfatto per ogni cosa della terra, perché queste non possono che essere limitate.

Il Salmo 68 fa ben capire come nella vita di tutti i giorni nulla vi sia di consistente: “Salvami, o Dio, perché le acque sono penetrate fino alla mia anima; sono sprofondato in un vortice di fango e nulla vi è di consistente.”

Al limite ciò che la vita terrena può offrire è solo una sazietà passeggera ed illusoria. Dice il Servo di Dio don Dolindo Ruotolo: “I desideri terreni (…) sono come bevande gassose: dilatano lo stomaco ma non lo saziano (…).” (Commento alla Sacra Scrittura, volume XX).

Insomma, le gioie della vita terrena sono troppo piccole per dissipare la “nebbia” della vita. Così dicono dei versi della poesia Viaggio d’inverno di Aleksandr Puskin: “Nella nebbia ad onde / la luna si fa strada, / e una triste luce diffonde / sulla triste radura.”



Solo Dio può soddisfare veramente

Dice il Salmo 33: “Quelli che cercano il Signore non mancano di alcun bene.”

Perché Dio è infinito, Egli è il tutto. Ed ecco perché san Pio da Pietrelcina soleva dire: “Chi ha Dio, ha tutto.”

Lo sperimentò bene sant’Agostino, che pur prima della conversione aveva vissuto immerso nelle cosiddette “gioie della vita”. Famose sono queste sue parole tratte dalla Confessioni: “Il mio cuore è inquieto fin quando non riposerà in Te, o mio Signore.”



Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri








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