Saved in: Blog
by Aldo Maria Valli
Cari amici di Duc in altum, ho pensato di tradurre l’omelia che il cardinale Raymond Leo Burke ha tenuto nel giorno dell’Epifania.
***
di Raymond Leo Cardinal Burke
Sia lodato Gesù Cristo!
Cari fratelli e sorelle in Cristo, la nostra vita quotidiana in Nostro Signore Gesù Cristo è una difficile lotta tra la ricerca della vera felicità che Egli liberamente ci offre e l’inganno della falsa felicità che ci viene venduta, a prezzo della nostra libertà, da un mondo gravato dagli effetti del peccato originale. Il Sacro Cuore di Gesù ci assicura quotidianamente che solo l’amore incessante e incommensurabile che scorre dal Suo glorioso Cuore trafitto nei nostri cuori ci porta gioia in questa vita, ci salva dal peccato e ci conduce sani e salvi al nostro vero destino, la vita eterna, la pienezza di gioia e di pace in Sua compagnia, per sempre.
Tuttavia, poiché siamo eredi del peccato dei nostri Progenitori, eredi di una natura decaduta, soffriamo la tentazione costante di chiudere i nostri cuori, rifiutando di accettare l’amore salvifico, che sgorga dal Suo glorioso Sacro Cuore. Quando cediamo alla tentazione, commettiamo un’offesa che è stata ripetuta dai figli di Dio in ogni epoca. Leggiamo nella Sacra Scrittura il lamento di Nostro Signore sulla nostra peccaminosità: «Quarant’anni ebbi in disgusto quella generazione, e dissi: “È un popolo dal cuore traviato; essi non conoscono le mie vie”. Perciò giurai nella mia ira: “Non entreranno nel mio riposo!”» (Sal 95,10-11; cfr Eb 3,10). Gli Improperia, cantati durante la liturgia della Passione di Nostro Signore il Venerdì Santo, riflettono, in modo particolarmente suggestivo, la nostra superba e ingrata ribellione davanti all’amore puro e disinteressato di Dio, incarnato nella Passione, Morte, Risurrezione e Ascensione di Dio Figlio incarnato, Nostro Signore Gesù Cristo. Ricordiamo le parole di Nostro Signore a santa Margherita Maria, quando le mostrò il suo Sacro Cuore: «Ecco, questo Cuore che ha tanto amato gli uomini che nulla ha risparmiato, fino a consumarsi per testimoniare il suo amore. E in cambio ricevo dalla maggior parte di loro solo ingratitudine per le loro irriverenze e i loro sacrilegi e per la freddezza e il disprezzo che hanno per Me in questo sacramento d’amore [il Santissimo Sacramento della Santa Eucaristia]» (Nostro Signore a Santa Margherita Maria Alacoque, giugno 1675).
L’errore velenoso e in definitiva letale di chiudere il nostro cuore umano al Sacro Cuore di Nostro Signore, alla Sua incessante e incommensurabile effusione d’amore, ci conduce alla ricerca della felicità in luoghi dove non può mai essere trovata. Ci porta ad abbandonare la santità della vita in Cristo, via sicura verso la felicità, per perseguire la nostra realizzazione in luoghi empi, luoghi in cui veniamo derubati della nostra libertà e infine distrutti. La cultura contemporanea, così fortemente segnata dalle dipendenze – abuso di alcol e droghe, avidità, abuso di autorità e potere, promiscuità sessuale, e così via –, manifesta il frutto velenoso e mortale del nostro abbandono del Signore e della sua via di beatitudine. Una presunta felicità che è totalmente separata dalla fonte dell’Amore Divino non è affatto felicità. È l’inganno di Satana che, come ci insegna Nostro Signore stesso, è «un omicida fin dal principio» e «il padre della menzogna» (Gv 8,44). L’allettamento ad abbandonare Nostro Signore e la Sua Via non può che farci del male. In effetti, è diabolico.
Una società che si ribella al disegno di Dio per il mondo e per noi, pretendendo di fornirci sicurezza e pace al di fuori della Legge divina, ci offre solo infelicità e violenza. È contro la vita, contro il matrimonio e contro la famiglia, rifiutando di onorare la dignità inviolabile della vita umana innocente e indifesa e l’integrità della sua culla nel matrimonio e nella famiglia che forma. Il padre della menzogna è, soprattutto, seducente. Appare in molte forme accattivanti. Usa un linguaggio attraente che, in effetti, è doppio. Se siamo così stolti da lasciarci ingannare dal suo falso fascino, non troveremo pace, né felicità. I suoi agenti, che sono essi stessi senza pace e gioia, seminano costantemente i semi della confusione e dell’errore sul desiderio naturale di felicità che Dio ha posto nel cuore umano per attirare tutti a Sé (Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1718). Sant’Agostino d’Ippona, uomo che conosceva bene le conseguenze mortali del seguire le vie errate del mondo, rivolse queste parole a Nostro Signore all’inizio delle sue Confessioni: «Ci spingi a deliziarci nel lodarti; perché ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te» (Capitolo primo). È necessario per noi, come ci insegna nostro Signore, mantenere la mente e il cuore all’erta contro la confusione e l’errore: «Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa» (Lc 12,35-36).
Il buon ordine che Dio ha posto nel cuore umano ci svela la nostra chiamata alla felicità, alla vita di beatitudine. Questa felicità o beatitudine ci è rivelata pienamente nell’incarnazione redentrice di Dio Figlio, in Gesù Cristo, che ci insegna la realtà della nostra chiamata quotidiana alla conversione della vita in Lui, alla “via stretta” (Mt 7, 13-14) che ci conduce immancabilmente alla pienezza della beatitudine alla fine del nostro pellegrinaggio terreno.
La “via stretta” non diminuisce in alcun modo la nostra natura né limita la nostra libertà. Essa permette piuttosto alla nostra natura di esprimere la sua pienezza, procurandoci libertà e pace, conducendoci al nostro destino eterno, alla nostra dimora permanente con Dio – Padre, Figlio e Spirito Santo – in Cielo, in compagnia degli angeli e di tutti i santi. Cristo solo è «la via, la verità e la vita» (Gv 14,6). Troviamo la pace solo vivendo in Cristo. Solo Cristo ci dona la pace (Gv 14,27) durante il nostro pellegrinaggio terreno, pregustando la pace perfetta della nostra casa con Lui in Cielo. Il “sangue e l’acqua” che scorre dal Suo glorioso Cuore trafitto nei nostri cuori, soprattutto attraverso i Sacramenti, ci purifica da tutto ciò che è falso, odioso e mortale (Gv 19, 34). Ci anima con la Verità e l’Amore Divini, così che, come Nostro Signore ha promesso, “fiumi di acqua viva” sgorgheranno dai nostri cuori (Gv 7, 38) come benedizione per gli altri e per il mondo.
Nostro Signore ha riassunto tutto il suo insegnamento, la sua via, nel Discorso della Montagna e, soprattutto, nelle Beatitudini (Mt 5,1-12; Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1716). Ci ha insegnato cosa significa impegnarsi quotidianamente nella lotta per vivere in Lui, per condividere con Lui la gloria eterna. Ogni Beatitudine ci aiuta a cercare Dio sopra ogni cosa e, quindi, a pensare, parlare e agire in modo da rifiutare le false promesse del mondo, che limita sempre più la miseria della situazione culturale dei nostri giorni – una situazione segnata dalla più profonda confusione e dagli errori sulle verità più fondamentali della legge morale e della nostra fede, confusione ed errori che si manifestano nella corruzione della vita cristiana. Quanto sono attuali le parole ispirate del Salmista: “Questi sbagliano sempre nel cuore” (Sal 95,10).
La vita delle Beatitudini purifica il nostro cuore da atteggiamenti, pensieri e azioni ribelli. Al centro c’è la dichiarazione e la promessa: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8). Per mezzo di un cuore puro, diamo tutto il nostro cuore nel Cuore di Dio che si è fatto carne nel Sacro Cuore di Gesù. Per mezzo di un cuore puro, cioè un cuore completamente unito al Cuore glorioso trafitto di Gesù, troviamo la vera felicità e pace. Per mezzo di un cuore puro, facciamo riposare i nostri cuori nel Cuore di Gesù, così che possiamo essere purificati dai peccati di orgoglio e ribellione, e possiamo essere fortificati con il Suo amore puro e disinteressato.
Vediamo il modello di unione del cuore con il Cuore di Gesù nel Cuore Immacolato di Maria. Nel suo amore materno ci conduce costantemente sulla via della totale conformità del cuore al Cuore del suo Divin Figlio: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5). San Giuseppe, con paterna sollecitudine per noi, specialmente per la nostra santa morte, ci mostra la purezza e la giustizia di chi vuole servire solo Cristo. È sempre pronto a intercedere per noi nei momenti di grande prova e tentazione, affinché rimaniamo nella verità e nell’amore di Cristo. Persino il faraone pagano, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, comandò al popolo nel suo momento di angustia: «Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà» (Gen 41,55). Il patriarca Giuseppe ha prefigurato la missione e la vocazione di san Giuseppe, padre adottivo di Gesù e vero sposo della Vergine Maria. Quindi, anche noi seguiamo il comando: «Ite ad Ioseph».
Nella mia prossima newsletter, che sarà pubblicata nella prima settimana di febbraio, desidero approfondire il significato dell’essere puri di cuore mentre la Chiesa si prepara a entrare nel tempo di Quaresima, tempo di grazia forte per la conversione delle nostre vite.
Implorando Nostro Signore, per intercessione di Nostra Signora di Guadalupe, di benedire voi, le vostre case, le vostre famiglie e tutte le vostre fatiche, rimango
Vostro nel Sacro Cuore di Gesù e nel Cuore Immacolato di Maria, e nel Purissimo Cuore di San Giuseppe,
Raymond Leo Cardinal Burke
________________
Fonte: cardinalburke.com
Nessun commento:
Posta un commento