sabato 22 gennaio 2022

La Testimonianza di un Lettore. Perché Preferisco, da Peccatore, la Messa VO.





Marco Tosatti

Cari amici e nemici di
Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione e riflessione questa testimonianza personale che ci ha inviato – e lo ringraziamo di cuore – un lettore fedele del nostro sito. Buona lettura e riflessione.



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Questi pensieri mi sono venuti in mente leggendo le parole di mons. Viganò nel suo scritto: “Quando Ho Temuto per la mia Vita, ho Riscoperto la Messa Tradizionale”. Perché la domanda che sorge spontaneamente è stata: se il monsignor Viganò ha spiegato i vantaggi per il sacerdote nel celebrare la messa Vetus Ordo, quale potrebbe essere il vantaggio per il semplice fedele a partecipare a questo rito antico? E qui vorrei quindi spiegare perché preferisco andare alla messa tridentina e non a quella post-conciliare.

Inizio con un pochino della mia storia.

Sono sempre andato a messa da piccolo (perché così facevano molti, perché così volevano i miei genitori, perché così era abitudine ma anche perché l´ambiente era a quel tempo per me gradevole, ecc.): ma non ne capivo il significato. Dai diciotto anni in su sono saltuariamente andato a messa. E fino a poco prima della “pandemia” non ci andavo proprio (perché pensavo, e questo perché ne avevo notizia da conoscenti, che generalmente i sacerdoti stessero passando il loro tempo più a peccare che a salvare le anime; ed anche, mia esperienza personale, perché ho avuto a che fare con qualche sacerdote che addirittura, involontariamente ma implicitamente, mi aveva fatto capire che non credeva a Dio e guardandomi in giro pensavo che la cosa fosse diffusa: forse avrebbero dovuto essere un poco più attenti).

E la domanda che mi ponevo era se l´intera messa, visto che i problemi di cui sopra per me erano generalizzati, fosse valida (ma ero propenso, forse sbagliando, di più per un “no”). I primi tempi dopo la maggiore etá non ho quasi per niente pensato a Dio… poi man mano ho iniziato a pregare a casa (o dove mi trovavo), e sono saltuariamente andato a messa.

Poi è arrivata la “pandemia” e… hanno chiuso tutte le chiese: coincidentalmente (?) a Pasqua 2020 per poi riaprirle subito dopo (e questo coincideva con il Ramadan dei musulmani che lo hanno potuto festeggiare quasi liberamente). E contemporaneamente a questa chiusura sono arrivate tutte quelle strane misure del “lavarsi le mani”, del distanziarsi l´un dall´altro, del rimanere a casa, ecc. E tanto ho riconosciuto lo zampino del Capo dei diavoli: in realtà ho visto più che delle misure per limitare il diffondersi della “pandemia”, un raffinato insulto, a cui molti sacerdoti consapevolmente o non si sono uniti, giocato a livello mondiale a Dio (pensateci: disinfettarsi e strofinarsi le mani in chiesa stando di fronte all´altare… così come Pilato ha fatto con Gesú? nei paesi anglosassoni bisognava rispettare la distanza di sei piedi che corrisponde a 1,80 metri (nei paesi europei questa distanza variava fra 1,5 e 2 metri)…. forse una persona non si deve avvicinare simbolicamente, e questo per comando del Diavolo, a meno di sei piedi dal Padre, sei piedi dal Figlio e sei piedi dallo Spirito Santo? (mettete tutti i sei appena citati uno accanto all´altro e vedete cosa esce fuori); la mascherina… volevano creare un simbolico ostacolo fisico che consentisse all´uomo di nascondere vanamente i propri peccati di fronte a Dio così come Adamo ed Eva si erano messi la foglia di fico per nascondere la propria “nudità”? limite al numero di persone che possono riunirsi… volevano che il Corpo mistico di Cristo non avesse la possibilitá di radunarsi nella sua interezza, anzi… fosse il più frazionato possibile? e così via. (*)

E quindi ho pensato: “Ma se hanno chiuso le chiese con lo scopo di non far celebrare la messa, allora la messa a cui io non sono andato per anni, doveva aver pure una validitá” (così come per me è vero: “Se attaccano il mons. Viganò allora vuol dire che dá serio fastidio ai poteri corrotti di questo mondo”; … insomma “Se la vietano, vuol dire che c´é del vero).

E così, appena è stato possibile, ho cominciato ad andare di nuovo regolarmente a messa… la sola a cui sono sempre andato e che conoscevo, cioè la post-conciliare.

Ma fino ad un paio di anni fa, non avevo mai saputo che esistesse e si svolgesse anche una messa pre-conciliare. In //marcotosatti.com (sicuramente ne avevo sentito qualcosa prima altrove, ma non avevo mai approfondito la cosa), a forza di scriverne da parte degli articolisti (ora più di prima) mi è stato chiaro quale è la fondamentale differenza che per me è questa: in quella pre-conciliare tutta l´attenzione dei presenti, nessuno escluso, è rivolta a Dio; in quella post-conciliare l´attenzione dei presenti è indirizzata principalmente al celebrante e non a Dio.

E ora penso questo: se hanno chiuso le chiese (in tutto il mondo) nella Pasqua 2020 era soprattutto (ma non solo) perché non volevano che si celebrassero in quel momento le messe (ma principalmente quelle in rito antico), e questo allo scopo di levare ogni ostacolo perché le elites potessero celebrare con successo un rito satanico mondiale di transizione dal vecchio mondo ordinato secondo il pensiero di Dio ad un nuovo mondo dominato dal Diavolo (mia opinione, ognuno potrá pensarla diversamente).

Ora molti potranno pensare che le differenze fra i due riti possano sembrare di poco conto o non importanti. Non credo che sia così (e questo nonostante capisca veramente poco di liturgia cattolica) e vorrei chiarire a chi legge cosa mi convince ad affermare ció.

A questo fine mi immagino un Re che vive in una propria Corte. Questo Re ha nel suo dominio due città: quando gli abitanti della prima città (e della campagna circostante) sanno che sta arrivando il Re (anche perché lo hanno invitato loro stessi), smettono tutti di badare alle proprie faccende e vanno alle proprie case, mettono alle finestre delle bandiere di benvenuto e di gioia (che vengono viste anche da chi arriva da fuori della città ed al fine di creare quell´atmosfera festosa delle grandi occasioni) e si precipitano subito fuori dalla porta da dove sanno che entrerà il Re. Il Re avvicinandosi alla città sente che le campane della città stanno suonando e tutti quelli che si sono radunati alla porta stanno cantando per la gioia. Perché è un giorno che è di per sé di festa? No, proprio perché sta arrivando il Re e questo lui lo sa. E quando sará in vista della folla, li vedrà tutti in ginocchio e che stanno bruciando incensi per mettere in risalto la consapevolezza di star accogliendo la Regalità in persona e che inoltre sono tutti rivolti verso di lui; ed il borgomastro che si è posizionato al bordo della via d´accesso, alzatosi ed anche lui sempre rivolto al Re, per tutti gli dirà: “Benvenuto nella tua e nostra città, nostro Signore… come vedi siamo tutti accorsi a salutarti perché ti adoriamo e vogliamo rimanerti per sempre fedeli… anche quando andrai via da noi saremo certi che starai ancora fra di noi… concedici dunque la tua perenne protezione”; e dopo aver detto questo si sposterá subito ulteriormente al lato e più vicino ai suoi concittadini al fine di sminuire la propria persona e così far venire alla piena vista di tutti il Re, invitandolo nel contempo con la mano ed un inchino a percorrere la via che conduce nella città e così mostrando a tutti chi è che veramente comanda, e cioè il Re. E questo succede ogni volta che va in visita in questa città.

Nella seconda città tutti gli abitanti (anche della campagna circostante) quando sanno che sta per arrivare il Re (anche perché lo hanno invitato loro stessi) smettono anche loro di badare alle proprie faccende e vanno direttamente fuori dalla porta per accogliere il Re. Nessuna bandiera viene messa alla finestra, le campane non si muovono ed il Re, avvicinandosi, vedrà una folla di persone tutte in piedi ed anche il borgomastro che gli stará dando le spalle e che senza spostarsi lo nasconderà alla vista dei suoi concittadini; anche questi gli dirá: “Benvenuto nella tua e nostra città, nostro Signore… come vedi siamo tutti accorsi a salutarti perché ti adoriamo e vogliamo rimanerti sempre fedeli… anche quando andrai via da noi saremo certi che starai ancora fra di noi… concedici dunque la tua perenne protezione”. E questo è tutto ciò che gli abitanti di questa città si sentono obbligati a dover fare. Ma le cose potrebbero non risolversi semplicemente così perché il Re potrebbe rispondere: “Se è così come dite voi, perché non fate le stesse cose che hanno fatto gli abitanti dell´altra città che ho visitato alcuni giorni fa? perché in mio onore non avete acceso l´incenso come hanno fatto loro, perché non state intonando dei canti di gioia? perché avete messo il bavaglio alle vostre campane? perché non avete appeso gli stendardi alle vostre finestre e perché state tutti in piedi trattandomi come se per voi fossi un forestiero qualunque… e soprattutto tu, borgomastro, perché ti stai rivolgendo a me e allo stesso tempo mi stai mostrando oltraggiosamente le spalle? e perché ti trovi proprio sulla via che sai che dovrò percorrere per entrare in città, facendomi così pensare non solo che tu voglia impedirmi l´accesso in quella che è per diritto che io stesso mi sono dato la mia città e non la tua città, ma anche che tu voglia sostituirti a me? non ti sovviene che così facendo stai offendendo gravemente la mia somma persona e dignità?”. Chi lo sa… il Re potrebbe pensarla così ma poiché è immensamente mansueto non lo dice?

Ora: quale sará la città che il Re vorrebbe più spesso volentieri visitare? e quale sará la città che stará più a cuore al Re? e ai cittadini di quale città, a richiesta ma anche di propria iniziativa, concederá dei maggiori favori? Trovare la risposta non è difficile.

Facendo un parallelo, immagino ora che Dio visiti una chiesa dove si sta celebrando il rito antico: canti, incenso, genuflessioni, inchini, campanelli ed altri atti solenni solo per Lui e soprattutto tutti, anche il celebrante che gli dà il benvenuto, rivolgono continuamente la loro attenzione a Lui. Ed ora immagino che nella chiesa dove si sta celebrando il nuovo rito, che è anche più breve, non solo vi sia poco di tutto questo, ma che addirittura il celebrante che Gli ha dato il benvenuto Gli mostri continuamente le spalle e che l´attenzione dei presenti sia rivolta al celebrante e non sia rivolto a Dio. E penso: ammettendo che Dio trovi la cosa non offensiva nei Suoi riguardi, ai membri di quali delle due assemblee riunitesi in Suo nome, richiestone o di Propria iniziativa, vorrà concedere maggiori Grazie? Anche qui la giusta risposta non è difficile da indovinare.

In base a queste considerazioni è quindi è mia idea che la messa tradizionale è certamente la più gradita a Dio. Poi, sempre secondo me, molto dipende anche dalla purezza spirituale del ministro celebrante.

Per cui io, pur avendo pochissime conoscenze di riti liturgici ed avendo la possibilità di frequentare la messa tradizionale e quella post-conciliare, e data la mia condizione di incallito peccatore che fatica per propria colpa a salvarsi la Vita, preferisco andare a quella dove credo che riceverò le maggiori e più numerose Grazie, e cioè quella svolta secondo il rito tridentino.

Ad ognuno i propri pensieri.

(*) pensieri soprattutto presi da: https://coercioncode.com/2020/07/01/covid-19-satanic-ritual/ (in inglese – un poco lungo).

UnaOpinione






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