mercoledì 5 gennaio 2022

Appello di Paix Liturgique: libertà per la liturgia tradizionale!






La Lettera di Paix Liturgique
lettera 842 del 3 gennaio 2022


I nostri auguri per l'anno 2022 del Signore
Sia la libertà della liturgia tradizionale!


Cari amici,

Sia la libertà della liturgia tradizionale! Questo è il voto di pace liturgica per l'anno 2022. Vi sembrerà utopico o molto volontario, acciaccati come siamo dalle persecuzioni che ci sono tornate da quest'estate.
Ma tutto questo avrà poco tempo, anche se è molto doloroso da vivere. I difensori della rivoluzione liturgica, che opprime la Chiesa da mezzo secolo, stanno conducendo le loro ultime battaglie: hanno potenzialmente perso, anche se sembrano ancora molto forti perché, non solo, nonostante tutti i loro sforzi, hanno fallito. ci hanno fatto scomparire, ma oggi siamo più numerosi e vivi che mai, mentre si chiariscono i loro ranghi e luoghi di culto.


Faccio questo voto, con tutta l'équipe della Pace Liturgica, in primo luogo agli utenti di questa liturgia tradizionale, e anche a tutti i cattolici romani e a tutta la Chiesa che, quando comincerà a risorgere della terribile crisi che lo travolge, farà quindi prima trovando questo tesoro religioso che è stato mantenuto in vita.


Spero che questa santa e venerabile liturgia, generata da Roma nostra Madre, e che, di conseguenza, non può essere in alcun modo macchiata dall'errore, continui a produrre per i tempi in cui stiamo vivendo i frutti che ha dispensato da secoli a secolo e di generazione in generazione:


- Frutti di crescita della fede per chi pratica questa purissima legge della preghiera;


- Frutti di chiamata alla santità tra fedeli, sacerdoti, religiosi;


- Frutti del vigore della predicazione e della catechesi, di cui questo tradizionale culto romano è la spina dorsale;


- Frutto dello stimolo della missione verso i nostri contemporanei - specialmente i giovani che questo culto attrae - per aiutarli a trovare o riscoprire la religione di Gesù Cristo;


- Frutti di riforma, di una vera riforma come la riforma gregoriana, la riforma tridentina, che la Chiesa oggi attende con impazienza;


- Frutti della coltivazione delle vocazioni sacerdotali e religiose per venire in aiuto della terra deserta e senz'acqua che è la nostra società;


- Frutti anche di sostegno alla nostra civiltà in pericolo, per la quale questo culto romano rappresenta un eccezionale tesoro religioso e culturale;


- Finalmente frutti politici, oserei dire, questa liturgia del cristianesimo capace di energizzare spiritualmente il piccolo residuo di fedeltà nelle nazioni cristiane un tempo battezzate, oggi apostate.


Nella situazione catastrofica di una Chiesa che sembra destinata a scomparire in mezzo alle società secolarizzate, auspico che gli occhi di questi pastori, diventati persecutori delle loro pecorelle, possano far capolino: la Chiesa di Cristo ha più che mai bisogno di tutte le sue forze. vivace.


E in ogni caso, mi auguro che le nuove tiranniche disposizioni romane vengano messe in secondo piano dagli altri pastori, quelli che sono consapevoli dei loro doveri: che molti vescovi diocesani capiscano che la pace è un bene troppo prezioso per metterla a repentaglio. carica, e che i Vescovi amici della liturgia tridentina continuino a prestare assistenza ai fedeli, ai sacerdoti e alle comunità che vi abitano, soprattutto in materia di ordinazione.


Auspico che tutti i sacerdoti e tutte le comunità che celebrano la liturgia tradizionale continuino a farlo, distribuendo come di consueto tutti i sacramenti nella forma tradizionale per la maggior gloria di Dio e per il bene delle anime.


Ma soprattutto auspico che, quanto prima, l'alta gerarchia della Chiesa imbocchi un'altra strada e che si decida di far maturare liberamente nella Chiesa tutto ciò che vive e porta frutto, soprattutto e soprattutto quello tridentino liturgia e la lex orandi che essa rappresenta. Non la libertà di fare tutto, ma la libertà di fare il bene: è in gioco la libertà della Chiesa.


Questi voti sono così tante intenzioni di preghiera che esorteremo ad ascendere al cielo durante questa stagione di festa dell'Incarnazione, e anche ogni giorno dell'anno.


Vorrei infine aggiungere l'espressione personale del mio ringraziamento a tutti coloro che mi hanno sostenuto con la loro preghiera in queste settimane nei miei gravi problemi di salute. È con loro, innanzitutto al Signore che rendo grazie, per il cui servizio continuerò a consacrare con voi tutte le mie forze, mentre tornano a me, nella buona battaglia per la Pace liturgica.










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