Riprendiamo da Chiesa e post concilio domenica 23 gennaio 2022
Ho pescato in rete un articolo di un blog statunitense di qualche anno fa dal quale apprendo che Annibale Bugnini, il principale artefice del Novus Ordo, avrebbe voluto distruggere anche il Rosario. Ma questo Paolo VI non glielo ha permesso.
L'autore racconta che sua moglie aveva acquistato il ridondante libro di Bugnini La Riforma Liturgica e, dopo averne letto qualche frammento, lo ha messo da parte, totalmente disgustata dall'evidente autocompiacimento, dall'ego monumentale e dal costante disprezzo dell'autore per il rito romano antico di oltre 1500 anni, da lui riformato su incarico di Paolo VI. Ripescato il libro, egli gli ha dato una scorsa, e ha scoperto che colui che aveva posto tanta enfasi sulla “nobile semplicità", eliminando “ripetizioni inutili” e “accrescimenti (per aggiunte) storici”, intendeva distruggere completamente anche il Rosario.
In che modo?
In primo luogo, avrebbe limitato la recita del Padre Nostro ad una sola volta all'inizio del Rosario, eliminandolo dall'inizio di ogni decina. Una “versione pubblica” del Rosario avrebbe contenuto solo una decina di Ave Maria. Non solo ha avuto l'incredibile coraggio di sventrare una preghiera recitata da milioni di persone che la Tradizione ci dice sia stata data direttamente a San Domenico Guzman dalla stessa Beata Vergine, ma stava per distruggere anche l'Ave Maria rimuovendo la parte “non biblica”, cioè tutta la seconda parte da “Santa Maria Madre di Dio” in poi.
Sarebbe rimasto: Ave Maria piena di Grazia il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo grembo (anche la parola Gesù a questo punto avrebbe dovuto essere eliminata). Avrebbe consentito UNA recita di Santa Maria Madre di Dio... in ogni decina. Molto generoso da parte sua!
Ben riconoscibile il principio protestante del Sola Scriptura, col rinnegamento della Tradizione secolare, espressa e consolidata nei secoli di fede vissuta, in parole che esprimono verità ineguagliabili e il profondo sensus fidei di chi le ha codificate, recitandole con grande devozione e custodite da chi, come noi, le ha ricevute nella e dalla Chiesa, le ha accolte e fatte proprie.
Quel “Rosario pubblico” sarebbe servito, come del resto il Novus Ordo Missae, a venire incontro ai protestanti in virtù del famigerato dialogo a tutti i costi e al falso ecumenismo [qui] di conio vaticansecondista. Un atteggiamento con cui era in sintonia lo stesso Paolo VI, il quale evidentemente, in quel caso, si è reso conto dell'enormità della cosa. Bugnini riporta le parole di Paolo VI: “I fedeli concluderebbero che 'il Papa ha cambiato il Rosario', e l'effetto psicologico sarebbe disastroso…”. Stupefacente che Paolo VI lo abbia detto a proposito del Rosario, ma in qualche modo non si sia accorto che stava facendo esattamente la stessa cosa per quanto riguarda la Messa.
L'autore manifesta il suo stupore per il fatto che un funzionario vaticano di medio livello potesse arrogarsi il diritto di cambiare una preghiera gloriosa e senza tempo... Di fatto non poteva nemmeno invocare l'aderenza al Vaticano II che neppure lontanamente poteva accennare all'attacco e alla distruzione di tradizioni di preghiera così costanti. Deo gratias!
A questo punto, l'autore non può fare a meno di mettere in evidenza quanto segue [lo trovate approfondito qui]:
L'autore racconta che sua moglie aveva acquistato il ridondante libro di Bugnini La Riforma Liturgica e, dopo averne letto qualche frammento, lo ha messo da parte, totalmente disgustata dall'evidente autocompiacimento, dall'ego monumentale e dal costante disprezzo dell'autore per il rito romano antico di oltre 1500 anni, da lui riformato su incarico di Paolo VI. Ripescato il libro, egli gli ha dato una scorsa, e ha scoperto che colui che aveva posto tanta enfasi sulla “nobile semplicità", eliminando “ripetizioni inutili” e “accrescimenti (per aggiunte) storici”, intendeva distruggere completamente anche il Rosario.
In che modo?
In primo luogo, avrebbe limitato la recita del Padre Nostro ad una sola volta all'inizio del Rosario, eliminandolo dall'inizio di ogni decina. Una “versione pubblica” del Rosario avrebbe contenuto solo una decina di Ave Maria. Non solo ha avuto l'incredibile coraggio di sventrare una preghiera recitata da milioni di persone che la Tradizione ci dice sia stata data direttamente a San Domenico Guzman dalla stessa Beata Vergine, ma stava per distruggere anche l'Ave Maria rimuovendo la parte “non biblica”, cioè tutta la seconda parte da “Santa Maria Madre di Dio” in poi.
Sarebbe rimasto: Ave Maria piena di Grazia il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo grembo (anche la parola Gesù a questo punto avrebbe dovuto essere eliminata). Avrebbe consentito UNA recita di Santa Maria Madre di Dio... in ogni decina. Molto generoso da parte sua!
Ben riconoscibile il principio protestante del Sola Scriptura, col rinnegamento della Tradizione secolare, espressa e consolidata nei secoli di fede vissuta, in parole che esprimono verità ineguagliabili e il profondo sensus fidei di chi le ha codificate, recitandole con grande devozione e custodite da chi, come noi, le ha ricevute nella e dalla Chiesa, le ha accolte e fatte proprie.
Quel “Rosario pubblico” sarebbe servito, come del resto il Novus Ordo Missae, a venire incontro ai protestanti in virtù del famigerato dialogo a tutti i costi e al falso ecumenismo [qui] di conio vaticansecondista. Un atteggiamento con cui era in sintonia lo stesso Paolo VI, il quale evidentemente, in quel caso, si è reso conto dell'enormità della cosa. Bugnini riporta le parole di Paolo VI: “I fedeli concluderebbero che 'il Papa ha cambiato il Rosario', e l'effetto psicologico sarebbe disastroso…”. Stupefacente che Paolo VI lo abbia detto a proposito del Rosario, ma in qualche modo non si sia accorto che stava facendo esattamente la stessa cosa per quanto riguarda la Messa.
L'autore manifesta il suo stupore per il fatto che un funzionario vaticano di medio livello potesse arrogarsi il diritto di cambiare una preghiera gloriosa e senza tempo... Di fatto non poteva nemmeno invocare l'aderenza al Vaticano II che neppure lontanamente poteva accennare all'attacco e alla distruzione di tradizioni di preghiera così costanti. Deo gratias!
A questo punto, l'autore non può fare a meno di mettere in evidenza quanto segue [lo trovate approfondito qui]:
Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna. [Offertorio Novus Ordo]Vedere cosa ha sostituito:
Súscipe, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus, hanc immaculátam hóstiam, quam ego indígnus fámulus tuus óffero tibi Deo meo vivo et vero, pro innumerabílibus peccátis, et offensiónibus, et neglegéntiis meis, et pro ómnibus circumstántibus, sed et pro ómnibus fidélibus christiánis vivis atque defúnctis: ut mihi, et illis profíciat ad salútem in vitam ætérnam. Amen.
(Accogli, o Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, quest'ostia immacolata, che io, indegno tuo servo, offro a te, mio Dio vivo e vero, per gli innumerevoli peccati, offese, negligenze mie e per tutti i qui presenti: come pure per tutti i fedeli cristiani, vivi e defunti, affinché possa giovare sia a me che a loro per la salvezza e la vita eterna. Amen.) [Offertorio Rito antico]Non credo che la Madonna sarebbe stata contenta dell'aggiornamento di Bugnini.
Ma c'è di più. In ambiente anglofono fanno notare che nelle traduzioni della Bibbia è stata rimossa una parte del Saluto Angelico:
Luke 1:28 - Douay-Rheims: "And the angel being come in, said unto her: Hail, full of grace, the Lord is with thee: blessed art thou among women."
Luke 1:28 - NAB: "And coming to her, he said, “Hail, favored one! The Lord is with you.”
"piena di grazia" è diventato "preferita" e manca benedetta tu fra le donne...
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