Oggi compie 90 anni il cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo emerito di Hong Kong e punto di riferimento del cattolicesimo cinese, indomito difensore della libertà della Chiesa. Vogliamo celebrare questo compleanno con la testimonianza di un nostro collaboratore che in questi anni ha avuto modo di frequentarlo da vicino.
Aurelio Porfiri, 13 Gennaio 2022
Il 13 gennaio del 1932 nasceva a Shanghai in una famiglia cattolica Joseph Zen Ze-kiun, oggi Vescovo emerito di Hong Kong e Cardinale, una delle figure più in vista nel panorama cattolico contemporaneo. Allo scoccare dei suoi novant’anni il Cardinale mantiene ancora il suo spirito indomito e continua le battaglie che lo hanno visto impegnato per tutta la vita. Si comprende bene il Cardinale riflettendo su una cosa che lui mi ha raccontato qualche tempo fa, un po' scherzando (ma neanche tanto), quando cioè si lamentava con me che non aveva più le energie per fare lunghi discorsi di cinque ore ma, aggiungeva sornione, ne aveva ancora per farne di quattro ore. In questo c’è molto dello spirito battagliero del Cardinale e se si pensa che la vecchiaia imponga una certa moderazione, allora bisogna desumere che non è invecchiato.
Tutti conoscono il suo lato pubblico, le battaglie per la libertà della Chiesa in Cina, le lotte civili a Hong Kong, l’insoddisfazione per la diplomazia vaticana nelle questioni cinesi. Certo, il Cardinale è tutto questo, ma per chi lo conosce da vicino è anche altro, è una persona di grande semplicità e approcciabilità, una persona di grande simpatia.
La prima volta che l’ho incontrato rimasi impressionato da una cosa in particolare: il modo in cui parlava Italiano. Lo parlava e lo parla quasi senza accento, cosa che poi mi sono spiegato imparando che sin dalla prima adolescenza era stato abituato a parlare la nostra lingua nella casa salesiana a Shanghai dove entrò come postulante. Egli ancora ricorda con commozione il padre Carlo Braga (oggi Servo di Dio) che fu una figura luminosa verso il sacerdozio, una strada in cui è impegnato oramai da più di 60 anni. Una strada che lo ha portato a dover rimanere fermo di fronte alle libertà minacciate nella Chiesa in Cina, dove una para-Chiesa gestisce in nome del governo le attività religiose marginalizzando (o peggio) coloro che scelgono la fedeltà alla Sede di Roma.
Così è dovuto anche ergersi di fronte agli impressionanti cambiamenti nella sua Hong Kong, dove dal 2019 si è acuito lo scontro fra le forze democratiche e l’establishment governativo, il che ha portato all’implementazione di una nuova legge sulla sicurezza nazionale che rende molto difficile poter esercitare qualunque tipo di critica alle istituzioni. La reazione del Vaticano, come accennato sopra, non è stata considerata come adeguata dal Cardinale, che l’ha vista come una dimostrazione di cedevolezza verso le pretese in campo religioso del governo cinese.
Ripeto, ovviamente si è colpiti dal volto pubblico della sua attività e questo è chiaramente comprensibile, eppure la sua parte privata è la più interessante, quel senso dell’amicizia che il Cardinale certamente coltiva. Se si ha l’opportunità di stare con lui fra i suoi confratelli della casa salesiana di Hong Kong, ci si accorge che il Cardinale si comporta come Salesiano tra Salesiani, nulla fa trapelare della sua dignità ecclesiale e questo è molto bello. Non ti fa mai pesare la porpora, anche se a te viene naturale rispettare quella dignità in un uomo che la indossa quasi come un’armatura.
Questo perché il Cardinale ben incarna cosa vuol dire essere equilibrati. Molti lo accusano a volte di non essere equilibrato, ma egli lo è, perlomeno nel senso dato a questa parola dal pensatore brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira: “Equilibrio non è la posizione di un uomo seduto pacatamente su una poltrona. Il vero equilibrio è quello del cavaliere sul suo cavallo, mentre realizza con la massima intensità tutte le sue potenzialità“. Se un poco si conosce il Cardinale, non lo si immaginerebbe pacatamente seduto su una poltrona, ma certamente ce lo possiamo figurare impegnato in quelle battaglie che è necessario combattere per difendere il suo Dio, la sua Chiesa, la sua gente.
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