BastaBugie n.942 del 10 settembre 2025

di Bernardo Tombari
L'Italia è un Paese per vecchi, il fatto è ormai demograficamente assodato. Ma non un Paese di nonni gentili che si mettono al servizio dei più giovani, quanto uno di anziani acidi che vedono i bambini come un incomprensibile fastidio. E per andare incontro a questi, sempre più locali hanno adottato l'assurda politica del childfree: vietato l'accesso a tutti i bambini. È di pochi giorni fa il caso del bagno Bicio Papao di Milano Marittima/Cervia, dove è stato negato l'accesso a una famiglia modenese con un figlio di cinque anni e mezzo.
Il gestore, Walter Meoni, ha risposto alle critiche, tra cui quella del sindaco Matteo Missiroli, e rivendicato la sua politica: "Facciamo così da 33 anni, non odiamo i bambini. All'inizio qui venivano i giovani ed erano le famiglie stesse ad andarsene in altri bagni. Ora vengono persone di tutte le età e scelgono noi perché vogliono stare più serene sapendo che qui non ci sono bambini". Ciò che appare sconcertante non è la scelta del singolo gestore, ma ciò che rivela. Non è un'antipatia personale per i più piccoli, è intercettare un'intera fetta di mercato che non vuole aver a che fare con i bambini in nessuna circostanza.
La stessa fetta di mercato l'ha intercettata l'Osteria del Sole, uno storico ristorante al centro di Bologna, che ha più diplomaticamente "sconsigliato" l'accesso ai minori, e soprattutto dei passeggini, per via dello spazio ridotto. In Italia, per altro, è illegale vietare l'accesso sulla base dell'età, queste politiche si basano quindi sulla speranza che nessuna famiglia si impunti per essere servita. Ciò che appare ancora più assurdo però è l'esigenza di avere questi spazi in uno dei Paesi più vecchi e con il tasso di fertilità più basso in tutto il mondo. I bambini sono già una visione rara in Italia e a molti non basta ancora. Una natalità molto sotto la soglia di sostituzione è comunque troppo alta, evidentemente.
Sembra spenta anche l'indignazione dei fautori dell'inclusività e degli spazi aperti a tutti. Se un bagno scegliesse di vietare l'accesso agli animali domestici, per tutta quella clientela attenta all'igiene che vuole rilassarsi senza peli ed escrementi, probabilmente ci sarebbero state reazioni peggiori. Figuriamoci poi se, per motivi logistici e per lo spazio ridotto, a un disabile venisse negato l'accesso in un ristorante, dicendo che "può andare in tanti altri locali".
Che esistano bambini maleducati che disturbano e possono risultare fastidiosi è innegabile, ma con qualsiasi altra categoria nessuno si permette di generalizzare e vietare in toto l'accesso... come con le famiglie. Non basta che chi mette su famiglia prima dei 30 anni sia reputato un folle, non bastano gli incentivi praticamente inesistenti, quei pochi italiani che ancora fanno figli devono sentirsi anche fastidiosi e indesiderati. Sarebbe bello vedere al contrario il proliferare di locali che scelgono di essere child e family friendly. E si tratterebbe anche di business più sostenibili, perché una società a misura di anziano ha per sua natura vita breve.
Titolo originale: Locali vietati ai bambini, spie di un declino (valoriale ed educativo)
Fonte: Sito del Timone, 3 settembre 2025
Pubblicato su BastaBugie n. 942
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