martedì 30 settembre 2025

Caso Hamilton. Se il cane vale più del bambino




30 set 2025

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by Aldo Maria Valli


di Vincenzo Rizza

Caro Aldo Maria,

qualche mese fa ironizzavo sui nuovi diritti che avanzano e in particolare sul diritto al “congedo animale”, cioè alle proposte di legge che vorrebbero il congedo retribuito in caso di morte di un animale domestico. Mi sono, quindi, avventurato in una previsione di un futuro neppure troppo lontano in cui potrebbero essere estese le prerogative di cui alla legge 104 (per l’assistenza ai familiari disabili) agli animali.

La legge non è stata ancora varata, ma la realtà supera il diritto e così apprendo che Lewis Hamilton, pluricampione di Formula 1 con sette titoli mondiali alle spalle, da quest’anno alla Ferrari con risultati non proprio esaltanti, ha deciso di non scendere in pista per i test programmati dalla Pirelli per stare al fianco di Roscoe. Chi è Roscoe, si chiederanno i non appassionati di automobilismo. Forse un figlio? Forse un caro amico? Nessuno dei due: si tratta del suo cane, in coma dopo una crisi respiratoria.

Il congedo animale è già in mezzo a noi. Basta essere un pilota multimilionario e non serve neppure la legge. Hamilton ha lasciato la pista per il cane, e il paddock – un tempo santuario di velocità – si trasforma in sala d’attesa di una clinica veterinaria. Con tanto di appello social: “Pregate per lui”.

Chissà cosa avrebbero pensato piloti come Villeneuve e Senna: uomini che avrebbero corso anche con una mano fratturata e che avrebbero forse pagato di tasca loro pur di non perdere l’occasione di scendere in pista anche solo per un test.

I tempi cambiano e cambiano sensibilità e priorità. È il progresso.

Peccato che la stessa sensibilità non sia manifestata per ben altre priorità. Così se da un lato il buon Hamilton chiede oggi di pregare per Roscoe, tempo fa, dopo la sentenza dei giudici della Corte Suprema americana che ha ribaltato quella nota come “Roe v. Wade” in materia di aborto, dichiarava di essere “disgustato dalla decisione presa oggi dalla Corte Suprema degli Stati Uniti. Non capisco perché chi è al potere abbia spinto e continui a spingere per strappare via i diritti a milioni di persone. Questa decisione impatterà sulle persone più vulnerabili tra di noi. Donne, persone di colore e membri della comunità LGBTQIA+ e così via”.

Preghiere per Roscoe, allora, ma nessuna pietà e nessuna preghiera per milioni di bambini che non vedranno mai la luce, sacrificati sull’altare di quei “diritti” o pseudo tali che negano ogni voce a chi è ancora nel grembo materno e non ha modo di postare sui social il suo dissenso.

In fondo è il paradosso della modernità: il cane vale più del nascituro umano. E guai a dire il contrario se non si vuole essere oggetto del disgusto altrui.




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