Articolo pubblicato il 13 settembre sul quotidiano Roma, in cui Maurizio Dente intervista il card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo emerito di Genova e Presidente emerito della Conferenza episcopale italiana (dal 2007 al 2017).
Il Prelato mette in luce i segnali di speranza che stanno emergendo con il nuovo Pontificato e si esprime con chiarezza sulla liturgia tradizionale: «Santa Messa tradizionale? Non vedo problemi, se tutto si fa con benevolenza».
«Papa Leone XIV lavora per una Chiesa unita»
di Maurizio Dente
«C’è bisogno di una Chiesa sempre più unita, e il nuovo Papa, fin da quando si è affacciato alla loggia delle benedizioni della Basilica di San Pietro in Vaticano ha richiamato questa necessità, con grande fermezza e tenerezza», dice il card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo emerito di Genova e per due mandati Presidente della Conferenza episcopale italiana. Parlando con il quotidiano Roma a Cava de’ Tirreni, dove è intervenuto alle celebrazioni per la Vergine dell’Olmo, il card. Bagnasco segnala motivi di speranza: «Vedo molti germogli di fede che crescono in quello che appare il deserto spirituale dell’Europa. Nelle famiglie e nei giovani con i quali parlo spesso. Hanno bisogno di coltivare l’anima».
La pratica religiosa diminuisce, ma le devozioni popolari resistono…
Pensavo che la devozione popolare fosse radicata soprattutto al Sud, ma ho dovuto ricredermi: anche al Nord, soprattutto nelle vallate, trovo una grande partecipazione e tradizioni molto belle, che si mantengono nei secoli. E c’è una partecipazione dei giovani alle processioni, al servizio liturgico, ai festeggiamenti. Non è solo folklore, ma esprime un’anima religiosa ed è legata alla Madonna e ai Santi.
L’urgenza, per il nuovo Papa, è quella di riunire e pacificare una Chiesa divisa?
Già dalla loggia delle benedizioni della Basilica di San Pietro in Vaticano Papa Leone XIV ha richiamato con fermezza, ma anche dolcezza, la necessità di un Chiesa sempre più unita. Certo, in tutti i tempi ci sono state delle opinioni diverse in campo pastorale, non sulle verità di fede. Ma bisogna essere attenti anche in questo campo.
Tra le iniziative per riunire e pacificare include anche un allentamento delle restrizioni imposte alla Santa Messa tradizionale?
Sono stato per diversi anni alla Congregazione per le Chiese Orientali, e ho verificato che nella Chiesa cattolica ci sono più di trenta riti liturgici. Non ho mai visto e non vedo ora come la forma straordinaria del Rito Romano, che è unico, come ha chiarito Papa Benedetto XVI, possa, come accade per il Rito Ambrosiano, creare problemi. Non vedo né rischi né pericoli se le cose si fanno serenamente e con benevolenza da parte di tutti.
Lei ha richiamato in passato la dottrina in materia di omosessualità. Che cosa dice del Giubileo per i gruppi LGBTQ che si è appena svolto?
La dottrina della Chiesa e il magistero sono molto chiari, su questo come su altri temi morali e si radicano nella Bibbia. Ciascuno può attraversare la porta santa del Giubileo, che è aperto a ogni persona, che può guardare la propria vita alla luce del Vangelo. Non i gruppi, le categorie, gli status, le singole persone. Nessuno partecipa come gruppo, che non sostituisce, come le categorie e i partiti, la persona.
Infine, sulle preoccupazioni che ormai attraversano da mesi i popoli europei per una escalation dei conflitti in atto tra Russia e Ucraina e tra Israele e Gaza, ecco come (nel video, sotto e QUI) il card. Angelo Bagnasco ha risposto: «Il peggio è già in atto. Ma, anche se c’è qualcuno che vuole una guerra più vasta, ci perderebbe. E spero che questo possa agire da deterrente».
Durante l’omelia pronunciata nella Messa per le celebrazioni della Madonna dell’Olmo, a Cava de’ Tirreni, il card. Angelo Bagnasco ha esortato i circa cinquecento fedeli presenti a essere, rispetto al materialismo imposto dal mondo, «dissidenti, antagonisti evangelici di una cultura che predica l’assenza di Dio, mentre il cuore dell’uomo ne sente l’assoluto bisogno».
Pensavo che la devozione popolare fosse radicata soprattutto al Sud, ma ho dovuto ricredermi: anche al Nord, soprattutto nelle vallate, trovo una grande partecipazione e tradizioni molto belle, che si mantengono nei secoli. E c’è una partecipazione dei giovani alle processioni, al servizio liturgico, ai festeggiamenti. Non è solo folklore, ma esprime un’anima religiosa ed è legata alla Madonna e ai Santi.
L’urgenza, per il nuovo Papa, è quella di riunire e pacificare una Chiesa divisa?
Già dalla loggia delle benedizioni della Basilica di San Pietro in Vaticano Papa Leone XIV ha richiamato con fermezza, ma anche dolcezza, la necessità di un Chiesa sempre più unita. Certo, in tutti i tempi ci sono state delle opinioni diverse in campo pastorale, non sulle verità di fede. Ma bisogna essere attenti anche in questo campo.
Tra le iniziative per riunire e pacificare include anche un allentamento delle restrizioni imposte alla Santa Messa tradizionale?
Sono stato per diversi anni alla Congregazione per le Chiese Orientali, e ho verificato che nella Chiesa cattolica ci sono più di trenta riti liturgici. Non ho mai visto e non vedo ora come la forma straordinaria del Rito Romano, che è unico, come ha chiarito Papa Benedetto XVI, possa, come accade per il Rito Ambrosiano, creare problemi. Non vedo né rischi né pericoli se le cose si fanno serenamente e con benevolenza da parte di tutti.
Lei ha richiamato in passato la dottrina in materia di omosessualità. Che cosa dice del Giubileo per i gruppi LGBTQ che si è appena svolto?
La dottrina della Chiesa e il magistero sono molto chiari, su questo come su altri temi morali e si radicano nella Bibbia. Ciascuno può attraversare la porta santa del Giubileo, che è aperto a ogni persona, che può guardare la propria vita alla luce del Vangelo. Non i gruppi, le categorie, gli status, le singole persone. Nessuno partecipa come gruppo, che non sostituisce, come le categorie e i partiti, la persona.
Infine, sulle preoccupazioni che ormai attraversano da mesi i popoli europei per una escalation dei conflitti in atto tra Russia e Ucraina e tra Israele e Gaza, ecco come (nel video, sotto e QUI) il card. Angelo Bagnasco ha risposto: «Il peggio è già in atto. Ma, anche se c’è qualcuno che vuole una guerra più vasta, ci perderebbe. E spero che questo possa agire da deterrente».
Durante l’omelia pronunciata nella Messa per le celebrazioni della Madonna dell’Olmo, a Cava de’ Tirreni, il card. Angelo Bagnasco ha esortato i circa cinquecento fedeli presenti a essere, rispetto al materialismo imposto dal mondo, «dissidenti, antagonisti evangelici di una cultura che predica l’assenza di Dio, mentre il cuore dell’uomo ne sente l’assoluto bisogno».





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