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by Aldo Maria Valli
di Vincenzo Rizza
L’epilogo della seconda assemblea sinodale delle Chiese in Italia è l’emblema di una Chiesa allo sbando, sballottata, come diceva il buon Benedetto XVI, “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”.
La bocciatura del documento finale (ritenuto troppo vago e sintetico sui nuovi temi che stanno a cuore al progressismo imperante) e il rinvio della votazione a ottobre (con conseguente rinvio a novembre dell’Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana che si sarebbe dovuta tenere a maggio) è la dimostrazione che la sinodalità allargata ai laici, tanto magnificata (a parole), sta trasformando la neo-chiesa in uscita nella parodia di una pseudo democrazia partecipativa.
Come nelle peggiori assemblee i delegati (da chi?) si sono divisi in modernisti (la maggior parte), centristi e tradizionalisti rappresentando non certo il popolo di Dio ma se stessi in un consesso autoreferenziale il cui obiettivo non sembra quello di mettere al centro Cristo ma le loro personali idee di riforma della Chiesa.
Cosa importa cosa dice il Vangelo e ciò che la Chiesa ha insegnato per secoli? L’importante è camminare insieme. Verso dove non si sa.
La Verità non esiste più. O meglio, esiste una verità per ogni stagione e così ciò che era vero ieri non lo è oggi e ciò che è vero oggi non lo sarà domani (“chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato” scriveva Orwell). Una verità “evolutiva” che riflette il relativismo imperante della nostra epoca. Una verità che non guarda al Cristo, ma alla volubilità di una maggioranza (se maggioranza può definirsi una manciata di delegati) più o meno qualificata che ritiene di poter decidere per milioni di cattolici italiani sulla base degli umori del momento.
La Chiesa, allora, non più la Madre e Maestra che ha il compito di trasmettere “il deposito della morale cristiana, composto da un insieme caratteristico di norme, di comandamenti e di virtù che derivano dalla fede in Cristo e che sono vivificati dalla carità” (così l’art. 3 del capitolo terzo, sezione prima, parte terza del Catechismo), ma è assemblea permanente, scimmiottatura delle assemblee dell’Onu e dei parlamenti nazionali e sovranazionali con discussioni, emendamenti, slogan e proteste degni delle migliori kakistocrazie.
Parafrasando il Vangelo di Matteo, “converti il tuo sinodo al suo posto. Perché tutti coloro che ricevono il sinodo periranno per il sinodo”.
by Aldo Maria Valli
di Vincenzo Rizza
L’epilogo della seconda assemblea sinodale delle Chiese in Italia è l’emblema di una Chiesa allo sbando, sballottata, come diceva il buon Benedetto XVI, “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”.
La bocciatura del documento finale (ritenuto troppo vago e sintetico sui nuovi temi che stanno a cuore al progressismo imperante) e il rinvio della votazione a ottobre (con conseguente rinvio a novembre dell’Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana che si sarebbe dovuta tenere a maggio) è la dimostrazione che la sinodalità allargata ai laici, tanto magnificata (a parole), sta trasformando la neo-chiesa in uscita nella parodia di una pseudo democrazia partecipativa.
Come nelle peggiori assemblee i delegati (da chi?) si sono divisi in modernisti (la maggior parte), centristi e tradizionalisti rappresentando non certo il popolo di Dio ma se stessi in un consesso autoreferenziale il cui obiettivo non sembra quello di mettere al centro Cristo ma le loro personali idee di riforma della Chiesa.
Cosa importa cosa dice il Vangelo e ciò che la Chiesa ha insegnato per secoli? L’importante è camminare insieme. Verso dove non si sa.
La Verità non esiste più. O meglio, esiste una verità per ogni stagione e così ciò che era vero ieri non lo è oggi e ciò che è vero oggi non lo sarà domani (“chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato” scriveva Orwell). Una verità “evolutiva” che riflette il relativismo imperante della nostra epoca. Una verità che non guarda al Cristo, ma alla volubilità di una maggioranza (se maggioranza può definirsi una manciata di delegati) più o meno qualificata che ritiene di poter decidere per milioni di cattolici italiani sulla base degli umori del momento.
La Chiesa, allora, non più la Madre e Maestra che ha il compito di trasmettere “il deposito della morale cristiana, composto da un insieme caratteristico di norme, di comandamenti e di virtù che derivano dalla fede in Cristo e che sono vivificati dalla carità” (così l’art. 3 del capitolo terzo, sezione prima, parte terza del Catechismo), ma è assemblea permanente, scimmiottatura delle assemblee dell’Onu e dei parlamenti nazionali e sovranazionali con discussioni, emendamenti, slogan e proteste degni delle migliori kakistocrazie.
Parafrasando il Vangelo di Matteo, “converti il tuo sinodo al suo posto. Perché tutti coloro che ricevono il sinodo periranno per il sinodo”.
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