
Il Cardinale Gerhard Ludwig Müller
Il dibattito
Conferenza dedicata al tema del ritorno della Tradizione
Rosa Benigno, 24 Febbraio 2025
NAPOLI. «Lo scopo dell’unità della Chiesa non è raggiungere l’uniformità. Non siamo una caserma dove si richiede obbedienza militare. Nella Chiesa l’obbedienza va intesa nella dimensione spirituale: come l’obbedienza a Cristo. E i vescovi, i presbiteri devono occuparsi di attirare anime, insegnare e somministrare i sacramenti, non sopprimerli».
Sono alcuni indirizzi pastorali che il Cardinale Gerhard Ludwig Müller ha impartito ai fedeli della Messa in Latino, a Napoli, promotori di una Conferenza dedicata al tema del ritorno della Tradizione. I Coetus Fidelium della Diocesi partenopea soffrono di una emarginazione a cui sono stati relegati dalla Curia retta dal Cardinale Domenico Battaglia, con la negazione delle chiese, dove venivano celebrate da anni le messe con rito tridentino, e dei sacerdoti dai quali venivano seguiti.
Il Cardinale Muller ha concesso a margine della conferenza un’ampia intervista al Roma online, toccando argomenti come le trattative per la pace tra Russia e Ucraina; l’immigrazione; la ricchezza delle numerose forme liturgiche; dell’obbligo di rispettare la vita umana e il suo naturale sviluppo: rigettando la tesi di eventuali dimissioni di Papa Francesco, gravemente malato. Tutti aspetti racchiusi in un unico grande insegnamento, ha spiegato Müller: quello dell’Amore, come Gesù Cristo lo ha testimoniato fino ad accettare la morte.
«Ed è questa la Tradizione della Chiesa» ha più volte sottolineato l’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. «Sulla celebrazione della Messa in latino da parte dei Vescovi occorre maggiore liberalità - ha affermato il Cardinale - non si tratta di sopprimere i sacramenti, ma di aprirli alla gente. Nessuna novità è possibile senza la Tradizione».
«Ricevere i sacramenti e celebrarli - ha aggiunto l’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede - è più importante che unificare i riti della Chiesa, che sono più di 20». «I fedeli del rito antico - ha proseguito Müller - non esprimono una distanza o una separazione dalla Chiesa, e Vescovi e sacerdoti debbono concentrarsi sul fatto che la gente venga in chiesa piuttosto che su un’unica forma del rito latino, quella ordinaria. Papa Benedetto XVI aveva trovato una ottima soluzione, parlando di una forma “extraordinaria” del rito romano. Non è giusto per un pastore sopprimere la Messa in rito antico perché ci si vuole presentare come esecutori di un ordine che viene dall’alto. L’obbedienza e la disciplina hanno per scopo la purezza della Chiesa, non l’uniformità. La Chiesa non è una caserma con obbedienza militare, ha una dimensione spirituale. L’unificazione dei riti non favorisce la vita religiosa e sopprimere un’attività religiosa non è nello spirito cattolico».
NAPOLI. «Lo scopo dell’unità della Chiesa non è raggiungere l’uniformità. Non siamo una caserma dove si richiede obbedienza militare. Nella Chiesa l’obbedienza va intesa nella dimensione spirituale: come l’obbedienza a Cristo. E i vescovi, i presbiteri devono occuparsi di attirare anime, insegnare e somministrare i sacramenti, non sopprimerli».
Sono alcuni indirizzi pastorali che il Cardinale Gerhard Ludwig Müller ha impartito ai fedeli della Messa in Latino, a Napoli, promotori di una Conferenza dedicata al tema del ritorno della Tradizione. I Coetus Fidelium della Diocesi partenopea soffrono di una emarginazione a cui sono stati relegati dalla Curia retta dal Cardinale Domenico Battaglia, con la negazione delle chiese, dove venivano celebrate da anni le messe con rito tridentino, e dei sacerdoti dai quali venivano seguiti.
Il Cardinale Muller ha concesso a margine della conferenza un’ampia intervista al Roma online, toccando argomenti come le trattative per la pace tra Russia e Ucraina; l’immigrazione; la ricchezza delle numerose forme liturgiche; dell’obbligo di rispettare la vita umana e il suo naturale sviluppo: rigettando la tesi di eventuali dimissioni di Papa Francesco, gravemente malato. Tutti aspetti racchiusi in un unico grande insegnamento, ha spiegato Müller: quello dell’Amore, come Gesù Cristo lo ha testimoniato fino ad accettare la morte.
«Ed è questa la Tradizione della Chiesa» ha più volte sottolineato l’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. «Sulla celebrazione della Messa in latino da parte dei Vescovi occorre maggiore liberalità - ha affermato il Cardinale - non si tratta di sopprimere i sacramenti, ma di aprirli alla gente. Nessuna novità è possibile senza la Tradizione».
«Ricevere i sacramenti e celebrarli - ha aggiunto l’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede - è più importante che unificare i riti della Chiesa, che sono più di 20». «I fedeli del rito antico - ha proseguito Müller - non esprimono una distanza o una separazione dalla Chiesa, e Vescovi e sacerdoti debbono concentrarsi sul fatto che la gente venga in chiesa piuttosto che su un’unica forma del rito latino, quella ordinaria. Papa Benedetto XVI aveva trovato una ottima soluzione, parlando di una forma “extraordinaria” del rito romano. Non è giusto per un pastore sopprimere la Messa in rito antico perché ci si vuole presentare come esecutori di un ordine che viene dall’alto. L’obbedienza e la disciplina hanno per scopo la purezza della Chiesa, non l’uniformità. La Chiesa non è una caserma con obbedienza militare, ha una dimensione spirituale. L’unificazione dei riti non favorisce la vita religiosa e sopprimere un’attività religiosa non è nello spirito cattolico».
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