sabato 12 aprile 2025

Il poncho di Francesco e la “svolta antropologica”











L’uscita di papa Francesco senza la veste bianca fa pensare a ciò che molti chiamano “secolarizzazione del papato”. La Chiesa ha sempre cercato di nascondere l’uomo sotto il vestito, per un motivo serio: nascondere l’uomo per mettere in evidenza Dio. Ora si segue un percorso inverso.


La questione

Dottrina sociale 


Stefano Fontana, 12-04-2025

L’uscita in pubblico di papa Francesco senza la veste bianca, con le cannule al naso, in pantaloni neri e coperto da una camicia somigliante ad un poncho è stata l’ultimo caso di quanto molti chiamano “secolarizzazione del papato”. Anche durante la degenza all’ospedale Gemelli le notizie insistevano su un punto: il Papa aveva dato disposizioni affinché i bollettini medici diramassero informazioni reali, come per ogni altro paziente. Il Papa, alla fine, non è altro che un uomo. I cardinali, commentando quella degenza, continuamente segnalavano che Francesco aveva messo a nudo la sua umanità e si era mostrato come uno di noi, senza paludamenti. Tornando indietro con la memoria all’intero pontificato, tutti ricordiamo molti altri messaggi di questo tenore, come andare di persona dall’oculista o portarsi la borsa a mano nei suoi viaggi in aereo. Più in generale si può anche dire che Francesco non ha mai moderato il suo carattere ed è stato sempre se stesso, ossia un uomo, meglio: quell’uomo. Ci si sta avviando verso un Papa non più vestito di bianco, che si sposta in metropolitana, che magari non abita più non solo nel Palazzo apostolico – questo già avviene con Francesco – ma nemmeno più in Vaticano né a Roma? Il poncho lascia presagire questi sviluppi.

La Chiesa ha sempre cercato di nascondere l’uomo sotto il vestito. Il motivo è serio: il percorso consiste nel nascondere l’uomo per mettere in evidenza Dio. L’individualità del Papa deve essere messa da parte, per dare spazio alla funzione di Pietro. Francesco è ancora Bergoglio, ma quello che dice come Papa non è di Bergoglio, è di Pietro. Serve una “protezione” degli aspetti strettamente individuali, anche dal punto di vista visivo, affinché gli aspetti umani, che non vanno disprezzati ma correttamente inquadrati, non abbiano il sopravvento. Il Papa spettinato, malvestito o colto in momenti molto privati di qualsiasi tipo essi siano, può suscitare vicinanza e affetto sentimentale, ma anche l’annebbiamento della dimensione trascendente del suo posto nella Chiesa. Ovviamente queste osservazioni valgono non solo per il Papa, ma soprattutto per lui.

La “svolta antropologica” della teologia contemporanea consiste nel non parlare più di Dio ma dell’uomo. Non si tratta più di vedere nell’uomo un qualche rimando a Dio, ma di vedere in Dio un rimando all’uomo. Il Papa fa il Papa non sovrapponendo qualche dimensione, diciamo così “sacrale”, alla sua umanità, ma al contrario eliminando ogni sembianza di sacralità perché Dio si mostra nella nostra umanità. Dio opera con le mani dei medici del Gemelli, con l’affetto umano dei fedeli in sosta nel cortile dell’ospedale a guardare in su verso la finestra della stanza del Papa; e pregare per il Papa diventa spesso un pregare per Bergoglio.





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