lunedì 18 marzo 2024

Mons. Giusti, vescovo di Livorno, a "schiena dritta" con gli atei




Mons. Simone Giusti, Vescovo di Livorno, prende una decisione difficile e giusta in questi tempi tristi, rifiutando un assurdo protocollo con gli atei e viene attaccato da Arci Atea (vedere sotto, non sapevamo che l'Arci avesse un settore dedicato agli atei, pensavamo che si limitassero ai gay e alle lesbiche).
Notate, in fondo all'articolo, "dio" scritto minuscolo.
Luigi C.


 18 MARZO 2024




ArciAtea, 13-3-24

Il vescovo cattolico di Livorno Simone Giusti non intende sottoscrivere un protocollo con il Comune e con le altre confessioni religiose e orientamenti filosofici aconfessionali; perché non vuole dialogare con i “senza Dio”? perché vuole mantenere una “posizione privilegiata“ nei confronti delle altre confessioni religiose?

La storia è un po’ complessa, vediamola in sintesi. A Livorno esiste dal 2006 un tavolo delle religioni presieduto dal sindaco, che coinvolge numerose confessioni religiose ma non le associazioni degli atei e agnostici. Nel 2019 è stato stipulato un contratto fra Azienda USL Toscana NordOvest e Comune di Livorno, in rappresentanza del “Tavolo delle religioni” per l’assistenza spirituale e morale alle persone credenti e non credenti, affidando in comodato d’uso al Tavolo un locale nell’ospedale, denominato “Sala multireligiosa”.

È opportuno ricordare che i servizi di assistenza religiosa o spirituale assicurati a non cattolici, almeno nel SSN, si applicano anche ai non credenti in base all’art 38 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, combinato con l’art.3 della Costituzione Italiana e in base all’art.52 c.2 del Trattato Costituzionale Europeo, ratificato dal Parlamento italiano il 7 aprile 2005, che equipara lo status delle associazioni filosofiche non confessionali a quello delle confessioni religiose.

Il Gruppo nazionale di lavoro per la stanza del silenzio e dei culti e ArciAtea APS, sono intervenuti per superare l’esclusione delle associazioni aconfessionali (nel caso ArciAtea e UAAR); il 30 ottobre 2020 si è tenuto a Livorno un importante convegno in materia, i relativi atti sono stati pubblicati nel settembre 2022.

Il Comune di Livorno e le confessioni religiose aderenti al Tavolo hanno accolto queste sollecitazioni. Il 10 ottobre 2023 è stata concordata la bozza di “un nuovo Protocollo d’Intesa, già risultato di precedenti confronti tra Amministrazione e partecipanti, che garantisca una maggiore inclusività riconoscendo la volontà di Confessioni di fede e di Associazioni filosofiche aconfessionali di aderire anche formalmente al Tavolo”. L’ampliamento del “Tavolo delle religioni e delle spiritualità” (questa è la nuova denominazione) è stato recepito dal Comune di Livorno con la delibera del 1° dicembre 2023.

Poi – sorprendentemente, visto che questo percorso era stato condiviso anche dal rappresentante della chiesa cattolica – il vescovo di Livorno ha comunicato, con una lettera privata al sindaco, che non avrebbe firmato. Gli altri partecipanti al Tavolo hanno scritto al vescovo (“Desideriamo pertanto invitarla a prendere parte alla prossima riunione del Tavolo per poterci comunicare personalmente le Sue perplessità sul nuovo Protocollo e per avviare un confronto che porti a ritrovare un accordo tra tutti gli aderenti sulla natura e gli scopi del Tavolo”) ma senza ottenere risposta. Sembra che l’ostacolo alla sottoscrizione sia la presenza di associazioni atee; se così fosse, la decisione del vescovo contrasterebbe con le tante entusiastiche comunicazioni sulle “aperture” ecumeniche della chiesa cattolica.

L’ecumenismo della chiesa cattolica – al di là delle varie suggestioni offerte dalla comunicazione e rilanciate dai media compiacenti – sembra quindi essere niente altro che il desiderio di riportare nel proprio ovile le “pecorelle smarrite”, cioè non un vero dialogo per una comune ricerca, ma un percorso per riaffermare la propria Verità Assoluta. Questo “ecumenismo” si rivolgerebbe, a cerchi concentrici, innanzi tutto ai cristiani scismatici, poi un po’ agli abramitici (ebrei, cristiani e musulmani), poi forse un po’ talvolta anche agli altri credenti; ma i miscredenti in dio, portatori del relativismo del pensiero scientifico della modernità, sembra che debbano restare fuori anche dell’ultimo cerchio.





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