martedì 5 marzo 2024

La Francia ha deciso di avere il triste privilegio di essere l’unico Paese al mondo a ratificare l’aborto nella sua Costituzione


Feto di 12 settimane nel grembo materno


Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog il discorso pronunciato da Jean-Pierre Maugendre alla manifestazione organizzata dalla Marcia per la Vita a Versailles il 04 marzo 2024 e pubblicato su Renaissance Catholique. Visitate il sito e valutate liberamente le varie opzioni offerte e le eventuali richieste. Ecco il discorso nella traduzione da me curata.

Dal blog di  Sabino Paciolla 5 Marzo 2024



Cari amici,

Grazie per essere qui in questo giorno di lutto per ricordarci la sacralità della vita umana innocente.

La storia può essere crudele! Ieri, il castello di Versailles era il simbolo universalmente riconosciuto e invidiato della grandezza e dell’influenza intellettuale, artistica e spirituale della Francia. Oggi, lo stesso luogo è teatro di un evento che né Luigi XIV né alcuno dei suoi contemporanei avrebbe potuto immaginare: l’incisione solenne, nella massima forma giuridica, del diritto illimitato all’aborto.

Domani i nostri discendenti guarderanno a questa realtà con lo stesso sguardo incredulo con cui noi guardiamo alla banalizzazione della schiavitù nei nostri Paesi dal XVI al XIX secolo. Ieri, persone unanimemente considerate umane, perché battezzabili, venivano ridotte in schiavitù. Oggi, un embrione di 14 settimane che nessuno mette in dubbio sia un bambino – come conferma tutta la genetica moderna – può essere ucciso dalla madre senza che il padre abbia voce in capitolo.

Questo spaventoso intorpidimento generale delle coscienze è un dato di fatto. Non è la prima volta nella storia dell’umanità e non dobbiamo sorprenderci o scoraggiarci. Così come la Russia sovietica è stata il primo Paese al mondo a legalizzare l’aborto nel 1920, la Francia avrà il triste privilegio di essere l’unico Paese al mondo ad oggi a sancire il diritto all’aborto nella sua legge suprema. Una triste fama per un Paese devastato da una crisi sociale, economica, demografica e di civiltà di rara gravità. Guai alla città il cui principe è un bambino”, ci dice la Scrittura, “e tanto più se è capriccioso e narcisista…”.

Contro i potenti di oggi non difendiamo un’ideologia, ma la realtà che un essere umano esiste nel grembo di sua madre fin dal momento del concepimento. Siamo gli indegni ma tenaci eredi di Antigone, che ricordava a Creonte l’esistenza delle “leggi eterne e immutabili volute dagli dei”, e di Cassandra, che prediceva le prossime sventure di Troia. Dalla parabola del figliol prodigo sappiamo che nell’economia divina le conversioni necessarie non avvengono nel piacere e nell’agio, ma nel dolore e nelle difficoltà.

Colpiti, ma non sorpresi, dal clima di paura e di terrore che la lobby della cultura della morte e i suoi media stanno imponendo al nostro Paese e ai nostri rappresentanti eletti, ci rifiutiamo di disperare o di scoraggiarci. La nostra fede nel destino della Francia rimane intatta, nella certezza che, con l’aiuto di Dio, Davide trionferà sempre su Golia.

Di fronte a una nuova barbarie ammantata di libertà femminile, che in realtà, come dice Bernanos, non è altro che la “liberazione della cerniera”, noi difendiamo i più deboli: il bambino, già concepito o che deve ancora nascere, e le donne che troppo spesso sono ingannate sulle reali conseguenze dell’aborto e che talvolta sono trattate come semplici oggetti di piacere da maschi irresponsabili.

Impegnati a costruire un futuro meno crudele del presente e del passato, accettiamo fin d’ora di vedere le nostre parole mascherate da ideologi perversi per sedurre folle credulone. Come annunciava a suo tempo Louis Veuillot, se gli anni a venire sembrano prometterci un lungo periodo di battaglie mediocri senza vittoria apparente, di abbattimenti di ogni genere; se saremo derisi, disprezzati, espulsi dalla vita pubblica; se in questo martirio del disprezzo dovremo subire il trionfo degli stolti e la gloria dei pazzi, Dio, da parte sua, ci riserva un ruolo la cui grandezza feconda e duratura non rifiuteremo né ignoreremo. Ci dà la sua verità da portare, diminuita e ridotta come una fiaccola d’altare che può essere messa nelle mani di un bambino, e ci ordina di sfidare la tempesta perché, a patto che la nostra fede non si indebolisca, la fiamma viva non solo non si spegnerà, ma non tremolerà nemmeno! La terra ci coprirà con la sua polvere, l’oceano ci sputerà addosso la sua schiuma, saremo calpestati dalle bestie scatenate contro di noi, ma supereremo questo brutto momento della storia umana. La piccola luce nelle nostre mani lacerate non perirà. Riaccenderà il fuoco divino, acceso da Colui che è la Via, la Verità e la Vita, illuminando con il suo splendore il destino dei bambini sacrificati, delle donne ferite e degli uomini ingannati.

Vi ringrazio tutti.

Jean-Pierre Maugendre








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