martedì 16 luglio 2024

Elettrofollia. Ma sembra che la realtà non dica niente a questi signori eurodeputati.





di Julio Loredo

La più grande Commissione del Parlamento Europeo è quella per l’ambiente, con ben ottantotto deputati membri. Leggiamo nel sito ufficiale del Parlamento: “Si tratta di un simbolo forte e di un segnale chiaro che sottolinea la necessità che l’UE proceda più speditamente e con maggiore ambizione nella lotta contro i cambiamenti climatici”.

Il fior all’occhiello di questa Commissione è la conversione del parco macchine all’elettrico. Infatti, nel 2022 il suo presidente Pascal Canfin annunciò che, dal 2035, non saranno più ammesse in Europa macchine a motore endotermico.

Sembra che ai paladini di questa politica non importi l’impatto che tale mossa avrà sull’economia e sulla società europea. Loro hanno l’agenda “verde” e vogliono imporla ad ogni costo. Ogni tanto, però, dalla realtà provengono dei segnali preoccupanti. Lo scorso 23 giugno, per esempio, è stato pubblicato uno studio del Institut de Recherches Economiques et Fiscales (IREF) a proposito della conversione all’elettrico in Francia.

“I difensori di questa politica – leggiamo nell’Introduzione – avrebbero almeno dovuto menzionare i problemi che sorgeranno per la nostra industria automobilistica, e saranno enormi; avrebbero dovuto sollevare la questione dell’aumento dei prezzi per i consumatori, quella delle terre rare, che non abbiamo, o quella dell’eliminazione delle batterie a fine vita. E, naturalmente, approfondiamo l’aspetto energetico, su cui ci concentreremo principalmente qui”.

L’autoparco francese consuma cinquanta miliardi di litri di benzina e diesel ogni anno. Per produrre la stessa energia, serviranno 100 miliardi di kWh. Tale energia, continua lo studio, potrà essere prodotta in modo affidabile solo dai reattori nucleari. Sarebbe quindi necessario costruire una quindicina di nuovi reattori per fornire questi 100 miliardi di kWh. Addio alla politica di denuclearizzazione! (E io mi domando cosa farà la nostra Italia senza reattori).

E non esistono altre possibilità. La produzione di elettricità con mezzi non nucleari produce molto più CO2 di quello che risparmia con le macchine elettrice. La Germania, per esempio, produce otto volte più CO2 della Francia, e la Polonia ben sedici volte più.

Poi c’è il problema della distribuzione.

Lo studio dell’IREF mostra come, per soddisfare il bisogno degli automobilisti, un’area di servizio che abbia venti pompe di benzina/diesel, dovrà sostituirle con ben 200 prese di corrente, per un totale erogato di venti MW d’elettricità. Vale a dire, l’intero fabbisogno della città di Marsiglia… Un incubo anche dal punto di vista urbanistico.

E sarà anche un incubo per i viaggi lunghi, per esempio durante le vacanze. Per non dover fermarsi trenta minuti ogni ora di viaggio, le macchine dovranno essere dotate di batterie pesanti, di tipo industriale, molto più invasive e inquinanti delle attuali macchine diesel.

Ma sembra che la realtà non dica niente a questi signori eurodeputati. E perché dovrebbe? Loro viaggiano in prima classe e hanno benefici che la maggior parte degli europei può appena sognare.




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