venerdì 19 aprile 2024

Quando l'aborto diventa valore in sé



Si assiste ogni giorno a pseudo-dibattiti penosi nei quali viene tolta la voce – interrompendolo con disprezzo: penso ad es. a Borgonovo silenziato dalla Panella su La7 – a chiunque osi difendere il recente emendamento che si limita a favorire servizi consultoriali per le donne che abbiano bisogno di aiuto per non abortire. Sui media è una situazione ricorrente non poter uscire dal pensiero unico incistatosi ovunque. In questo caso i sinistrati di sinistra pretendono che la loro intransigenza significhi difendere le donne tout court. Purtroppo nessuno contrasta l'aborto; ma, secondo loro, quello che chiamano diritto deve diventare obbligo anche per chi, potendo, sceglierebbe la vita.




Antonio Catalano, 17 aprile 2024

Ma che vuoi che siano i diritti sociali (lavoro, sicurezza sul lavoro, sanità, accessibilità ai servizi), che vuoi che sia il diritto del popolo alla propria autodeterminazione, che vuoi che sia l’aspirazione del popolo alla pace e a non essere coinvolto in guerre non sue? Niente, zero assoluto rispetto all’aborto considerato diritto umano a prescindere. Quando la stessa legge 194 non sancisce la libertà di abortire ma impegna lo Stato a garantire «il diritto alla maternità cosciente e responsabile», a riconoscere «il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio».

Per questo nascevano i consultori (in cui ho lavorato per due anni appena istituiti): rendere consapevole il percorso alla maternità e non invece come mero strumento di ratifica dell’intenzione di procedere all’interruzione di gravidanza. Perché per molte donne la decisione di abortire non è affermazione di libertà, ma risposta dolorosa e sofferta a una condizione di difficoltà sociale e spesso anche morale. Invece per il mondo cosiddetto progressista, che va dal Pd alla Bonino dai 5stelle ai Verdi, l’aborto è diventata bandiera di libertà della donna, per cui neanche lasciarsi sfiorare dall’idea che quasi sempre la donna vive questa drammatica decisione come rimedio disperato e non, come invece bellamente amano riempirsi la bocca questi presunti difensori di diritti, come affermazione di libertà.

Costoro in questi giorni scalpitano, urlano perché il goveno ha approvato un emendamento che nient’altro fa che rispettare lo stesso spirito della legge 194, secondo il quale le Regioni senza oneri a carico della finanza pubblica organizzano servizi consultoriali anche coinvolgendo soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità.

Se una donna, consapevolmente e liberamente, decide infine di continuare la gravidanza non è una decisione da salutare con gioia? Per i progressisti invece l’aborto è un valore, valore in sé, valore addirittura da introdurre nella Costituzione, così come fatto dall’Unione europea. Che pena!




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