martedì 15 luglio 2025

La bandiera Ue è ispirata alla Madonna ma la presidente Ue la censura





Von der Leyen celebra la bandiera Ue (e dimentica la Madonna)


di Giuliano Guzzo, 1 Luglio 2025

Tu chiamale, se vuoi, figuracce. Una politica che alle gaffe risulta saldamente abbonata – è ormai ai livelli dell’indimenticabile Jean-Claude Juncker e in scia a Joe Biden – è Ursula von der Leyen la quale, essendo presidente della Commissione dell’Unione europea, ha pensato bene di segnalare a tutti che, udite udite, ignora perfino la più recente storia europea. La spettacolare performance si è consumata sui profili social ufficiali della von der Leyen, che due giorni fa ha scritto: «Il 29 giugno 1985, i leader europei scelsero un simbolo che avrebbe resistito alla prova del tempo. Dodici stelle dorate in un cerchio. Un simbolo potente di ciò che siamo e di ciò che rappresentiamo: unità e pace, democrazia e solidarietà. Oggi celebriamo i 40 anni della nostra bandiera comune».

Ora, già accostare allegramente all’Unione europea a parole impegnative quali «unità e pace, democrazia e solidarietà», se non un azzardo, appare comunque un esercizio temerario. Ma, non già da passante bensì da presidente della Commissione europea, pure dimostrare al mondo di non sapere – o censurare volutamente, scegliete cosa sia peggio – il significato delle «dodici stelle dorate in un cerchio» che rappresentano la bandiera europea, ecco, è inqualificabile. Urge pertanto ricordare alla signora von der Leyen, come le «dodici stelle dorate in un cerchio» non siano un omaggio ad «unità e pace, democrazia e solidarietà» – tutte cose importanti, sia chiaro, soprattutto quanto vere e non citate tanto per -, bensì una scelta precisa.

Quale scelta? Quella compiuta da chi la bandiera europea l’ha realizzata, vale a dire il cattolico Arsène Heitz (1908–1989), il quale, da devoto alla Madonna, pensò alle dodici stelle sul blu mariano che tutti conosciamo. Per la precisione, Heitz ammise di essersi ispirato ad un passaggio dell’Apocalisse che per i cattolici anticipa la figura della Madre di Dio: «Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle». Rimane vero che tale interpretazione non è mai stata convalidata dalle istituzioni europee, ma è anche vero che – se era il 29 giugno 1985 quando la Comunità economica maturò la scelta definitiva d’adottare quella che sappiamo come bandiera dell’Europa unita – la bandiera fu per la prima volta adottata dal Consiglio d’Europa proprio l’8 dicembre 1955: la Festa dell’Immacolata. C’è di più.

Sappiamo che Heitz fu molto esplicito nel dichiarare la genesi della sua opera, raccontando a padre Pierre Caillon nel 1987 quanto segue: «Mi sentii ispirato da Dio nel concepire un vessillo tutto azzurro su cui si stagliava un cerchio di stelle, come quello della medaglia miracolosa. Cosicché la bandiera europea è quella di Nostra Signora». Chiaro? Con tutto il rispetto per «unità e pace, democrazia e solidarietà», il senso originale di quella bandiera è questo. Ma, a ben vedere, la gaffe – o la censura – di Ursula von der Leyen non sorprendono. L’Unione europea che la bionda signora tedesca presiede, infatti, è pur sempre la stessa che chiuse le porte in faccia a Papa San Giovanni Paolo II, allorquando chiese il riconoscimento delle radici cristiane del Continente. Un riconoscimento che chiunque di intellettualmente onesto avrebbe dovuto fare all’istante, ma i cervelloni di Bruxelles la pensavano diversamente. Ed oggi Ursula von der Leyen si colloca perfettamente in questa tradizione cristianofobia che pure si presenta come tollerante ed inclusiva. A parole.



(Foto: Imagoeconomica)


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