lunedì 7 luglio 2025

Traditionis Custodes "fallisce": la fuga di notizie potrebbe essere stata "strategica".



Nella traduzione a cura di Chiesa e postconcilio da Rorate caeli un'altra presa di posizione dopo le rivelazioni di Diane Montagna qui



Felix Naumann, 3 luglio 2025

La fuga di notizie potrebbe essere strategica: per anni si è saputo solo il feedback molto negativo della Conferenza episcopale francese al sondaggio dell'allora Congregazione per la Dottrina della Fede sulla "Messa antica", in piena linea con Francesco. Ora che è in carica un nuovo papa, che ha ripetutamente ripreso tradizioni abbandonate dal suo predecessore – dalla processione del Corpus Domini alla consegna dei palli ai nuovi arcivescovi, fino alla tradizionale località di villeggiatura – si sta dipingendo un quadro nuovo.

Francesco aveva giustificato la sua restrizione alla "Messa antica" con i risultati del sondaggio da lui commissionato. Se il riassunto ufficiale dei risultati, ora pubblicato dalla giornalista vaticanista Diane Montagna, fosse autentico, egli avrebbe sottolineato l'aspetto negativo in modo unilaterale: la maggior parte dei vescovi non sembra aver trovato nulla di negativo nella liberalizzazione di Benedetto. Persino la Conferenza episcopale tedesca, non sospettata di tradizionalismo, si sarebbe pronunciata a favore del mantenimento della coesistenza delle forme ordinaria (postconciliare) e straordinaria (preconciliare). La fuga di notizie in un momento favorevole potrebbe quindi ora preparare o tentare di promuovere una nuova modifica dello status quo liturgico da parte di Papa Leone XIV, a seconda della sua genesi.

Sarebbe poi così sbagliato correggere la riforma di Francesco, ad esempio tornando alle regole di Benedetto XVI? Quasi esattamente quattro anni fa è stato pubblicato il motu proprio Traditionis custodes, con il quale Francesco si è rivoltato contro i sostenitori della Messa antica. Dopo questi quattro anni, gli effetti stanno diventando evidenti: la speranza espressa dal Papa all'epoca che i conflitti sarebbero stati pacificati non si è avverata. I fronti si sono serrati, anche a causa delle dettagliate e meschine disposizioni attuative del dicastero liturgico: Roma ha persino regolamentato la possibilità che le Messe antiche compaiano nei bollettini parrocchiali. E il fatto che il divieto nei confronti delle chiese parrocchiali non riduca le divisioni avrebbe dovuto essere riconosciuto fin dall'inizio.

Oggi è chiaro: ha fallito la Traditionis custodes, e non la soluzione pastoralmente intelligente del Summorum Pontificum – e, alla luce del riscontro di allora, questo poteva essere previsto in anticipo. Il timore delle varianti liturgiche è infondato. Ciò che divide non è la diversità, ma l'esclusione. Infatti, l'unico rito romano propagato da Francesco presenta già molte forme diverse: le antiche varianti dei riti milanese e mozarabico si affiancano alle nuove forme inculturate della Messa in Congo, Australia e Messico. La diversità liturgica arricchisce la Chiesa. La liturgia antica e quella nuova possono arricchirsi reciprocamente [tragica tentazione conservatorista -ndT]. La fuga di notizie potrebbe ora essere lo stimolo per Papa Leone XIV, aperto alla tradizione, a compiere un nuovo tentativo di pace liturgica. [fonte]



Nessun commento:

Posta un commento