sabato 24 febbraio 2024

«COSÌ MIO FIGLIO HA PARLATO CON GLI ANGELI ED È SALITO AL CIELO»



STORIE



Articolo apparso sul numero 7 di "Maria con te" dedicato alla storia del piccolo Davide Fiorillo raccontata da mamma e papà



Parla la mamma e il papà di Davide Fiorillo, morto per una malattia incurabile a otto anni. «Vide anche Gesù e ce lo descrisse: la sua fede, la sua spontaneità, i suoi occhi pieni di una luce che non esiste su questa terra»





di Riccardo Caniato, 23/02/2024 

«Vuoi fermarti un poco a vedere il mare?». «No mamma, dobbiamo andare! La Madonnina ci aspetta». In questo scambio fra Elisa e il suo bambino è già compreso il mistero di una vita, raccolto dalla giornalista Costanza Signorelli nel volume Davide. Il bambino che parlava con gli angeli (Edizioni Ares, pp. 184, euro 15). Una storia toccante che sarà di speranza per tutti coloro che portano una croce nella malattia. Davide Fiorillo, calabrese di Piscopio, in Provincia di Vibo Valentia, è morto di leucemia a 8 anni, il 22 giugno 2021, in circostanze particolari che rendono la sua vicenda straordinaria. Nato in una famiglia non praticante, Davide a un certo punto ha abbracciato la sua malattia incurabile con sorprendente serenità: lo ha fatto dal momento in cui, come il piccolo ha testimoniato ai genitori, sono venuti a fargli compagnia gli Angeli, poi la Madonna, infine Gesù. Che, poi, lo hanno preparato e accompagnato nel suo passaggio al Cielo.

All’interno di questa vicenda un passaggio significativo riguarda il santuario della Madonna degli Angeli di Cassano delle Murge, di cui abbiamo raccontato nel numero 5 di Maria con te: è qui che la Vergine ha invitato due volte il bambino, e dove lui aveva fretta di raggiungerla a costo di rinunciare al mare che amava moltissimo; ed è qui che entrambe le volte è stato visto cadere in estasi davanti alla statua della Vergine degli Angeli. Ma Maria si è fatta incontro nella sofferenza di Davide anche nel quotidiano della sua casa: come ci testimoniano direttamente i suoi genitori, Salvatore ed Elisa, nel colloquio che segue.

Quando sono iniziati per Davide i fenomeni mistici?

Salvatore. Noi li abbiamo scoperti il 19 marzo 2021. Davide era ricoverato a Roma, al Bambin Gesù, i medici ci avevano appena comunicato che per lui non c’era più alcuna speranza di vita. Io ed Elisa eravamo disperati, non sapevamo neppure più cosa dire al nostro bimbo. A un certo punto Elisa gli parla dell’angelo custode, per appigliarsi a un’immagine consolatoria, come ci si rifugia nelle favole, e Davide, tutto allegro le risponde: “Mamma, non uno, io adesso ne vedo tre. E se chiudi gli occhi li vedi anche tu”.



Vedeva anche la Madonna?

Elisa. “La Madonnina è bellissima”, ci diceva. La vedeva attorniata dagli Angeli come è raffigurata nella statua del santuario di Cassano. Lui non conosceva quel luogo, nessuno di noi lo conosceva, è stata Maria a indicarglielo, a fargli trovare quella sua immagine in Internet e a chiederci di fare pellegrinaggio.

S. Dapprima ha visto gli Angeli, che l’hanno preparato all’incontro con la Madonnina. A quel punto Lei non lo ha più lasciato e lo ha a sua volta preparato all’incontro con Gesù che è avvenuto con la Prima Comunione.

Ad Jesum per Mariam. Il capitolo del libro dedicato all’Eucaristia si intitola: Vedo Gesù. Cosa è successo esattamente quel giorno?

E. Era la prima Messa a cui Davide partecipava in vita sua. Durante la celebrazione aveva uno sguardo serio e profondo, era composto e deciso nei movimenti come se già sapesse tutto. Lo sentivamo parlare a voce bassa e non capivamo se stesse partecipando al rito (che però non conosceva) o se stesse conversando con qualcuno. A un certo punto gli domandai se la Madonnina fosse poi venuta alla Messa, come gli aveva promesso. Rispose che Lei era già in chiesa ad aspettarlo e, dopo aver guardato verso l’alto come quando si scruta il cielo, pieno di felicità riferì a suo padre che c’erano anche gli Angioletti. Alla sera, terminato tutto, ebbi il coraggio di chiedergli se anche Gesù si fosse fatto vedere, lui rispose che solo dopo aver mangiato l’Ostia consacrata aveva visto Gesù e ce lo descrisse.

Come lo ha descritto?

E. Con queste esatte parole: «Bello! Giovane come san Michele, senza la barba, con i capelli corto-lunghi, con una tunica bianca e il mantello rosso». Ci disse anche che Gesù con una mano lo aveva accarezzato, mentre con l’altra gli aveva toccato il cuore.

Nel libro si narra della Prima Comunione di Davide come di una svolta radicale nella vostra vita...

E. Sia io sia Salvatore vivevamo lontani dalla Chiesa e dai sacramenti; e Davide era cresciuto senza formazione religiosa. Mai prima di allora avevamo capito cosa volesse dire che Gesù Cristo è vivo e presente nell’Eucaristia. Attraverso nostro figlio abbiamo toccato con mano questa presenza reale. Davide ci ha detto di vedere Gesù, ma noi abbiamo visto come Davide ce lo ha detto: la sua sicurezza, la sua fede, la sua spontaneità, i suoi occhi pieni di una luce che non esiste su questa terra.

Salvatore, lei è un apicoltore, un uomo della terra concreto: come ha potuto credere alle parole di suo figlio e come lo hanno cambiato?

S. La domanda che mi faccio è opposta: come avrei potuto non credere? Dal primo istante in cui ho sentito mio figlio parlare del Cielo qualcosa dentro di me è cambiato. È come se le parole di Davide rispondessero a tante domande che mi portavo dentro in un modo in cui nessuno mai aveva risposto. La prima volta che Elisa mi ha fatto correre in ospedale dicendomi che Davide aveva raccontato degli Angioletti e del Paradiso io sono scoppiato a piangere e ho avuto dentro di me una certezza incrollabile. Giorno dopo giorno io ed Elisa – ognuno a modo suo, ma insieme – capivamo che se quello che ci diceva nostro figlio era vero, la nostra vita non poteva più essere la stessa! Io sono un uomo razionale e avevo vissuto come se non esistesse nulla oltre a ciò che si vede e si tocca. Ma Davide ci ha mostrato un’altra vita, la vita vera, ed è quella che lui attendeva e desiderava più di tutto.

Come vi comunicava queste cose?

S. In tantissimi modi. Le faccio un esempio. Il giorno dopo la Prima Comunione vidi Davide trafficare con il suo salvadanaio a forma di casetta delle api. Ben sapendo quanto gli piacesse comprare i giocattoli gli dissi: “Lo vedi quanti soldini hai ricevuto in dono: devi dire agli Angioletti e alla Madonnina di farti guarire così li puoi spendere!”. Mi rispose di getto, senza pensarci nemmeno un istante: “No papà. Loro mi stanno aspettando. Io devo andare”. Se lo immagina un bambino di otto anni che, con una certezza e una serenità indescrivibili, parla in questo modo della sua morte? Davide ci ha fatto vedere che la morte non è la fine ma il principio della vita. Prima di andare in Paradiso si è fatto cucire un abito apposta per volare con gli Angioletti: ha scelto lui tutto nei dettagli, e quando lo ha provato pareva si preparasse per le nozze, per il giorno più bello della sua vita!

Vi ha anche descritto cosa c’è dopo la morte?

E. Lui non ha mai parlato di morte. Un giorno ci ha raccontato di quando gli Angioletti lo hanno portato a vedere il Paradiso e lo ha descritto come un luogo bellissimo, pieno di luce e con l’arcobaleno. Un luogo dove le cose belle che desideri accadono e dove non esiste la sofferenza, infatti ripeteva: “In Paradiso non si prendono le medicine e non ci sono gli ospedali”. Pensi che Davide era legatissimo a me, al punto che durante i ricoveri non mi lasciava uscire dalla stanza, ma da quando ha visto il Paradiso ha iniziato a dire che lui desiderava andarci. Era di una serenità inspiegabile e mi ripeteva che io dovevo stare tranquilla perché lui sarebbe venuto sempre a trovarmi.

S. Noi non abbiamo sentito solamente i suoi racconti, lo abbiamo visto cambiare completamente: prima di partire per il Cielo Davide aveva sconfitto le angosce tipiche dei bambini affetti per anni da gravi malattie. Non piangeva più né faceva i capricci. Era diventato sempre allegro e pieno di vita, ringraziava per ogni cosa, voleva bene a tutti e ci parlava sempre del Cielo. Anche suo fratello Antonio, al quale era attaccatissimo, era rimasto travolto da questo suo cambiamento. Uno dei suoi ultimi giorni ha riunito la famiglia, anche gli zii e i cuginetti, e ci ha portato alla Messa. In chiesa, vedendo che stavamo indietro, ci ha “spinto” nelle panche davanti perché fossimo vicini all’altare. Lui era sul passeggino perché dai dolori che aveva non riusciva a camminare, ma era pieno di una gioia che ci lasciò senza parole. Era il giorno del Corpus Domini.

La statua della Madonna degli Angeli di Cassano è una figura regale...

E. Per Davide la “Madonnina” – così la chiamava – era prima di tutto una mamma. Un giorno di fronte alla mia domanda su cosa la Madonna facesse o gli dicesse, lui candidamente mi rispose: “Lei viene vicino al mio letto e mi abbraccia come una mamma, come fai tu!”.

S. Davide con la spontaneità e l’ingenuità di un bambino ci ha fatto capire che il Cielo – gli Angeli, la Madonna, Gesù, i Santi – sono persone familiari, e sono più vicini a noi di quanto possiamo immaginare.




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