Una ricerca americana evidenzia che tra i 50enni che non hanno avuto figli, non li hanno avuti semplicemente perché non li volevano. La causa economica è solo seconda, quella primaria è perché non si dà valore al figlio.
Tommaso Scandroglio, 23-08-2024
«Il 57% degli adulti sotto i 50 anni che dichiarano che difficilmente avranno mai figli affermano che una delle ragioni principali è che semplicemente non vogliono averli; il 31% di coloro che hanno 50 anni e più e non hanno figli indica questo come motivo per cui non ne hanno mai avuti». Questa la sintesi della ricerca Le esperienze degli adulti americani che non hanno figli realizzata dal Pew Research Center.
Ma vediamo più nel dettaglio gli esiti di questa indagine. Nel 2023 il tasso di fertilità negli Stati Uniti ha raggiunto il minimo storico con una quota crescente di donne tra i 25 e i 44 anni che non hanno mai partorito. Tra gli under 50, che per ora non hanno ancora figli, la percentuale di adulti che dichiarano che difficilmente avranno figli in futuro è cresciuta di dieci punti percentuali dal 2018 al 2023: dal 37% al 47%. Tra gli over 50 che non hanno figli ben un terzo ha affermato che non ha mai preso in considerazione l’eventualità di averne.
Ma veniamo al dato riportato all’inizio: il motivo principale per cui non si hanno avuto figli è che semplicemente non li si voleva. Motivazione più diffusa tra i giovani, meno diffusa nel campione anziano e più diffusa, nella coorte under 50, tra le donne rispetto agli uomini. Sono le donne le prime a non volere figli semplicemente perché non li si desidera. E la motivazione economica? La risposta è necessariamente articolata.
Scrivono i ricercatori: «La maggioranza in entrambi i gruppi afferma che non avere figli ha reso più facile per loro permettersi le cose che vogliono, avere tempo per hobby e interessi e risparmiare per il futuro. Nel gruppo più giovane, circa sei su dieci affermano anche che non avere figli ha reso più facile per loro avere successo nel loro lavoro o nella loro carriera e avere una vita sociale attiva».
Questi dati ci dicono almeno due cose. La prima riguarda direttamente l’aspetto economico. Quando gli articoli di giornale ci dicono che le coppie non mettono al mondo i figli per motivazioni economiche, queste sono le seconde cause non le prime. Tentiamo di spiegarci: supponiamo che Tizio non voglia comprare una Ferrari perché non vuole spendere 1.000 euro per acquistarla. Tutti gli diremmo che è un pazzo e che sta perdendo una grande occasione. Il gioco vale assolutamente la candela. Tizio adduce motivazioni economiche, ma il problema di Tizio sta nel fatto – vera causa del mancato affare – che è stato incapace di riconoscere il valore di una Ferrari.
Lo stesso avviene per il figlio. Si mette sul piatto della bilancia il figlio e sull’altra i soldi. Quei soldi da spendersi, agli occhi delle coppie, non valgono un figlio perché con quei soldi possono conquistarsi un tenore di vita che vale più di un figlio. Sarebbero soldi mal investiti per un bene non di così alto pregio come altri. Allora il problema non sono i soldi (causa seconda), ma il mancato riconoscimento del valore del figlio (causa prima). La seconda riflessione è analoga: non avere figli e quindi avere la possibilità di coltivare degli hobby e di aver successo nel lavoro e nelle relazioni perché si ha più tempo, mettono in evidenza che il figlio vale meno del ferromodellismo, di una promozione e del gruppo sci a cui si è aderito. Ed infatti secondo il campione la realizzazione personale non passa dall’avere figli: «Grandi percentuali in entrambi i gruppi affermano che avere una vita appagante non ha molto a che fare con il fatto che una persona abbia o meno figli».
Ecco perché la motivazione principale addotta tra coloro che non hanno figli e mai non ne vorranno avere è che semplicemente non interessa loro e questo significa, implicitamente e necessariamente, che vi sono altre cose più interessanti (57%); al secondo posto come motivazione troviamo la carriera e gli interessi (44%); lo stato del mondo e l’ambiente (un significativo 38%); l’impossibilità asserita di mantenere economicamente un figlio, ma perché si antepongono beni materiali considerati irrinunciabili (36%); una certa avversione per i bambini in quanto tali (anche qui un significativo 20%). Queste percentuali scemano per il gruppo più anziano di persone che non hanno mai avuto figli. Non aver trovato la persona giusta, come motivo per non aver messo al mondo dei figli, rileva una quota invertita tra i due gruppi: 33% over 50, 24% under 50.
Tutte queste motivazioni, lo ripetiamo, indicano alcuni beni – carriera, l’ambiente, beni materiali, tempo libero, etc. – che nel percepito comune valgono più di un figlio, ossia più di una persona nata dalla propria carne e dal proprio sangue. Allora per cambiare il trend della natalità non serve puntare sui soldi da dare alle famiglie – stando però il fatto che la pressione fiscale dovrebbe tenere conto del numero di figli per ragioni di equità – ma occorre puntare sul cambiamento culturale e far comprendere che un figlio da una parte sicuramente erode risorse economiche, di tempo e di opportunità, ma su altro fronte apporta ben maggiori risorse esistenziali e, al di là del contributo che potrà apportare alla propria esistenza, ha in sé una preziosità così incommensurabile che giustifica ogni sforzo e ogni rinuncia.
«Il 57% degli adulti sotto i 50 anni che dichiarano che difficilmente avranno mai figli affermano che una delle ragioni principali è che semplicemente non vogliono averli; il 31% di coloro che hanno 50 anni e più e non hanno figli indica questo come motivo per cui non ne hanno mai avuti». Questa la sintesi della ricerca Le esperienze degli adulti americani che non hanno figli realizzata dal Pew Research Center.
Ma vediamo più nel dettaglio gli esiti di questa indagine. Nel 2023 il tasso di fertilità negli Stati Uniti ha raggiunto il minimo storico con una quota crescente di donne tra i 25 e i 44 anni che non hanno mai partorito. Tra gli under 50, che per ora non hanno ancora figli, la percentuale di adulti che dichiarano che difficilmente avranno figli in futuro è cresciuta di dieci punti percentuali dal 2018 al 2023: dal 37% al 47%. Tra gli over 50 che non hanno figli ben un terzo ha affermato che non ha mai preso in considerazione l’eventualità di averne.
Ma veniamo al dato riportato all’inizio: il motivo principale per cui non si hanno avuto figli è che semplicemente non li si voleva. Motivazione più diffusa tra i giovani, meno diffusa nel campione anziano e più diffusa, nella coorte under 50, tra le donne rispetto agli uomini. Sono le donne le prime a non volere figli semplicemente perché non li si desidera. E la motivazione economica? La risposta è necessariamente articolata.
Scrivono i ricercatori: «La maggioranza in entrambi i gruppi afferma che non avere figli ha reso più facile per loro permettersi le cose che vogliono, avere tempo per hobby e interessi e risparmiare per il futuro. Nel gruppo più giovane, circa sei su dieci affermano anche che non avere figli ha reso più facile per loro avere successo nel loro lavoro o nella loro carriera e avere una vita sociale attiva».
Questi dati ci dicono almeno due cose. La prima riguarda direttamente l’aspetto economico. Quando gli articoli di giornale ci dicono che le coppie non mettono al mondo i figli per motivazioni economiche, queste sono le seconde cause non le prime. Tentiamo di spiegarci: supponiamo che Tizio non voglia comprare una Ferrari perché non vuole spendere 1.000 euro per acquistarla. Tutti gli diremmo che è un pazzo e che sta perdendo una grande occasione. Il gioco vale assolutamente la candela. Tizio adduce motivazioni economiche, ma il problema di Tizio sta nel fatto – vera causa del mancato affare – che è stato incapace di riconoscere il valore di una Ferrari.
Lo stesso avviene per il figlio. Si mette sul piatto della bilancia il figlio e sull’altra i soldi. Quei soldi da spendersi, agli occhi delle coppie, non valgono un figlio perché con quei soldi possono conquistarsi un tenore di vita che vale più di un figlio. Sarebbero soldi mal investiti per un bene non di così alto pregio come altri. Allora il problema non sono i soldi (causa seconda), ma il mancato riconoscimento del valore del figlio (causa prima). La seconda riflessione è analoga: non avere figli e quindi avere la possibilità di coltivare degli hobby e di aver successo nel lavoro e nelle relazioni perché si ha più tempo, mettono in evidenza che il figlio vale meno del ferromodellismo, di una promozione e del gruppo sci a cui si è aderito. Ed infatti secondo il campione la realizzazione personale non passa dall’avere figli: «Grandi percentuali in entrambi i gruppi affermano che avere una vita appagante non ha molto a che fare con il fatto che una persona abbia o meno figli».
Ecco perché la motivazione principale addotta tra coloro che non hanno figli e mai non ne vorranno avere è che semplicemente non interessa loro e questo significa, implicitamente e necessariamente, che vi sono altre cose più interessanti (57%); al secondo posto come motivazione troviamo la carriera e gli interessi (44%); lo stato del mondo e l’ambiente (un significativo 38%); l’impossibilità asserita di mantenere economicamente un figlio, ma perché si antepongono beni materiali considerati irrinunciabili (36%); una certa avversione per i bambini in quanto tali (anche qui un significativo 20%). Queste percentuali scemano per il gruppo più anziano di persone che non hanno mai avuto figli. Non aver trovato la persona giusta, come motivo per non aver messo al mondo dei figli, rileva una quota invertita tra i due gruppi: 33% over 50, 24% under 50.
Tutte queste motivazioni, lo ripetiamo, indicano alcuni beni – carriera, l’ambiente, beni materiali, tempo libero, etc. – che nel percepito comune valgono più di un figlio, ossia più di una persona nata dalla propria carne e dal proprio sangue. Allora per cambiare il trend della natalità non serve puntare sui soldi da dare alle famiglie – stando però il fatto che la pressione fiscale dovrebbe tenere conto del numero di figli per ragioni di equità – ma occorre puntare sul cambiamento culturale e far comprendere che un figlio da una parte sicuramente erode risorse economiche, di tempo e di opportunità, ma su altro fronte apporta ben maggiori risorse esistenziali e, al di là del contributo che potrà apportare alla propria esistenza, ha in sé una preziosità così incommensurabile che giustifica ogni sforzo e ogni rinuncia.
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