(Metropolita Hilarion Alfeev)
L'originale in inglese è consultabile qui.
Nella pratica ascetica della Chiesa Antica, erano usati varie pose, e vari gesti e posizioni. La gente pregava in piedi, o nella posizione nota come "posizione di Elia", in ginocchio su un ginocchio solo, con la testa piegata in avanti, oppure sdraiati proprio al suolo, o ancora in piedi con le mani alzate, oppure in ginocchio con le braccia tese verso l'alto ( come fanno tuttora gli etiopi, ndt). Le prostrazioni sono sempre state un gesto importante della preghiera, sia complete che ripetute in ginocchio, e anche il segno di croce.
Di tutte le pratiche devozionali del corpo durante la preghiera, solo poche sono giunte ai nostri giorni. Solitamente, la preghiera in piedi o in ginocchio accompagnata dai segni di croce e dagli inchini.
Perché è importante che il corpo partecipi alla preghiera? Perché non possiamo pregare con lo spirito mentre il corpo sta seduto in poltrona o sdraiato sul letto? In linea di principio si può pregare sia seduti che sdraiati, e ciò avviene nelle circostanze particolari, come in viaggio o quando si è malati. Ma quando si può è bene che il corpo assuma le posizioni che la preghiera della Chiesa Ortodossa insegna. Perché il corpo e lo spirito compartecipano nell'uomo e sono legati in modo indissolubile, e lo spirito non può agire in maniera completamente libera dal corpo. Non è un caso che gli Antichi Padri dicessero: " se il corpo non partecipa alla preghiera, essa rimane senza frutto."
Se entrate in una chiesa ortodossa durante la Grande Quaresima, vedrete sempre qualcuno che cade in ginocchio, si rialza, e poi di nuovo si prostra a terra. E così vanno avanti per tutta la durata del divino officio. Sentirete una particolare intensità in questa ufficiatura, che le persone non stanno semplicemente recitando preghiere, ma lavorano nella preghiera, vivono come una ascesi eroica (podvig) nella loro preghiera.
Se invece andate in una chiesa protestante, vedrete come si cantano bene i salmi e le letture, ma tutti sono seduti, nessuno si segna, nessuno si inchina, poi alla fine del servizio tutti escono. Confrontate in termini di intensità di preghiera questi due tipi di servizio liturgico, quello ortodosso e quello protestante.
Le persone pregano Dio, ma in modo differente. Questa differenza si vede anche dalla qualità e dai modi in cui la preghiera è svolta; e le prostrazioni aiutano molto la preghiera. Quelli fra voi che al mattino e alla sera pregano inchinandosi una o due volte già possono confermare quello che dico, che sentono una forza spirituale pervaderli. Il corpo si raccoglie, e quando ciò avviene anche la mente e lo spirito trovano più facile raccogliersi e lavorare interiormente in modo più naturale. Durante la preghiera segniamoci spesso, sopratutto quando diciamo "Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" oppure quando pronunciamo i nomi del Salvatore. Tutto questo è necessario perché la Croce è l'arma della nostra salvezza. Quando il segno della croce è su di noi, la potenza di Dio si rende manifesta nel nostro essere.
S.E.R. Metropolita Ilarione Alfeev
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