FRONT ROYAL, Virginia, 21 ottobre 2015 (LifeSiteNews) – Durante un viaggio in Virginia la scorsa settimana, il Vescovo del Kazakistan Athanasius Schneider ha parlato con LifeSiteNews del Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, che sta per concludersi a Roma questa settimana.
Il vescovo, che si è guadagnato una fama internazionale per la sua difesa della dottrina e della tradizione cattoliche, avverte che il Sinodo sembra prendere ispirazione dall’“agenda anti-famiglia” e si spinge ad affermare che quanti auspicano dei cambiamenti seguono lo “spirito” e il “linguaggio” di Satana.
I metodi del Sinodo
LifeSiteNews: Si sta svolgendo a Roma in questi giorni il Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia. Quali sono le Sue osservazioni e le Sue impressioni sui dibattiti del Sinodo fino a questo momento? E su quanto non è stato detto?
Vescovo Schneider: Non sto partecipando al Sinodo e quindi posso parlare solo di quanto leggo nei mass media e sui blog cattolici: a partire dai dati che ho raccolto da queste fonti di informazione, la mia impressione è la stessa dello scorso anno. Sfortunatamente, il Sinodo si concentra solamente su due temi principali, vale a dire, l’ammissione dei divorziati e dei risposati alla Santa Comunione e una sorta di riconoscimento dello stile di vita omosessuale. Questi due argomenti fanno parte della tipica agenda dell’ideologia mondiale anti-cristiana.
È molto triste che il Sinodo si sia lasciato in qualche modo condizionare fino al punto di perdersi in cavilli su queste false libertà. La sottomissione a questa tipica filosofia anti-cristiana che promuove l’ideologia omosessuale e distrugge la famiglia per mezzo del divorzio è una schiavitù. Sembra che siano questi i due punti intorno a cui vertono le discussioni e le battaglie sinodali; possiamo leggere molte cose a proposito di esse nei contributi dei padri sinodali e anche nelle ultime relazioni pubblicate.
Ciò è estremamente negativo, perché quel che si suppone essere un sinodo sulla famiglia lascia l’impressione di essere diventato un sinodo per la promozione dell’agenda anti-famiglia. E poi, dato che non è stato pubblicato nulla in proposito, la maggioranza dei padri sinodali – come si può vedere anche nell’Instrumentum Laboris – non ha parlato, o almeno non ne ha parlato sufficientemente, dell’importantissima virtù della castità. La castità è una virtù biblica, cristiana ed apostolica che è necessaria in ogni epoca, ma ancor più nella nostra, in cui l’anti-castità è diventata una sorta di “valore” imperante, anche se si tratta di un “disvalore”.
La mancanza di castità è diventata un’ideologia per il mondo moderno, uno stile di vita che si vuole persino diffondere largamente. Possiamo quindi affermare che alcuni dei membri del Sinodo e di quelli che hanno posizioni chiave nelle sue strutture amministrative si sono chinati o addirittura prostrati a queste pressioni anti-cristiane. Tale sottomissione è veramente una vergogna. Come possono i membri di un Sinodo ufficiale che rappresentano i successori degli apostoli prendere questa posizione e dimenticare di promuovere la castità, una virtù così essenziale da coltivare, quando parlano per esempio della famiglia e del matrimonio? Inoltre, la nostra intenzione dovrebbe essere quella di promuovere famiglie numerose e di mostrare ancora una volta l’immoralità e i pericoli della contraccezione. A mio modo di vedere sono questi due punti quelli che, biasimevolmente, non sono trattati in maniera sufficientemente chiara al Sinodo.
LSN: Tredici cardinali hanno scritto una lettera a Papa Francesco in cui criticano la mancanza di una trasparenza credibile e continua e il fatto che la Commissione per la Relazione Finale non sia stata eletta dagli stessi padri sinodali. Fino a che punto Lei è d’accordo con le loro obiezioni?
Schn.: Ho letto la lettera pubblicata dai media e sono totalmente d’accordo con le loro dichiarazioni. Quanto hanno affermato, per quanto ne so, ha realmente un fondamento, una base.
LSN: Molti giornalisti hanno espresso in questi giorni la loro indignazione per la mancanza di informazioni affidabili sulle discussioni in córso del Sinodo. Anche Lei ha qualche osservazione da fare sul modo in cui questo Sinodo è stato organizzato e su come vengono trasmesse al pubblico le sue discussioni?
Schn.: Come ho già detto, non mi trovo a Roma e non sto partecipando al Sinodo né sono in contatto con l’ambiente che lo circonda e pertanto non posso parlare in modo concludente. Posso solo esprimermi su quel che osservo e in base alle informazioni che raccolgo sui mass media.
Come afferma la lettera dei cardinali, si ha davvero l’impressione che le discussioni siano dirette da un’équipe specifica per raggiungere dei risultati prestabiliti, vale a dire per ammettere i divorziati e i risposati alla Santa Comunione e la permissività dello stile di vita omosessuale. Dobbiamo chiamare le cose col loro vero nome. Per poter raggiungere questo fine, le informazioni vengono filtrate da una sorta di censura nell’ufficio stampa del Vaticano – lo possiamo osservare tutti i giorni –, e quando si alzano voci critiche sui contenuti o sulle procedure, c’è il rischio che vengano messe a tacere.
Ci sono anche giornalisti che vengono screditati. Questa tattica sta diventando sempre più evidente, e la manipolazione e le tattiche di quanti detengono posizioni chiave al Sinodo diventeranno probabilmente sempre più evidenti, in futuro, quando i ricercatori avranno accesso agli archivi.
LSN: Ha mai ricevuto informazioni, da parte di qualche padre sinodale, su come sta procedento il Sinodo e sugli argomenti che vi sono stati – o non vi sono stati – affrontati fino ad oggi? Il Sinodo si accinge a preservare l’insegnamento morale tradizionale della Chiesa?
Schn.: Non ho ricevuto alcuna informazione da parte di alcun padre sinodale. Si ha l’impressione che alcuni membri influenti del Sinodo stiano assumendo la posizione di non preservare l’insegnamento morale della Chiesa nei due contesti di cui abbiamo appena parlato: la Comunione Eucaristica per i divorziati e risposati e l’approvazione dello stile di vita omosessuale. Speriamo che lo Spirito Santo ci aiuti e che i padri sinodali, nel documento finale, respingano o ripudino questi elementi non cristiani.
LSN: Lei ha criticato l’Instrumentum Laboris (bozza di lavoro) pubblicata prima del Sinodo. Ci può dire qual è la Sua critica principale a questo testo?
Schn.: Certo. La mia critica principale è che questo testo presenta caratteristiche fondamentali improntate a una sorta di relativismo, insinuando che la verità non sia sempre valida e che possa presuntamente cambiare dietro circostanze storiche diverse o in evoluzione. Questo è il contenuto ideologico soggiacente all’intero documento, che si rivela, per esempio, in passaggi contraddittori come i seguenti: in un paragrafo viene sancita l’indissolubilità del matrimonio cristiano, e in un passo successivo si accenna alla possibilità per le coppie divorziate di essere ammesse ai sacramenti. È una contraddizione continua. Oppure le cose vengono fatte scivolare lì con un linguaggio velato, sofisticato e pieno di sofismi, come nel caso dell’introduzione dello stile di vita omosessuale.
Per esempio, quando si parla di famiglie qualcuno dei cui membri ha tendenze omosessuali, è perfettamente chiaro cosa si vuole implicare e ancor più cosa si vuole ottenere. Vengono così introdotti, con espressioni ambigue, il riconoscimento e l’accettazione di questo stile di vita peccaminoso. Questo, secondo me, è il problema base di questo documento: si tratta veramente di un tipo di relativismo dottrinale e morale. E il relativismo viene manifestato concretamente in questi due temi specifici.
LSN: Ritiene probabile che i difetti di quella bozza di lavoro possano essere riconosciuti e corretti dal Sinodo in córso?
Schn.: Spero di sì, ma non lo posso sapere, dato che non vi partecipo. Tuttavia ho serie preoccupazioni e dubbi riguardo a quanto stiamo osservando e ai metodi di manipolazione e censura di quanti hanno il potere amministrativo nella gestione del Sinodo e nel suo ufficio stampa, i quali si rivelano dei propagatori di questi due temi (la comunione sacramentale per i divorziati e risposati e l’approvazione degli atti omosessuali), come abbiamo detto. Mi rimangono quindi dei dubbi sulla possibilità che il Sinodo in corso possa correggere questi difetti. Persino gli argomenti presentati nella lettera dei tredici cardinali che hanno sottolineato i temi controversi e le carenze dottrinali dell’Instrumentum Laboris sono stati respinti dal Segretario Generale del Sinodo nell’aula sinodale, il giorno successivo.
Se quelle espressioni di preoccupazione sono state immediatamente respinte, umanamente parlando è assai improbabile che il documento finale corregga questi gravi difetti senza ambiguità.
I contenuti del Sinodo
LSN: Per quanto sappiamo poco delle discussioni nell’aula sinodale, alcuni punti sono stati rivelati al pubblico. L’arcivescovo canadese Paul-André Durocher ha espresso l’opinione che si dovrebbe fare di più per le donne, e possibilmente persino ordinare donne diacono, conferire alle donne posizioni più alte e renderle partecipi alla presa di decisioni all’interno delle strutture ecclesiastiche. Cosa commenta in proposito?
Schn.: Ciò è totalmente sbagliato e non ha nulla a che vedere col tema della famiglia. Fa parte dell’agenda tipica per la distruzione della dottrina e dell’identità cattoliche, che prende elementi dall’agenda che è già stata utilizzata in precedenza nelle chiese protestanti. Quanti promuovono questi cambiamenti non si limiteranno certamente al diaconato femminile. Essi vogliono arrivare più in là: si tratta di un abuso nei confronti del Sinodo il voler introdurre posizioni eretiche all’interno della Chiesa e distruggere la tradizione apostolica.
L’ordinazione sacerdotale nella Chiesa è un ruolo che appartiene agli uomini, non alle donne. Questi cambiamenti danneggerebbero le donne. L’ordine sacerdotale non è un potere, è un ministero. Gli uffici sacerdotali non sono poteri. Sfortunatamente, si verificano vari casi in cui membri del clero vivono e si comportano in maniera assai mondana, abusando del loro potere spirituale, ma questo non è il vero significato del sacerdozio e del diaconato cattolico e dei loro uffici sacramentali all’interno della Chiesa. Questa nuova proposta nasce da un punto di vista completamente erroneo. E poi, si tratta di una visione equivocata della natura e della missione delle donne nella famiglia e nella Chiesa in conformità coi piani di Dio.
Sembra che l’Arcivescovo Paul-André Durocher sia solo un portavoce di quanti vogliono dare alle donne una missione e un compito che esse non hanno ricevuto da Dio, che è contro il disegno di Dio e che pertanto pregiudicherebbe le loro vite di donne cristiane. Una vera donna cristiana non desidererebbe mai detenere poteri decisionali all’interno della Chiesa. In realtà, la donna ha già uno dei più alti poteri decisionali in quanto madre.
C’è un proverbio che dice: “La mano che muove la culla governa il mondo”. Questo è il vero obiettivo: quello di educare i figli; dalla culla – e ancor più, sin dal grembo materno – fino a quando un figlio diventa adulto, la donna ha un potere decisionale altissimo e gravido di responsabilità, quello di educare una nuova persona per Dio, per la società, per il cielo, per la vita eterna. Che gran potere decisionale è questo!
LSN: L’Abate Jeremias Schröder ha affermato pubblicamente in una delle conferenze stampa del sinodo che la maggioranza dei padri sinodali appoggia l’idea di permettere alle differenti religioni (e alle conferenze episcopali nazionali) di definire il loro modo di gestire temi controversiali come l’omosessualità e il divorzio. Qual è il suo commento a questa proposta, che è stata promossa in maniera molto forte dalla Conferenza Episcopale Tedesca, specialmente riguardo alla salvaguardia della dottrina e della morale della Chiesa?
Schn.: Questa proposta non è cattolica; essa distrugge il cattolicesimo, perché “cattolico” significa avere lo stesso credo su temi essenziali. E accettare l’omosessualità e il divorzio non è un aspetto secondario. Sugli aspetti secondari ogni Chiesa locale può differire da un’altra: per esempio sul modo di cantare, di vestire, sulla lingua. Abbiamo diverse pratiche devozionali in diversi paesi, ma nello stesso spirito e ricchezza di valori cattolici. La differenza è legittima, ma solo per quanto riguarda ciò che non è contro la verità cattolica. Tali differenze sono veramente complementari.
Per mezzo di queste nuove astute proposte pluraliste, ovviamente, si distruggerà il significato e la cattolicità della Chiesa. Anche questo fa parte dell’agenda dell’ideologia mondiale anti-cristiana: distruggere la Chiesa cattolica dall’interno e farla diventare un conglomerato protestantizzante di diverse chiese regionali e confessionali. Ciò andrà direttamente contro quanto confessiamo ogni domenica nel Credo: “Credo nella Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica”. Sembra plausibile che questo sia uno stratagemma per mettere pressione e raggiungere l’obiettivo dell’accettazione del divorzio e dell’omosessualità, permettendo alle autorità ecclesiastiche locali di decidere in merito. E così, poco a poco, in questo modo, questi elementi distruttivi verranno introdotti.
LSN: A proposito dei vescovi tedeschi, mi consenta di citare l’Arcivescovo Heiner Koch e la seconda relazione del gruppo di lingua tedesca al Sinodo da lui presentato. Egli ha affermato: “Abbiamo anche considerato quali siano le conseguenze di tale rapporto [quello tra la giustizia e la misericordia di Dio] sull’accompagnamento dei matrimoni e delle famiglie. Esso esclude un’ermeneutica parziale e deduttiva che sottometta situazioni concrete a un principio generale”. E ha sostenuto l’opportunità di prendere maggiormente in considerazione la storia personale delle persone piuttosto che insistere sulla legge morale. Cosa può significare concretamente tutto questo? Questo tipo di approccio applicato alla questione di quelle persone che hanno relazioni extramatrimoniali o adultere è accettabile per la Chiesa?
Schn.: Si tratta di belle parole speciose e prive di contenuto. Belle solo superficialmente, vuote e vaghe. I discorsi deliberatamente ambigui sui temi della teologia e della fede ricordano il discorso del serpente ad Adamo ed Eva, molto educato, estremamente astuto, ma privo di contenuti e pieno di bugie.
La cosiddetta “teologia della vita personale” è un’espressione che non ha alcun contenuto teologico, ed è solo un congiunto di parole che somiglia al linguaggio gnostico, poiché distrugge la realtà per mezzo di termini affascinanti e verosimili. Distrugge le verità. Quando si legge ciò che l’Arcivescovo Koch e altri membri del gruppo di lingua tedesca hanno sostenuto – il basarsi sulle biografie personali e non sulla legge morale – si viene forzati a riscrivere le parole di Nostro Signore Gesù Cristo a Zaccheo in questo modo: “D’accordo, bisogna rispettare la sua storia personale e non insistere sul principio secondo cui si debba convertire”. Ma fu lo stesso Zaccheo che disse: “Signore mio, mi pento. Non continuerò a peccare. Cambierò la mia vita. Restituirò il doppio di quel che ho rubato”.
O prendiamo il caso dell’adultera. Nostro Signore avrebbe potuto dirle: “Va bene, hai la tua storia personale; non insisterò con la legge morale, va’ in pace”. No, Egli ha insistito con la legge morale e ha detto: “Va’ e non peccare più”. Nostro Signore ha insistito con la legge morale in modo ancóra più radicale quando ha detto: “Se la tua mano ti tenta, tagliala”. Questo è radicalismo e non ha nulla a che vedere con la biografia personale, che alla resa dei conti è un concetto anti-cristiano. È un modo di approvare il peccato, è contro la volontà di Dio, è un farsi beffe di essa e dei Dieci Comandamenti.
LSN: Il Vescovo Franz-Josef Bode, anch’egli tedesco, ha proposto di non dire alle coppie di conviventi che si trovano in situazione di peccato, dato che questo non aiuterebbe ad avvicinarle al sacramento del matrimonio. Ha anche affermato che bisognerebbe osservare le relazioni prematrimoniali sotto una luce più positiva. Cosa risponde a questa proposta?
Schn.: Ciò è ovviamente non cristiano ed è sbagliato. Si tratta di un altro modo di approvare il peccato. Parlare ed agire in tal modo è una mancanza di misericordia nei confronti di quanti vivono in peccato mortale e offendono quindi Dio in modo molto grave rompendo la loro relazione con Lui e mettendo in pericolo la loro salvezza eterna.
Quando vedo una persona che si avvicina a un precipizio o a un pericolo, la metto in guardia. È un atto di misericordia nei confronti del mio prossimo. Non posso dire: “Non ti disturbo”. A maggior ragione alle persone che vivono in maniera contraria alla volontà di Dio! Queste persone potrebbero morire domani, o tra un’ora, e io le avrei lasciate in quella situazione. Posso quindi dire: “Va bene, vi lascio in questo pericolo”? Non sarebbe crudele? Lo sarebbe, e sarebbe anche estremamente irresponsabile.
Non so se il Vescovo Bode creda realmente nel fatto che avere rapporti sessuali fuori dal matrimonio sia un peccato, che la convivenza sia un peccato. Crede nell’esistenza del peccato, dei peccati mortali e parla in questo modo? Ci crede all’inferno, alla dannazione eterna? Bisogna supporre che una persona che parla in questo modo non creda realmente nel peccato mortale e nella dannazione eterna dei peccatori che muoiono senza pentirsi. Bisognerebbe chiedersi se per caso non crede nemmeno nella validità permanente delle parole rivelate da Dio: “Non commetterai adulterio” e “Quanti commettono adulterio non erediteranno il regno di Dio”. Si tratta di parole rivelate da Dio.
LSN: Padre Thomas Rosica, il portavoce del Vaticano per il Sinodo, ha affermato pubblicamente riguardo all’omosessualità, in una conferenza stampa: “Bisogna farla finita col linguaggio esclusivista e bisogna insistere con enfasi sull’accettare la realtà così com’è. Non dobbiamo farci spaventare da situazioni nuove e complesse. […] Il nostro deve essere il linguaggio dell’inclusione e deve prendere sempre in considerazione le varie possibilità pastorali e canoniche”. Fino a che punto Lei è d’accordo o in disaccordo con questa dichiarazione in relazione al linguaggio utilizzato a proposito dei comportamenti peccaminosi?
Schn.: Sì, si tratta più o meno della stessa materia e dello stesso contenuto dell’affermazione anteriore; entrambe hanno la stessa caratteristica comune relativista che non prende sul serio le verità delle parole rivelate da Dio, Che ci parla chiaramente.
In realtà, il linguaggio di Gesù è a volte fortemente esclusivista: “Getta via la tua mano, il tuo occhio”, riferendosi al peccato. Certo che è un linguaggio esclusivista. Quando tuo fratello commette un peccato e te ne accorgi, devi prima redarguirlo in privato; se non ti dà ascolto, devi ammonirlo di fronte a dei testimoni; se non dà ascolto nemmeno ai testimoni, lo si deve ammonire di fronte all’intera Chiesa; e se non dà ascolto nemmeno alla Chiesa, bisogna considerarlo un pagano. Sono le parole di Gesù! Ed è Gesù che noi seguiamo.
Tutti gli ecclesiastici che si scagliano contro l’immutabile verità della dottrina della Chiesa perché possiede un linguaggio esclusivista, dovrebbero rivolgersi a Gesù Cristo stesso. Pregando, rimproverino Gesù e Gli dicano: “Gesù, hai un linguaggio esclusivista”. Uomini del genere hanno l’arroganza di correggere Dio e di farGli da maestri. Questo è lo spirito del mondo e un peccato grave contro la fede. È pericoloso per la salvezza delle anime di tali vescovi e sacerdoti, che hanno la sfrontatezza di correggere le affermazioni di Gesù e di arrivare a dire che nei vangeli Egli non si sia espresso correttamente. Questa presunzione insolente, in fin dei conti, è diabolica. Il diavolo dice: “Dio non parla in modo giusto, perché è esclusivista!”. Ma i Suoi comandamenti, in verità, sono in definitiva comandamenti esclusivisti: “Se non obbedite alle mie parole – ‘non mangiate di questo frutto’ – perirete”. Perire è esclusivista, non c’è che dire.
Il serpente ha detto: “Ma no, non è vero, Dio non ha mai detto questo. Voi non morirete. Voi sarete come Dio”. Quindi, questi vescovi e sacerdoti hanno effettivamente voluto – forse solo inconsciamente, chissà – essere come Dio. Sentenziano con tracotanza su ciò che vero e su ciò che è esclusivista o meno. E diventano peggiori della spesso diffamata Inquisizione.
In realtà l’Inquisizione – come è stato finalmente riconosciuto dai ricercatori internazionali – possedeva uno dei metodi più elaborati ed equi per proteggere la persona accusata, per dargli la possibilità di usufruire dei giusti mezzi per difendersi, e per seguire quindi scrupolosamente le regole. Si ha l’impressione che alcuni di coloro che hanno dei ruoli di comando nelle strutture sinodali non stiano osservando le regole e le procedure sagge ed equilibrate dell’Inquisizione storica.
LSN: In generale, qual è la Sua posizione sul linguaggio moderno come strumento di mediazione tra significato e sostanza, per quanto riguarda per esempio parole come “accompagnamento”, “esclusione”, “positivo contro negativo”, “gradualismo” e così via?
Schn.: Di nuovo, si tratta di utilizzare un linguaggio privo di contenuti per architettare ed esprimere un cumulo di lettere dal suono accattivante ma privo di solida sostanza. È una perversione del linguaggio finalizzata al raggiungimento di uno scopo che è contrario alla Parola di Dio. È il tipico gnosticismo.
Vengono utilizzate parole come “accompagnamento”. Ma si accompagna qualcuno per farlo rimanere nel suo peccato, nel pericolo di perire eternamente? Questo è il contrario dell’accompagnamento. E il “gradualismo” è contrario alle verità rivelate da Dio, perché Dio ha radicalmente e decisamente affermato nei Suoi Comandamenti: “Non mentire!”. Non ha detto: “Ah, sì, puoi mentire un po’”. Egli ha detto: “Non rubare”. Non ha detto: “No, puoi rubare un po’, gradualmente”. Allo stesso modo non si deve commettere adulterio, né atti impuri, nemmeno un po’, perché ciò è contrario alle parole e alle verità di Dio.
Ciò è persino dannoso per la psiche di una persona, perché se si dice a un bugiardo: “Mah, puoi mentire ancóra un po’”, non cambierà e non migliorerà mai veramente, perché non si renderà conto di essere in pericolo. Dirà sempre: “Oggi la mia bugia non è stata così grande, così cattiva”, e così non lo si aiuterà per nulla. Pertanto, anche dal punto di vista della psicologia umana il “gradualismo” è dannoso. Dobbiamo quindi parlare in questo modo: “Non devi mai mentire, né rubare, né commettere atti impuri, né calunniare, mai!”. In questo modo il peccatore saprà che si tratta di un pericolo e avrà una meta da raggiungere. Può darsi che non ci riesca immediatamente – questa è un’altra questione –, ma avrà la ferma volontà di cambiare completamente atteggiamento.
Ovviamente dobbiamo dire queste cose in modo caritatevole, come una madre o un padre che parla a un figlio. Un padre e una madre responsabile non diranno mai “non fa niente” quando, per esempio, i loro figli marinano la scuola. Perché ingannare è disonesto e quando i genitori scoprono una cosa del genere, sarebbe irresponsabile da parte del padre o della madre dire: “va bene, puoi abbandonare gradualmente questo genere di condotta”. No, un figlio non deve mai ingannare, e non sareste persone morali se non glielo insegnaste. Dovete educare i vostri figli. Ma poi, se vostro figlio vi dice: “Ho cercato di migliorare con tutti i miei sforzi ma ci sono caduto ancóra una volta”, allora dovete dire: “D’accordo, ma per favore continua a sforzarti”. Questa è la vera pedagogia di Dio e della Chiesa.
Ogni volta che un peccatore accede alla Confessione con sincero pentimento e confessa con onestà i suoi peccati, il sacerdote deve dargli l’assoluzione, se egli ha realmente e sinceramente utilizzato tutti i mezzi a sua disposizione. Quando si tratta solamente di un caso di umana fragilità, non abbiamo l’autorità di negare l’assoluzione. Questo è l’autentico gradualismo. Ma gli innovatori mettono in pratica un gradualismo cattivo. Essi affermano: “Per adesso puoi vivere nel peccato, e domani, o chissà fra un anno, quando vuoi, puoi cominciare a commettere meno peccati”. Quest’orientamento è completamente irrealista e irresponsabile. Per non parlare poi del fatto che è anche contrario alla verità. Ho appena offerto un esempio utile e un paragone psicologico addizionale.
Io sono cresciuto sotto il comunismo, ho frequentato per cinque anni le scuole comuniste, e ricordo molto bene e dettagliatamente questo tipo di linguaggio seduttore; venivano usati termini e concetti nello stesso modo pervertito quando, per esempio, si parlava di “pace”. Dicevano: “Sì, noi promuoviamo la pace”, ma noi sapevamo che ai tempi del comunismo quest’ultimo non promuoveva la pace ma esportava armi a Cuba, in Angola, e così via. E quella sarebbe stata “la pace”? È un atteggiamento cinico che perverte il vero significato delle parole.
Per esempio, ricordo che quando ero bambino e frequentavo le scuole comuniste, ci facevano imparare una canzone comunista piuttosto famosa a quei tempi, che suonava più o meno così: “la mia nazione è una bella nazione con alberi e foreste, e non conosco nessun’altra nazione in cui la gente possa respirare così liberamente”. Liberamente! Dovevo cantarlo una volta dietro l’altra. “Una nazione dove si può respirare così liberamente”, e in realtà era piena di prigioni e campi di concentramento. È triste che oggi il gruppo di vescovi innovatori del Sinodo stia utilizzando un linguaggio pervertito per promuovere un’agenda anti-cristiana.
LSN: Il Suo superiore, l’Arcivescovo Tomash Peta, di Astana, Kazakistan, ha affermato recentemente, durante il Sinodo, che al Sinodo del 2014 “il ‘fumo di Satana’ stava cercando di entrare nell’aula Paolo VI”. Ha menzionato come esempi concreti di quanto ha asserito i tentativi di permettere ai divorziati “risposati” di ricevere la Santa Comunione; l’affermazione secondo la quale la coabitazione sarebbe “un’unione che può contenere in sé degli elementi positivi”; e infine gli “sforzi per riconoscere l’omosessualità come qualcosa che è presumibilmente normale”. Egli ha concluso la sua dichiarazione esprimendo il suo rammarico per il fatto che il “fumo di Satana” si trovi anche “negli interventi di alcuni padri sinodali quest’anno [2015]”. Potrebbe commentare questa dichiarazione e dirci qualcosa di più sulla Sua posizione?
Schn.: Ritengo che questa sia una delle dichiarazioni più impressionanti, ma anche più adeguate sull’argomento. Egli ha utilizzato parole che nessun altro si è azzardato a pronunciare, mettendo il dito nella piaga. È tipico dello spirito di Satana pervertire i Comandamenti di Dio, utilizzando un linguaggio particolarmente accattivante e seducente. E questo è proprio il linguaggio di Satana, che odora a fumo di Satana. L’Arcivescovo Thomas Peta lo ha affermato sinceramente e dobbiamo sperare che alcuni dei padri sinodali si sveglino.
Quando Gesù parlava, era spesso molto esclusivista nel Suo linguaggio. Per esempio, quando Pietro Gli disse: “Non devi soffrire sulla Croce”, Gesù rispose: “Vade retro, Satana”. Si tratta di un linguaggio estremamente esclusivista. I padri sinodali dovrebbero prendere posizione e parlare nello stesso modo quando vedono presentarsi le proposte di accettazione dell’omosessualità e del divorzio: “Satana, allontanati da qui, da quest’aula sinodale, e dalla Santa Città Eterna di Roma”. Alcuni dicono che sarebbe opportuno pronunciare un esorcismo durante le sessioni sinodali.
LSN: Il Cardinal Robert Sarah ha utilizzato parole altrettanto dure nel suo intervento al Sinodo di quest’anno sulla situazione attuale, affermando che vi sono “due minacce inaspettate (quasi come due ‘bestie apocalittiche’) che si situano su due poli opposti: da una parte, l’idolatria della libertà occidentale; dall’altra, il fondamentalismo islamico: il secolarismo ateo contro il fanatismo religioso”. Egli ha anche dichiarato: “Le ideologie occidentali sull’omosessualità e l’aborto e il fanatismo islamico rappresentano oggi quel che per il ventesimo secolo rappresentavano il nazifascismo e il comunismo”. Si sente d’accordo con lui? Come formulerebbe il Suo pensiero su questa tesi?
Schn.: Sono completamente d’accordo con questa dichiarazione, è un’osservazione molto saggia e appropriata. Perché questo è ciò che ci aspetta, quel che abbiamo di fronte: una dittatura dell’ideologia omosessuale. È una nuova dittatura. E già assistiamo a episodi in cui ufficiali dell’esercito degli Stati Uniti sono condannati alle carceri quando si rifiutano di accettare certificati di matrimonio di coppie omosessuali. Kim Davis è un esempio di ciò. Sta già cominciando una dittatura e non sappiamo ancóra in che direzione si moverà: dobbiamo quindi rimanere estremamente vigilanti. È una dimostrazione di pensiero unilaterale, tipico di ogni dittatura in cui non è ammesso pensare in modo diverso.
L’analisi del Cardinal Sarah è molto realistica e sono d’accordo con essa. Dobbiamo essere vigilanti e preparati ad essere perseguitati in vari modi, chissà senza escludere la possibilità di diventare martiri e confessori della fede. Tutte le epoche di persecuzione, compresa la nostra, sono sempre tempi di grandi benedizioni per la Chiesa e per una sua grande purificazione. Quei cardinali e sacerdoti che occupano oggi orgogliosamente posizioni di potere ecclesiastico promovendo “valori” così anti-cristiani come l’omosessualità, saranno probabilmente i primi a rinnegare Cristo. Lo rinnegheranno, non moriranno per Lui, men che meno per testimoniare che Lui è Dio.
LSN: Stamattina, durante la Sua omelia qui nella parrocchia di San Giovanni Battista a Front Royal, [qui] in Virginia, Lei ha detto che ci troviamo oggi a dover affrontare una dittatura mondiale globale neo-marxista e neo-comunista. Ci può spiegare cosa voleva dire con queste parole? Includeva in questa ideologia anche le teorie e le pratiche più sofisticate di Antonio Gramsci e della Scuola di Ricerche Sociali di Francoforte?
Schn.: Osserviamo oggi questo fenomeno mondiale globale in quasi tutte le nazioni in cui si è lasciata introdurre con lassezza l’ideologia omosessuale nelle scuole e nelle corti giudiziarie. Essa è presente su una scala mondiale sempre crescente, con eccezione dell’Africa, dell’Europa orientale e dell’Asia, che non sono molto sviluppate. Ma quest’ideologia e quest’agenda sono state introdotte in ogni altra nazione del resto del mondo.
In fin dei conti, si tratta di neo-comunismo e marxismo, perché l’ideologia di Marx voleva abolire ogni marchio di differenza. L’ultimo e il più evidente di essi va cercato nella sessualità naturale creata di ogni persona. Pertanto, si è arrivati all’agenda omosessuale. Sarebbe forse utile fare ulteriori ricerche sugli scritti di Marx ed Engels. I semi dell’ideologia omosessuale si trovano già in questi autori. Pertanto, definisco questa agenda un’operazione neo-marxista, o neo-comunista, a scala mondiale globale.
Non sono molto familiarizzato con le teorie di Antonio Gramsci, per cui dovrei approfondire ulteriormente le mie ricerche. Ma abolire tutte le differenze, tutte le gerarchie, è un concetto comunista, marxista. Sarebbe opportuno condurre una ricerca storica addizionale sugli scritti di Marx ed Engels – e anche di Hegel.
LSN: Se Lei avesse la possibilità di incontrare Papa Francesco oggi, cosa direbbe al Papa a proposito del Sinodo? Quale richieste farebbe al Santo Padre?
Schn.: Gli direi: “Santo Padre, il Suo primo dovere è quello di eseguire fedelmente quanto Cristo ha comandato a Pietro, ‘Pietro, conferma i tuoi fratelli nella fede; ho pregato per voi, affinché la vostra fede non venga meno, ma adesso sei tu che devi confermare i tuoi fratelli’. Quindi Le chiedo, Santo Padre, di confermare noi, Suoi fratelli, con le affermazioni più chiare possibili sulle verità divine e di pronunciare le dichiarazioni meno ambigue e più chiare possibili in difesa delle verità divine sulla famiglia e quindi anche sulla dignità della sessualità umana casta. E Le chiedo di essere un Defensor Fidei, un Confessor Fidei. Il mio desiderio sarebbe quello che i media anti-cristiani non abbiano più opportunità per sfruttare le Sue parole al fine di danneggiare le verità cattoliche”.
LSN: Desidera aggiungere qualche commento finale?
Schn.: In questi tempi, sembra che alcuni di quanti, nella Chiesa, hanno ricevuto da Dio il compito fondamentale di proclamare la verità in tutta la sua integrità, così come è stata trasmessa dagli apostoli – di cui i vescovi devono essere i loro indubbi successori –, stiano facendo l’esatto contrario. Una parte influente di loro, che occupa posizioni chiave nell’amministrazione della Chiesa, abusa oggi della sua santa, sacra missione per distruggere infine – da quel che sembra – le divine verità sul matrimonio e sulla famiglia. Ciò è molto grave.
Ma Dio ha permesso questo così come, nel quarto secolo, ha permesso che quasi tutti i vescovi, salvo poche eccezioni, accettassero o simpatizzassero per l’eresia ariana. In quei tempi, sono stati i semplici fedeli, i figli, a mantenere pura ed integra la verità sulla divinità di Cristo, e la loro fedeltà ha in qualche modo salvato la Chiesa.
Spero nella fruttuosa purezza dei fedeli, dei cattolici semplici, dei figli, delle giovani coppie, delle famiglie numerose, dei sacerdoti semplici e di altri che fortunatamente hanno mantenuto integra la purezza della loro fede e continuano a difendere la fede che hanno accettato, come per esempio Human Life International, LifeSiteNews ed altri, che hanno dato un contributo molto forte ed efficace – anche agli occhi di Dio – per mantenere la purezza della fede e trasmetterla alle generazioni successive. Questa è veramente la nostra speranza, che ci colma di gioia e fiducia per continuare la nostra santa battaglia per la fede che abbiamo ricevuto nel battesimo.
La purezza della nostra fede cattolica è una vittoria contro tutti gli attacchi del mondo non cristiano, contro tutti i sofismi e miasmi infernali delle frasi ingannevolmente seducenti e delle proposte del sistema clericale neo-gnostico che promuovono questa sovversione. La purezza della nostra fede, quella dei semplici, dei “piccoli”, dei “Parvuli Christi”, vincerà alla fine questa battaglia con l’aiuto della grazia di Dio e dell’intercessione di Nostra Signora, la Santa Vergine Maria, che ha sconfitto tutte le eresie, com’è detto in un’antica antifona mariana.
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