08-10-2015
Nella vita della Chiesa ogni tempo mariano è di straordinaria confidenza e di grande sincerità. Confidenza con la Madre del Signore che, di anno in anno, accompagna il suo popolo nel cammino faticoso ed esaltante della testimonianza cristiana, ma anche momento di sincerità, perché ad ogni suo passo la Chiesa ha saputo dire alla Vergine Madre quello che urgeva nel suo cuore, quello che era significato dalle vicende talora terribili della sua vita, penso alle carestie e alle guerre.
Oggi permettetemi di dire, in totale sincerità davanti a voi e alla Madonna - che si prende cura di noi - che la Chiesa e il popolo cristiano vivono un momento di gravissima difficoltà.
La Chiesa purtroppo è diventata argomento da salotto e da bar, argomento su cui discettano le redazioni dei media laicisti, riservando talvolta a se stessi il privilegio di giudicare la sua vita e la sua dottrina, o di stabilire incongruamente la maggiore o minore vicinanza di alcuni ecclesiastici al Papa.
Non possiamo inoltre non sentire il peso di certi allontanamenti dall’autentica Dottrina e lo scandalo di atteggiamenti morali unanimemente disapprovati dalla Tradizione della Chiesa che da alcuni vengono presentati come possibili e veri - cioè come espressione di desideri dell’uomo -, primo fra tutti l’accettazione teorica dell’omosessualità, posta sullo stesso piano dell’eterosessualità, come se l’accoglienza di chi vive in questa situazione implicasse necessariamente il riconoscimento della sua validità teorica. Il Catechismo della Chiesa Cattolica esclude tale possibilità.
È inoltre facile percepire, anche se non è sempre dichiarato apertamente, che l’intendimento di tante prese di posizione - con relative interviste o dibattiti televisivi - non è affatto quello di incrementare la fede del popolo cristiano, “mia gioia e mia corona” direbbe San Paolo. Dobbiamo sempre ricordarci che l’autorità che esercitiamo, a tutti i livelli nella Chiesa, ci è stata data perché il popolo viva, il popolo cresca, e per nessun’altra ragione.
Chi non agisce così è in palese contrasto con il pensiero e il magistero di Papa Francesco, più volte manifestato in molteplici occasioni.
È dunque evidente che siamo in presenza di un riconoscimento ed accreditamento della mentalità mondana, e stiamo contraddicendo il grande invito di San Paolo: «Non conformatevi alla mentalità di questo mondo» (Rm 12, 2).
Tutto è davanti ai nostri occhi - e purtroppo anche nel nostro cuore - e ci pone ancora una volta di fronte alla domanda sul senso profetico delle parole di Papa Paolo VI, pronunciate il 29 giugno del 1972: «Da qualche fessura è entrato nel tempio di Dio il fumo di Satana».
Noi patiamo questa situazione, ne soffriamo, e vogliamo difendere il nostro popolo da questo dolore, che è un dolore ingiusto.
Non abbiamo molte risorse, perché il potere del male è grande, ma oggi, di fronte a questa sfida, ci rivolgiamo fiduciosi a Maria, come tutti i buoni cristiani che da duemila anni guardano il bel volto della Madre del Signore e si affidano a Lei perché intervenga decisamente e impedisca che il nostro popolo cada.
Anche noi, con infinita tenerezza, con immensa gratitudine e con profonda certezza, chiediamo che Ella stenda un’altra volta il suo manto sulla Chiesa e che - in quella veste descritta dal grande poeta Alessandro Manzoni al termine dell’inno “Il nome di Maria” - guidi tutti noi che ci gloriamo di essere il suo esercito e ben lieti di affrontare questa durissima battaglia.
* Arcivescovo di Ferrara - Comacchio
http://www.lanuovabq.it/
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