mercoledì 1 maggio 2024

La tua casa non è Green? Non l'affitti. Bankitalia viola il diritto di proprietà



Uno studio di Bankitalia suggerisce di impedire l'affitto di case non conformi alle classi energetiche più alte. Indicazioni che vanno ben oltre la recente direttiva europea e da parte di un ente che non ha nessun titolo per decidere la politica economica. Ma è l'inarrestabile spinta per realizzare il socialismo ambientale




ECOLOGISMO

ECONOMIA 



Maurizio Milano, 01-05-2024

Ha fatto discutere il recente studio di Banca d’Italia intitolato Il miglioramento dell’efficienza energetica delle abitazioni in Italia: lo stato dell’arte e alcune considerazioni per gli interventi pubblici. Le riflessioni riguardano il tema "case green", a seguito dell’approvazione in via definitiva della Energy Performance of Buildings Directive, col solo voto contrario di Italia e Ungheria.

Nello studio di BankItalia (a pag. 25), si afferma: «Quello delle abitazioni in affitto è un ambito nel quale l’impiego di risorse pubbliche potrebbe essere particolarmente desiderabile, sebbene in Italia le famiglie in affitto siano una minoranza (4,6 milioni) […]. Per le abitazioni private [si potrebbero] prevedere incentivi fiscali rafforzati al raggiungimento di determinati livelli di EE (efficienza energetica), inclusa una tassazione ridotta sul canone […] In alternativa, come accade in altri paesi quali ad esempio Francia e Regno Unito, si potrebbe valutare di subordinare l’affitto al raggiungimento di standard energetici minimi».

Si potrebbe valutare di subordinale l’affitto… Non ti adegui? Non potrai dare in affitto la tua casa. La richiesta si spinge al di là delle richieste già stringenti della direttiva europea, a conferma della volontà delle attuali classi dirigenti europee di perseguire il mitico obiettivo della neutralità climatica a qualsiasi costo, anche quello di limitare politicamente il diritto di proprietà, come già avviene in Francia e nel Regno Unito e come era previsto nelle prime fasi della direttiva europea (in cui si richiedeva anche di impedire la vendita, non solo la locazione). La strada è segnata: non si tratta, perciò, di semplici “suggerimenti”.

A che titolo è intervenuta Banca d’Italia? I suoi compiti dovrebbero riguardare, come si legge sul sito dell’Istituto, funzioni di politica monetaria, di supervisione sui mercati e di vigilanza del sistema bancario; non sono previste funzioni di politica economica – a parte l’espressione di pareri –, dato che le decisioni rientrano nelle competenze del Parlamento e del Governo. Governo a cui viene fatto anche un vero e proprio sgarbo istituzionale, visto che l’Italia aveva opportunamente votato contro la direttiva europea. Si tratta di nudging, una spinta gentile, come si usa dire negli ultimi anni quando si vuole forzare la mano?

Ipotizzare restrizioni alla possibilità di locare (e magari, in futuro, anche di vendere) il proprio immobile se non risponde a requisiti decisi dallo Stato, o ancora peggio dal super-Stato europeo, rappresenta un’inammissibile violazione del diritto di proprietà privata. Gli immobili non riqualificati sono destinati a svalutarsi e saranno a rischio di essere “rastrellati” a prezzo di saldo da grandi fondi di investimento. Socialismo verde e socialismo finanziario si danno la mano: l’ideologia climatista si salda con enormi interessi economici e finanziari.

La proprietà della casa e il risparmio delle famiglie rappresentano i punti forti del Paese Italia, e costituiscono un importante fattore di stabilità sociale e di solidarietà intergenerazionale. II risparmio è stato intaccato nell’ultimo triennio dalle politiche inflazionistiche, sia monetarie che fiscali; ora tocca alla casa? L’attacco alla proprietà privata, per di più della casa, è una chiara minaccia alla libertà e all’autonomia familiare. È vero che la Nuova Politica Economica europea è destinata a schiantarsi contro il muro della realtà, come sta già accadendo con le auto elettriche, ma è destinata comunque a fare molti danni, tra cui lievitazione dei prezzi dei materiali e esplosione di deficit di bilancio (come già accaduto col super-bonus 110%), investimenti erronei, trasferimenti di ricchezza privata del tutto ingiustificati e gestiti dalla classe politica e burocratica sotto forma di aiuti pubblici. Un vero e proprio statalismo climatico: il progetto andrà avanti, indipendentemente dal governo in carica, a meno che non aumenti la consapevolezza delle persone. Il Reset della casa va fermato.







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