giovedì 23 maggio 2024

La forza della preghiera ardente, secondo Don Dolindo Ruotolo

 







Preghiamo per la salvezza delle anime!


Salutando i suoi cari collaboratori e fedeli, san Paolo nota in modo particolare Epafra, che evangelizzò i Colossesi, e dice che non cessa di combattere per loro con le sue preghiere, affinché siano saldi, perfetti, e pieni di convinzione in ogni volere di Dio. E una grande espressione che deve richiamare l’anima nostra a pregare per il progresso della fede, per la santificazione delle anime, e perché camminino con intima convinzione nelle vie della divina volontà. La preghiera, nell’espressione dell’ Apostolo, fatta per zelo della gioria di Dio e per la salvezza delle anime, non è una semplice impetrazione o uno sfogo e un’espansione dell’anima in Dio, ma è un vero combattimento.

È la potente arma contro satana e contro le sue insidie; è come arma atomica che lancia la bomba prima verso il cielo, e poi la fa cadere sulle orde nemiche e le annienta.

La preghiera è come un razzo illuminante che cade sulle tenebrose imboscate di satana, e fa luce di lontano dove non può più splendere il sole.

La preghiera è come una corrente di vita che si trasfonde da un’anima sana ad un’anima debole, combattendo così la sua debolezza. È una trasfusione di sangue dello stesso gruppo, per la carità, che si trasfonde in un’anima leucemica per mancanza di unione alla divina volontà, in un’anima ferita da frecce di errori, dissanguata perciò nella convinzione della fede, è di conseguenza un combattimento contro queste emorragie mortali che riducono le funzioni intellettive e turbano le funzioni del cuore.

La preghiera è come una potente irradiazione di raggi infrarossi che dissipano le illusioni dell’anima. E come i raggi infrarossi fanno vedere nella notte profonda dove si annida il nemico in un’imboscata senza che il nemico se ne accorga, così chi prega nell’ombra del nascondimento interiore, innanzi a Gesù Sacramentato per un’anima preda dell’imboscate dell’eresia, delle passioni e delle impurità, non si accorge neppure del combattimento che fa, dei raggi di grazia che spande. Pregando, aggira il nemico e lo stringe nella morsa della verità, fugandolo poi nelle profondità dell’abisso. La tremula fiammella della lampada eucaristica, innanzi al tabernacolo, dove l’anima prega, irradia l’anima lontana che si trova oscurata, e geme. La preghiera è come l’impeto di Giosuè nella valle di Aialon, che disse con fede al sole: «Fermati, o sole, finché non termini il combattimento e l’annientamento del nemico».

È per la fede che l’anima, vivendo nella Chiesa e per la Chiesa, ferma il sole della verità divina, che sembra tramontare dal mondo, finché non si compia il combattimento dei secoli, per la gloria di Dio. Chi prega è come Davide di fronte a Golia: sta fermo e non teme, perché il suo cuore, ansante nella commozione, è come la fionda che scaglia i sassi del torrente sulla fronte fasciata di ferro del mondo infedele, e lo abbatte e gli tronca il capo, orgoglioso nella potenza delle atomiche e dei missili.

L’umanità, oggi, è disarmata!


Dolorosamente l’umanità è disarmata, non conosce il valore e l’importanza della preghiera, non riesce più a combattere il male che ammorba il mondo, e rimane preda delle insidie di satana. Non si può negare che c’è un profondo rilassamento nella preghiera non solo nel mondo, ma nella stessa Chiesa, dove si dovrebbe realizzare la parola di Gesù: Bisogna sempre pregare e mai venir meno. Gli eserciti di combattimento contro satana e contro il male, sono gli ordini religiosi e i sacerdoti, mirabili pattuglie di rincalzo, che debbono susseguirsi continuamente nel grande combattimento, per non lasciare scoperte le ali dell'esercito che avanza. Quando è notte in un emisfero, operano quelli che vegliano nella luce del giorno, e nella notte stessa vegliano gli ordini contemplativi, come sentinelle avanzate, proprio quando il nemico cerca di scoprire i lati deboli dello schieramento: Circuit quaerens quem devoret.

Ma ecco, è innegabile, lo si constata: la preghiera, invece di accrescersi col pericolo, si assottiglia; le sentinelle si dicono spossate e non vegliano più o sonnecchiano prese dal fastidio, ed il nemico avanza. Le città e le case non hanno più le armonie dolcissime della preghiera, ed echeggiano dovunque le voci della bestemmia, e le stridenti voci dei dissidi e delle contese, voci che non si contendono più il possesso del Cielo, ma si contendono le turpitudini della terra. È una triste realtà!

Per il mondo la preghiera è un noioso biascicare di parole, credute inutili ed oziose nella vita.

Per le anime superficiali, la preghiera è uno sfogo, un'ultima risorsa, più o meno creduta illusoria, nella disperazione.

La forza della preghiera ardente


Innanzi a Dio, invece, la preghiera è l’unica potenza della creatura, che peregrina nell’esilio; è la potenza che rende quasi debole Dio, perché lo conquista col gemito amoroso che implora. Dio è forte nella giustizia, e la preghiera lo vince mutando la giustizia in misericordia. Dio è ineffabile per l’ordine che ha messo in tutta la creazione, per cui ogni disordine è travolto dalla stessa natura che combatte per Lui; eppure la preghiera attira la potenza di Dio, e la natura sconvolta dal peccato sente la voce divina che, fuori di ogni legge naturale, la rimette in ordine, nonostante sia sospinta dai disordini dell’uomo, dalle irruente conflagrazioni delle forze fisiche.

Per la preghiera, il fuoco non arde e si spegne, i flutti non si ergono con minacciosa potenza, spumeggiando, e si placano. Le belve slanciate alla preda umana, con ruggiti frementi di avidità, con gli artigli protesi per dilaniare, con le poderose mascelle aperte per divorare, per la preghiera, si arrestano di colpo, guatano timorose la preda, si accostano vinte, lambiscono i piedi dei martiri, e giacciono ai loro piedi, adorando Dio. La preghiera ha mutato i ruggiti in cantici di lode alla potenza divina, fatta debole per amore, alla dominante potenza della creatura, fatta forte per la preghiera.

La preghiera, combattimento epico, vince i monti gravitanti sulla pesante mole e li sposta, trae dall’arida roccia l'acqua e la fa erompere in fiume, mirabile ultrasuono vibrante nella silenziosa potenza, fa germogliare la terra nell’esuberanza della vegetazione, purifica dai miasmi infettivi, fa scorgere le deficienze dell’anima, come gli ultrasuoni scoprono le bolle e le scorie di un acciaio fuso, per renderlo elica forte che sospinge la nave al porto, timone sicuro che la orienta.

Il babbo è irato contro il bimbo impertinente, e sta per castigarlo. Il bimbo si fa serio serio... sta per piangere, il babbo lo perdona e lo bacia. La preghiera è il... pianto della povera creatura peccatrice, che combatte la stessa ira di Dio e la vince, costringendolo al più amoroso bacio di amore nella santa Confessione.

L’uomo oggi si gloria dei mezzi di comunicazione che ha realizzato nel mondo: il telegrafo Morse, con i puntini e le linee ... - -, che comunica a distanza di chilometri il pensiero che trasmette in un momento. Il telefono, per il quale si parla ad enormi distanze, anche senza fili; l’eliografo che comunica con la luce; il Telestar, che fa comunicare tra loro le persone dei due emisferi; la televisione, che le mette a contatto facendole vedere; le comunicazioni con le navi cosmiche, ad enormi distanze. L'uomo si gloria come un vincitore dello spazio e, per ascese misere e lillipuziane, ha rinnegato persino l’idea del cielo, verso il quale si sono levate le mani dell’uomo, pregando, e lo chiama con una parola senza luce: spazio. In realta la preghiera è il più potente mezzo di comunicazione: con i gesti imploranti parla con Dio, con Maria e con i santi con puntini e linee dell’anima, che si slancia sulla corrente dell’impetrazione lacrimosa.

Le sacre immagini sono come il trasmettitore ed il ricevitore telefonico: l’anima parla innanzi al crocifisso ed alle immagini benedette, e trasmette la sua preghiera, ricevendo l’onda della speranza, risposta di Dio e risposta dei santi; onda soprattutto di tenerezza materna dalle immagini di Maria nei santuari dove posò il suo piede immacolato e dove effuse i raggi della sua misericordia.

La luce della fede che anima la preghiera è l’eliografo che trasmette la luce di Dio; la contemplazione è il sublime Telestar, che comunica, fuori dell’atmosfera del mondo, la potente luce di Dio, televisione mirabile che fa vedere l’opera di Dio nei misteri della grazia e della redenzione.

Chi può avere comunicazioni più sublimi, più reali, più dolci di quelli della preghiera?


La preghiera è armonia dell’anima: se geme, è come un violino del cuore, che si eleva ad alti toni d’impetrazione. Se implora è come violoncello, dal tono più dolce ed umano. Se impetra per un’anima traviata, è come timballo che squilla e la risveglia; se supplica per il mondo assonnato nella materia, è come grancassa che rulla per fa risaltare la potenza delle armonie della fede.

Il Rosario è come nastro di mitragliatrice contro le orde dei nemici di Dio, come a Lepanto, come a Vienna come contro le orde degli eretici. Se si eleva con la voce della Chiesa è armonia di sublime poesia, è canto dell’anima attraverso l’arpa decacorde dei salmi. Se erompe nell’alleluia, è gioia che ride col sorriso amoroso del trionfo di Dio.

E la vittoria di Dio si compie nel mondo per la preghiera, combattimento epico contro il male, trionfante pegno della luce sulle tenebre, della purezza sull’impuntà, della virtù sul vizio, del regno di Dio su quello di satana, dell’amabile carità che unisce tutti nella Chiesa, sulle divisioni che generano gli errori, sbandando l’ovile di Gesù,

O potenza di Dio, vinci l’impotenza lacrimevole dell’uomo e donaci la grazia di pregare.

O Sapienza di Dio, illumina la mente nostra e donaci la grazia di meditare, pregando.

O Infinito Amore di Dio, infiammaci perché dall’anima, dal cuore, dalla vita erompa da noi la preghiera come fiamma di amore.

O anima mia, prega glorificando Dio: Magnificat anima mea Dominum.



(Tratto dal commento al capitolo 4 della lettera di san Paolo ai Colossesi "Lettere di san Paolo apostolo" pagg. 1713 - 1719)








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