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by Aldo Maria Valli
Omelia nella Messa votiva del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria, con la solenne consacrazione dei catechisti mariani
di Raymond Leo cardinale Burke
Is 61, 9-11
1 Sam 2, 1. 4-5. 6-7. 8
Lc 2, 41-51
Il ritrovamento di Nostro Signore nel Tempio, raccontato nel Vangelo di oggi, fa parte del Mistero della Fede, il Mistero dell’Incarnazione redentrice. Il Bambino Gesù rimase “nella casa del Padre” [1] dopo la festa di Pasqua, manifestando la sua natura divina. Egli è Dio Figlio. Inoltre, “scese con [Maria e Giuseppe], venne a Nazareth e fu loro obbediente” [2]: è Dio Figlio incarnato, figlio di Maria, il cui sposo Giuseppe è il suo padre verginale. Come professiamo nel Credo niceno, Dio Figlio, “consustanziale al Padre” [3], “per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per mezzo dello Spirito Santo si incarnò nella Vergine Maria e si fece uomo” [4]. “È il Mistero della Fede, manifestato alla Vergine Madre di Dio attraverso il ritrovamento del Divino Bambino nel Tempio, che ella custodiva nel suo cuore, [5] poiché il suo Cuore Immacolato era in perfetta unione con il Sacratissimo Cuore, divino e umano, di Gesù, Dio Figlio e suo Figlio.
Il Beato Columba Marmion, nel suo capolavoro spirituale Cristo vita dell’anima, riflettendo sulle parole dell’angelo del Signore ai pastori alla Natività di Nostro Signore [6], commenta l’unione del Cuore Immacolato di Maria con il Sacratissimo Cuore di Gesù:
È con il cuore e con l’anima che la Vergine Maria entra nei misteri del suo Figlio. San Luca ci dice che la madre di Gesù “teneva presente tutte queste parole” – le parole del Figlio – “meditandole nel suo cuore” [Lc 2, 19]. Le parole di Gesù erano per lei fonte di contemplazione: non potremmo dire lo stesso dei misteri di Gesù? Sicuramente Cristo, quando viveva questi misteri, illuminava l’anima di sua madre su ciascuno di essi. Lei li capiva, si associava ad essi; tutto ciò che Nostro Signore diceva e faceva era – per lei che amava tra tutte le donne – una fonte di grazie. Gesù, per così dire, ha restituito a sua madre nella vita divina (di cui è la fonte) ciò che aveva ricevuto da lei nella vita umana. È per questo che Cristo e la Vergine sono così indissolubilmente uniti in tutti i misteri; ed è anche per questo che Maria ha unito tutti noi, nel suo cuore, al suo Figlio divino, [il nostro capo] [7].
Cristo ha ricevuto la sua natura umana nel grembo di Maria affinché lei per prima – in previsione del frutto della sua passione salvifica, della sua morte, della sua risurrezione e della sua ascensione – e tutti coloro che avrebbero preso vita in lui attraverso la fede e il battesimo, potessero partecipare alla sua natura divina, la vita di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo.
L’unione del cuore di Maria con il Cuore del Salvatore si è consumata ai piedi della Croce. Il Beato Columba Marmion conclude la sua riflessione:
Ora, l’opera per eccellenza di Gesù, il Santo dei Santi dei suoi misteri, è la sua Passione. È con il suo sacrificio, con lo spargimento del suo sangue sulla croce, che Egli completa la restituzione della vita divina agli uomini, che li reintegra nella loro dignità di figli di Dio. Cristo Gesù ha voluto che sua madre entrasse in quel mistero in una veste così speciale, e Maria si è unita alla volontà di suo Figlio Redentore in quel mistero in modo così pieno che, pur mantenendo il suo rango di semplice creatura, condivide veramente con Lui la gloria di averci fatto nascere in quel momento nella vita della grazia [8].
Così intimamente e unicamente unita al suo Figlio divino nel Mistero dell’Incarnazione redentrice, la Vergine Maria, pur rimanendo la prima dei redenti grazie al Mistero dell’Immacolata Concezione, partecipa all’opera del Redentore di portare a sé tutte le anime.
Il Beato Columba dichiara:
Dando il suo consenso alla proposta divina dell’Incarnazione, [la Vergine] ha accettato di entrare nel piano della Redenzione in una veste unica; ha accettato non solo di essere la madre di Gesù, ma di associarsi all’intera sua missione di Redentore. Ad ognuno dei misteri di Gesù doveva rinnovare questo Fiat così pieno di amore, fino al momento in cui, dopo aver offerto sul Calvario per la salvezza del mondo questo Gesù, questo Figlio, questo corpo che aveva formato, questo sangue che era stato suo, poté dire: “Tutto è compiuto”. In quell’ora benedetta, Maria era entrata così tanto nei [sentimenti] di Gesù da poter essere chiamata “Corredentrice”. Come Gesù, in quel momento, con un atto d’amore, ha portato a compimento il nostro ingresso nella vita della grazia. Secondo il pensiero espresso da sant’Agostino, lei, madre del nostro capo, avendo portato Gesù nel suo grembo è diventata, attraverso la sua anima, la sua volontà e il suo cuore, la madre di tutte le membra del capo divino: “Nel corpo, madre del nostro capo; nello spirito, madre delle sue membra” [Sant’Agostino, De sancta virginitate, n. 6] [9].
Donataci come Madre eterna dal suo Figlio divino morto sulla croce per la nostra salvezza, la Beata Vergine Maria con il suo Cuore Immacolato attira i nostri cuori sempre più completamente nel Sacratissimo Cuore di Gesù affinché, purificati dal peccato, possiamo vivere sempre più in Lui, nella sua Verità e nel suo Amore divini.
Attraverso la solenne consacrazione dei catechisti mariani, doniamo i nostri cuori, un tutt’uno con il Cuore Immacolato di Maria, al Sacratissimo Cuore di Gesù per l’insegnamento della Verità e dell’Amore Divini nella Chiesa. La consacrazione solenne dei catechisti mariani è un sacramentale che conferisce la grazia effettiva di una vita vissuta totalmente in Cristo Maestro per la salvezza di molte anime. È la grazia di cooperare con Cristo nella sua missione di salvezza, in questo senso, di essere corredentori con Lui.
Oggi offro la Santa Messa per l’intenzione dei nostri sette fratelli e sorelle che, in California, Halifax (Canada), Michigan, Ohio e South Carolina fanno per la prima volta la consacrazione solenne come catechisti mariani e per tutti coloro che, qui e in varie parti del mondo, rinnovano la consacrazione solenne. Pregando per tutti i catechisti mariani, vi propongo l’esortazione del Beato Columba Marmion:
Chiediamo alla Vergine che la grazia scenda su di noi in abbondanza dall’umanità del suo Gesù, che ne possiede la pienezza, affinché ci conformiamo sempre più, per amore, a questo amato Figlio del Padre, che è anche suo Figlio. Questa è la migliore richiesta che possiamo farle. Nell’Ultima Cena, Nostro Signore disse ai suoi apostoli: “Il Padre mio vi ama perché mi avete amato e avete creduto che sono uscito da Lui” [Gv 16, 27]. Potrebbe dire la stessa cosa a noi di Maria: “Mia madre vi ama, perché mi amate e credete che sono nato da lei”. Nulla è più gradito a Maria che sentir proclamare che Gesù è suo Figlio e vederlo amato da tutte le creature.
Il Vangelo, come sapete, ci ha conservato solo pochissimi detti della Vergine. Ne ho ricordato uno, quello che disse ai servi alle nozze di Cana: “Fate quello che vi dirà” [Gv 2, 5]. Queste parole sono come un’eco delle parole del Padre eterno: “Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo” [Mt 17, 5; Mc 9, 6; Lc 9, 35]. Possiamo applicare a noi stessi il detto di Maria: “Fate tutto quello che mio Figlio vi dirà”. Questa sarà la forma migliore della nostra devozione alla Madre di Gesù. La Vergine Maria non ha desiderio più grande che vedere il suo Figlio divino obbedito, amato, glorificato, esaltato. Come per l’Eterno Padre, Gesù è l’oggetto di tutte le sue delizie”[10].
Che la Madonna interceda con forza per l’apostolato che il nostro amato e santo fondatore padre John Anthony Hardon ha affidato alle sue cure sotto il titolo di Nostra Signora di Guadalupe. Che i nostri membri possano trovare la loro gioia e la loro pace nel suo Figlio Divino e che possano essere degni messaggeri del suo Figlio Divino affinché molti possano conoscere la sua gioia e la sua pace, ora e nell’eternità.
Uniti al Cuore Immacolato di Maria, Donna dell’Eucaristia, doniamo ora, attraverso il Sacrificio Eucaristico, i nostri cuori completamente al Cuore glorioso trafitto di Gesù. Che noi, uniti nel cuore al Cuore Immacolato di Maria, possiamo conservare sempre nel nostro cuore il Mistero della Fede, per portare fedelmente Cristo agli altri attraverso l’apostolato mariano dei catechisti.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Raymond Leo cardinale Burke
Santuario di Nostra Signora di Guadalupe, La Crosse, Wisconsin
4 maggio 2024
________________
[1] Lc 2, 49.
[2] Lc 2, 51.
[3] “… consubstantialem Patri”. “Il Credo”, Messale romano quotidiano, 7a ed., ed. James Socias, Downers Grove, Midwest Theological Forum, 2019), latino p. 722, inglese p. 723.
[4] “… propter nos homines et propter nostram salutem descendit de caelis. Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine, et homo factus est”. Ibidem, latino pp. 722 e 724; inglese pp. 723 e 725.
[5] Cfr. Lc 2, 51.
[6] Cfr. Lc 2, 10-12.
[7] Columba Marmion, Le Christ vie de l’âme. Conferenze spirituali (Abbaye de Maredsous, 1914), p. 493. Traduzione inglese: Columba Marmion, Christ the Life of the Soul, Zaccheus Press, Bethesda 2005), p. 478.
[8] Marmion, pp. 493-494. Traduzione inglese pp. 478-479.
[9] “Dando il suo consenso alle divine proposizioni dell’Incarnazione, ella accettò di entrare, a titolo unico, nel piano della Redenzione; accettò non solo di essere la madre di Gesù, ma di associarsi alla sua intera missione di Redentore. In ognuno dei misteri di Gesù, doveva rinnovare questo fiat pieno di amore, fino al momento in cui poté dire, dopo aver offerto sul Calvario, per la salvezza del mondo, questo Gesù, questo Figlio, questo corpo che aveva formato, questo sangue che era suo: “Tutto è consumato”. In quell’ora benedetta, Maria è entrata così profondamente nei sentimenti di Gesù da poter essere chiamata Corredentrice. Come Gesù, in quel momento ha completato con un atto d’amore di generarci alla vita della grazia. Madre del nostro capo, secondo il pensiero di sant’Agostino, perché, avendolo partorito nel suo grembo, divenne per anima, volontà e cuore, madre di tutte le membra di questo capo divino. Corpore mater capitis nostri, spiritu mater membrorum ejus [De sancta virginitate, n. 6]”. Marmion, pp. 504-505. Traduzione italiana pp. 487-488.
[10] “Chiediamo alla Vergine che l’umanità del suo Gesù, che possiede la pienezza della grazia, la faccia fluire abbondantemente verso di noi, affinché ci conformiamo sempre più, attraverso l’amore, a questo Figlio prediletto del Padre, che è anche suo Figlio. Questa è la migliore richiesta che possiamo fargli. Nell’Ultima Cena, Nostro Signore disse ai suoi apostoli: “Il Padre mio vi ama perché mi avete amato e avete creduto che sono nato da lui” [Giovanni XVI, 27]. Potrebbe dire lo stesso di Maria: “Mia madre vi ama perché mi amate e credete che sono nato da lei”. Nulla piace di più a Maria che sentire proclamare Gesù come suo Figlio e vederlo amato da tutte le creature.
Il Vangelo, come sapete, ci ha conservato poche parole della Vergine. Ve ne ho appena ricordata una, pronunciata ai servi durante le nozze di Cana: “Fate quello che vi dirà mio Figlio”. Quodcumque dixerit vobis, facite [Giovanni II, 5]. Questa parola è come un’eco delle parole del Padre eterno: “Questo è il mio Figlio, nel quale mi sono compiaciuto, ascoltatelo”: Ipsum audite. Possiamo applicare a noi stessi le parole di Maria: “Fate quello che vi dirà mio Figlio”. Questo sarà il frutto migliore di questa conversazione; sarà anche la forma migliore della nostra devozione alla madre di Gesù. La Vergine Madre non ha desiderio più grande che vedere il suo Figlio divino obbedito, amato, glorificato ed esaltato: come per il Padre eterno, Gesù è l’oggetto di tutte le sue compiacenze”. Marmion, pp. 508-509. Traduzione italiana pp. 490-491.
Fonte: cardinalburke.com
by Aldo Maria Valli
Omelia nella Messa votiva del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria, con la solenne consacrazione dei catechisti mariani
di Raymond Leo cardinale Burke
Is 61, 9-11
1 Sam 2, 1. 4-5. 6-7. 8
Lc 2, 41-51
Il ritrovamento di Nostro Signore nel Tempio, raccontato nel Vangelo di oggi, fa parte del Mistero della Fede, il Mistero dell’Incarnazione redentrice. Il Bambino Gesù rimase “nella casa del Padre” [1] dopo la festa di Pasqua, manifestando la sua natura divina. Egli è Dio Figlio. Inoltre, “scese con [Maria e Giuseppe], venne a Nazareth e fu loro obbediente” [2]: è Dio Figlio incarnato, figlio di Maria, il cui sposo Giuseppe è il suo padre verginale. Come professiamo nel Credo niceno, Dio Figlio, “consustanziale al Padre” [3], “per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per mezzo dello Spirito Santo si incarnò nella Vergine Maria e si fece uomo” [4]. “È il Mistero della Fede, manifestato alla Vergine Madre di Dio attraverso il ritrovamento del Divino Bambino nel Tempio, che ella custodiva nel suo cuore, [5] poiché il suo Cuore Immacolato era in perfetta unione con il Sacratissimo Cuore, divino e umano, di Gesù, Dio Figlio e suo Figlio.
Il Beato Columba Marmion, nel suo capolavoro spirituale Cristo vita dell’anima, riflettendo sulle parole dell’angelo del Signore ai pastori alla Natività di Nostro Signore [6], commenta l’unione del Cuore Immacolato di Maria con il Sacratissimo Cuore di Gesù:
È con il cuore e con l’anima che la Vergine Maria entra nei misteri del suo Figlio. San Luca ci dice che la madre di Gesù “teneva presente tutte queste parole” – le parole del Figlio – “meditandole nel suo cuore” [Lc 2, 19]. Le parole di Gesù erano per lei fonte di contemplazione: non potremmo dire lo stesso dei misteri di Gesù? Sicuramente Cristo, quando viveva questi misteri, illuminava l’anima di sua madre su ciascuno di essi. Lei li capiva, si associava ad essi; tutto ciò che Nostro Signore diceva e faceva era – per lei che amava tra tutte le donne – una fonte di grazie. Gesù, per così dire, ha restituito a sua madre nella vita divina (di cui è la fonte) ciò che aveva ricevuto da lei nella vita umana. È per questo che Cristo e la Vergine sono così indissolubilmente uniti in tutti i misteri; ed è anche per questo che Maria ha unito tutti noi, nel suo cuore, al suo Figlio divino, [il nostro capo] [7].
Cristo ha ricevuto la sua natura umana nel grembo di Maria affinché lei per prima – in previsione del frutto della sua passione salvifica, della sua morte, della sua risurrezione e della sua ascensione – e tutti coloro che avrebbero preso vita in lui attraverso la fede e il battesimo, potessero partecipare alla sua natura divina, la vita di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo.
L’unione del cuore di Maria con il Cuore del Salvatore si è consumata ai piedi della Croce. Il Beato Columba Marmion conclude la sua riflessione:
Ora, l’opera per eccellenza di Gesù, il Santo dei Santi dei suoi misteri, è la sua Passione. È con il suo sacrificio, con lo spargimento del suo sangue sulla croce, che Egli completa la restituzione della vita divina agli uomini, che li reintegra nella loro dignità di figli di Dio. Cristo Gesù ha voluto che sua madre entrasse in quel mistero in una veste così speciale, e Maria si è unita alla volontà di suo Figlio Redentore in quel mistero in modo così pieno che, pur mantenendo il suo rango di semplice creatura, condivide veramente con Lui la gloria di averci fatto nascere in quel momento nella vita della grazia [8].
Così intimamente e unicamente unita al suo Figlio divino nel Mistero dell’Incarnazione redentrice, la Vergine Maria, pur rimanendo la prima dei redenti grazie al Mistero dell’Immacolata Concezione, partecipa all’opera del Redentore di portare a sé tutte le anime.
Il Beato Columba dichiara:
Dando il suo consenso alla proposta divina dell’Incarnazione, [la Vergine] ha accettato di entrare nel piano della Redenzione in una veste unica; ha accettato non solo di essere la madre di Gesù, ma di associarsi all’intera sua missione di Redentore. Ad ognuno dei misteri di Gesù doveva rinnovare questo Fiat così pieno di amore, fino al momento in cui, dopo aver offerto sul Calvario per la salvezza del mondo questo Gesù, questo Figlio, questo corpo che aveva formato, questo sangue che era stato suo, poté dire: “Tutto è compiuto”. In quell’ora benedetta, Maria era entrata così tanto nei [sentimenti] di Gesù da poter essere chiamata “Corredentrice”. Come Gesù, in quel momento, con un atto d’amore, ha portato a compimento il nostro ingresso nella vita della grazia. Secondo il pensiero espresso da sant’Agostino, lei, madre del nostro capo, avendo portato Gesù nel suo grembo è diventata, attraverso la sua anima, la sua volontà e il suo cuore, la madre di tutte le membra del capo divino: “Nel corpo, madre del nostro capo; nello spirito, madre delle sue membra” [Sant’Agostino, De sancta virginitate, n. 6] [9].
Donataci come Madre eterna dal suo Figlio divino morto sulla croce per la nostra salvezza, la Beata Vergine Maria con il suo Cuore Immacolato attira i nostri cuori sempre più completamente nel Sacratissimo Cuore di Gesù affinché, purificati dal peccato, possiamo vivere sempre più in Lui, nella sua Verità e nel suo Amore divini.
Attraverso la solenne consacrazione dei catechisti mariani, doniamo i nostri cuori, un tutt’uno con il Cuore Immacolato di Maria, al Sacratissimo Cuore di Gesù per l’insegnamento della Verità e dell’Amore Divini nella Chiesa. La consacrazione solenne dei catechisti mariani è un sacramentale che conferisce la grazia effettiva di una vita vissuta totalmente in Cristo Maestro per la salvezza di molte anime. È la grazia di cooperare con Cristo nella sua missione di salvezza, in questo senso, di essere corredentori con Lui.
Oggi offro la Santa Messa per l’intenzione dei nostri sette fratelli e sorelle che, in California, Halifax (Canada), Michigan, Ohio e South Carolina fanno per la prima volta la consacrazione solenne come catechisti mariani e per tutti coloro che, qui e in varie parti del mondo, rinnovano la consacrazione solenne. Pregando per tutti i catechisti mariani, vi propongo l’esortazione del Beato Columba Marmion:
Chiediamo alla Vergine che la grazia scenda su di noi in abbondanza dall’umanità del suo Gesù, che ne possiede la pienezza, affinché ci conformiamo sempre più, per amore, a questo amato Figlio del Padre, che è anche suo Figlio. Questa è la migliore richiesta che possiamo farle. Nell’Ultima Cena, Nostro Signore disse ai suoi apostoli: “Il Padre mio vi ama perché mi avete amato e avete creduto che sono uscito da Lui” [Gv 16, 27]. Potrebbe dire la stessa cosa a noi di Maria: “Mia madre vi ama, perché mi amate e credete che sono nato da lei”. Nulla è più gradito a Maria che sentir proclamare che Gesù è suo Figlio e vederlo amato da tutte le creature.
Il Vangelo, come sapete, ci ha conservato solo pochissimi detti della Vergine. Ne ho ricordato uno, quello che disse ai servi alle nozze di Cana: “Fate quello che vi dirà” [Gv 2, 5]. Queste parole sono come un’eco delle parole del Padre eterno: “Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo” [Mt 17, 5; Mc 9, 6; Lc 9, 35]. Possiamo applicare a noi stessi il detto di Maria: “Fate tutto quello che mio Figlio vi dirà”. Questa sarà la forma migliore della nostra devozione alla Madre di Gesù. La Vergine Maria non ha desiderio più grande che vedere il suo Figlio divino obbedito, amato, glorificato, esaltato. Come per l’Eterno Padre, Gesù è l’oggetto di tutte le sue delizie”[10].
Che la Madonna interceda con forza per l’apostolato che il nostro amato e santo fondatore padre John Anthony Hardon ha affidato alle sue cure sotto il titolo di Nostra Signora di Guadalupe. Che i nostri membri possano trovare la loro gioia e la loro pace nel suo Figlio Divino e che possano essere degni messaggeri del suo Figlio Divino affinché molti possano conoscere la sua gioia e la sua pace, ora e nell’eternità.
Uniti al Cuore Immacolato di Maria, Donna dell’Eucaristia, doniamo ora, attraverso il Sacrificio Eucaristico, i nostri cuori completamente al Cuore glorioso trafitto di Gesù. Che noi, uniti nel cuore al Cuore Immacolato di Maria, possiamo conservare sempre nel nostro cuore il Mistero della Fede, per portare fedelmente Cristo agli altri attraverso l’apostolato mariano dei catechisti.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Raymond Leo cardinale Burke
Santuario di Nostra Signora di Guadalupe, La Crosse, Wisconsin
4 maggio 2024
________________
[1] Lc 2, 49.
[2] Lc 2, 51.
[3] “… consubstantialem Patri”. “Il Credo”, Messale romano quotidiano, 7a ed., ed. James Socias, Downers Grove, Midwest Theological Forum, 2019), latino p. 722, inglese p. 723.
[4] “… propter nos homines et propter nostram salutem descendit de caelis. Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine, et homo factus est”. Ibidem, latino pp. 722 e 724; inglese pp. 723 e 725.
[5] Cfr. Lc 2, 51.
[6] Cfr. Lc 2, 10-12.
[7] Columba Marmion, Le Christ vie de l’âme. Conferenze spirituali (Abbaye de Maredsous, 1914), p. 493. Traduzione inglese: Columba Marmion, Christ the Life of the Soul, Zaccheus Press, Bethesda 2005), p. 478.
[8] Marmion, pp. 493-494. Traduzione inglese pp. 478-479.
[9] “Dando il suo consenso alle divine proposizioni dell’Incarnazione, ella accettò di entrare, a titolo unico, nel piano della Redenzione; accettò non solo di essere la madre di Gesù, ma di associarsi alla sua intera missione di Redentore. In ognuno dei misteri di Gesù, doveva rinnovare questo fiat pieno di amore, fino al momento in cui poté dire, dopo aver offerto sul Calvario, per la salvezza del mondo, questo Gesù, questo Figlio, questo corpo che aveva formato, questo sangue che era suo: “Tutto è consumato”. In quell’ora benedetta, Maria è entrata così profondamente nei sentimenti di Gesù da poter essere chiamata Corredentrice. Come Gesù, in quel momento ha completato con un atto d’amore di generarci alla vita della grazia. Madre del nostro capo, secondo il pensiero di sant’Agostino, perché, avendolo partorito nel suo grembo, divenne per anima, volontà e cuore, madre di tutte le membra di questo capo divino. Corpore mater capitis nostri, spiritu mater membrorum ejus [De sancta virginitate, n. 6]”. Marmion, pp. 504-505. Traduzione italiana pp. 487-488.
[10] “Chiediamo alla Vergine che l’umanità del suo Gesù, che possiede la pienezza della grazia, la faccia fluire abbondantemente verso di noi, affinché ci conformiamo sempre più, attraverso l’amore, a questo Figlio prediletto del Padre, che è anche suo Figlio. Questa è la migliore richiesta che possiamo fargli. Nell’Ultima Cena, Nostro Signore disse ai suoi apostoli: “Il Padre mio vi ama perché mi avete amato e avete creduto che sono nato da lui” [Giovanni XVI, 27]. Potrebbe dire lo stesso di Maria: “Mia madre vi ama perché mi amate e credete che sono nato da lei”. Nulla piace di più a Maria che sentire proclamare Gesù come suo Figlio e vederlo amato da tutte le creature.
Il Vangelo, come sapete, ci ha conservato poche parole della Vergine. Ve ne ho appena ricordata una, pronunciata ai servi durante le nozze di Cana: “Fate quello che vi dirà mio Figlio”. Quodcumque dixerit vobis, facite [Giovanni II, 5]. Questa parola è come un’eco delle parole del Padre eterno: “Questo è il mio Figlio, nel quale mi sono compiaciuto, ascoltatelo”: Ipsum audite. Possiamo applicare a noi stessi le parole di Maria: “Fate quello che vi dirà mio Figlio”. Questo sarà il frutto migliore di questa conversazione; sarà anche la forma migliore della nostra devozione alla madre di Gesù. La Vergine Madre non ha desiderio più grande che vedere il suo Figlio divino obbedito, amato, glorificato ed esaltato: come per il Padre eterno, Gesù è l’oggetto di tutte le sue compiacenze”. Marmion, pp. 508-509. Traduzione italiana pp. 490-491.
Fonte: cardinalburke.com
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