venerdì 16 maggio 2014

La propaganda LGBT del Comune di Pistoia







«L’omofobia non entra». È questo l’avvertimento che gli esercizi commerciali sono invitati ad esporre nelle giornate dal 12 al 17 maggio nell’ambito dell’iniziativa “Tutti diversi con uguali diritti” promossa da Comune, Provincia, Biblioteca San Giorgio, Arcigay La Fenice e altre associazioni. Una manifestazione di sei giorni, fitta di eventi, che vedrà anche Vladimir Luxuria allietare della sua presenza la nostra biblioteca pubblica.

A parte la legittima domanda rispetto a chi sostiene i costi di questa manifestazione (i cittadini pistoiesi?), quello che preoccupa di più è la propaganda LGBT accolta e sostenuta in sede istituzionale e spacciata alla cittadinanza con la scusa di un’emergenza omofobia che non esiste. «Non risultano, al momento, casi accertati di discriminazione per l’accesso all’alloggio, nel lavoro pubblico o privato»: non sono parole nostre, ma del Dipartimento delle Pari Opportunità, riportate nella “Strategia nazionale per combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”. Ottantatre in tre anni sono invece le segnalazioni attivamente monitorate dall’Oscad (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) relative a discriminazioni, ingiurie o violenze dovute all’orientamento sessuale: un caso all’anno ogni due milioni di italiani. I più autorevoli istituti indipendenti di sondaggi italiani e stranieri, da parte loro, collocano l’Italia ai primi posti nel mondo nella classifica dei paesi più tolleranti in questo campo.

Ogni violenza, quale che sia il movente, è ovviamente inaccettabile e deve essere punita, ma siamo onesti: ci troviamo davvero di fronte a un’emergenza? Quante reali emergenze non risolte nel nostro paese e nella nostra città! Allora perché la bandiera arcobaleno - espressione di una visione del mondo particolare e niente affatto condivisa da tutti - sventola in questi giorni sul Palazzo Comunale, che invece è di tutti? Ci chiediamo quindi: chi sono questi omofobi da tenere fuori dai negozi e contro i quali sarebbe così urgente mobilitarsi?

Non può che sorgere il fondato sospetto, confermato da decine di documentabili dichiarazioni ed episodi, che per le associazioni organizzatrici (e dobbiamo a questo punto ritenere anche ufficialmente per il nostro comune) omofobo sia in realtà chiunque pensi che il matrimonio sia l’unione fra persone di sesso diverso e chiunque sostenga che un bambino ha bisogno di una mamma e di un papà. Costoro sono quelli da emarginare e silenziare, per non disturbare la dilagante ondata ideologica.

Il parere del circolo territoriale pistoiese de La Manif Pour Tous è che così facendo non si voglia combattere alcuna ingiusta discriminazione reale, ma si miri solo a tacitare il dibattito e anche l’eventuale e legittimo dissenso rispetto a questi temi.

“L’omofobia non entra”: un avvertimento che ricorda tristi paralleli nella recente storia passata e che mostra ancora una volta il volto totalitario di un’ideologia che sta tentando di occupare le istituzioni e la legislazione, criminalizzando il dissenso, limitando la libertà di stampa, rieducando i nostri bambini nelle scuole fin dall’asilo, cambiando la nostra lingua, forgiando la mentalità della popolazione con astute operazioni di ingegneria sociale.

Quanto a noi, eviteremo accuratamente di fare acquisti nei negozi che aderiscono, invitando a fare altrettanto.

Per chi desidera essere costantemente informato, chiediamo di seguirci su https://www.facebook.com/lmptpistoia o di contattarci per email a lamanifpourtouspistoia@gmail.com.







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