venerdì 2 maggio 2014

Il Papa “virtuale” e quello “reale”. Perchè Bergoglio piace così tanto





di Luca Del Pozzo (30/04/2014)

Che l’attuale pontefice piaccia alla stragrande maggioranza non solo dei cattolici ma anche del cosiddetto mondo laico è ormai assodato. E c’è pure chi, come Giuliano Ferrara, sostiene che  “questo papa piace troppo”, per riprendere il titolo di un recente, interessante volume scritto a sei mani con Alessandro Gnocchi e il compianto Mario Palmaro. Ora che papa Bergoglio abbia assunto, sin dall’inizio del suo pontificato, un approccio pastorale oggettivamente accattivante, e che in molti aspetti, materiali e non , ha incontrato e incontra le aspettative di milioni di fedeli (e non solo) dopo le polemiche sugli scandali del clero, Vatileaks, Ior e via dicendo, è un dato di fatto difficilmente contestabile. Che tuttavia non dice tutto. C’è infatti, parafrasando Benedetto XVI che a proposito del Concilio Vaticano II disse che c’è stato un Concilio “virtuale”, dei media, distinto da quello reale, un papa Francesco “virtuale” che non corrisponde , o vi corrisponde solo in parte e spesso e volentieri in modo deformato e deformante, al papa Francesco reale. Voglio dire che se questo papa piace così tanto è anche perché c’è tutto un mondo di interessi che vuole che piaccia, e fa di tutto perché di papa Francesco, di quello dice quello e di quello che fa arrivi alla massa un distillato confezionato ad arte, escludendo dalla scena pubblica tutto ciò che nuoce o nuocerebbe allo scopo.

Un esempio? Si prenda il rapporto di papa Bergoglio con la dottrina e la morale cattoliche. Il mainstream dominante vuole che questo papa abbia poco o punto interesse a tutto ciò che sa di discorso razionale, valori, riproposizione della dottrina ecc., privilegiando un approccio pastorale, che guarda alle situazioni concrete con l’occhio misericordioso del compagno di viaggio. Un atteggiamento sintetizzato dall’ormai celebre “chi sono io per giudicare?”, frase pronunciata di sull’aereo che lo riportava a Roma dopo le giornate della gioventù di Rio. Eppure, a leggere tutti i discorsi e gli interventi di papa Francesco, l’impressione che se ne ricava è diametralmente opposta. Ecco a mo’ di esempio una carrellata di frasi pronunciate di dal pontefice solo negli ultimi due mesi, la cui estrapolazione dal contesto (leggere il testo integrale per credere) non inficia in alcun modo il senso e il significato di quanto vi si afferma.

“Il matrimonio cristiano è un’alleanza d’amore per tutta la vita tra un uomo e una donna; comporta autentici sacrifici per evitare le nozioni illusorie della libertà sessuale e per favorire la fedeltà coniugale.” (Visita ad limina apostolorum dei vescovi del Sud Africa, 25 aprile)

In positivo, occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva. Ciò comporta al tempo stesso sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: “A volte, non si sa se con questi progetti – riferendosi a progetti concreti di educazione – si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione”. (discorso alla delegazione dell’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia, 11 aprile)

“Noi lo sappiamo, la vita umana è sacra e inviolabile. Ogni diritto civile poggia sul riconoscimento del primo e fondamentale diritto, quello alla vita, che non è subordinato ad alcuna condizione, né qualitativa né economica né tantomeno ideologica. …Occorre pertanto ribadire la più ferma opposizione ad ogni diretto attentato alla vita, specialmente innocente e indifesa, e il nascituro nel seno materno è l’innocente per antonomasia. Ricordiamo le parole del Concilio Vaticano II: «La vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; l’aborto e l’infanticidio sono delitti abominevoli» (Cost. Gaudium et spes, 51). (ai rappresentanti del Movimento per la Vita, 11 aprile)

“Nel secolo scorso abbiamo visto tutti noi le dittature del pensiero unico che hanno finito per uccidere tanta gente. Si sono sentite padrone e non si poteva pensare altrimenti: si pensa così! Ma anche oggi c’è l’idolatria del pensiero unico. Oggi si deve pensare così e se tu non pensi così non sei moderno, non sei aperto”. (Omelia mattutina a S. Marta, 10 aprile)

“Il matrimonio è fra un uomo e una donna” (Intervista al Corriere della Sera, 5 marzo)

Concetti forti, che toccano da vicino questioni centrali nel dibattito contemporaneo. Il papa parla a chiare note di matrimonio tra uomo e donna, diritto dei figlio ad avere un padre e una madre, dittatura del pensiero unico, condanna dell’aborto, rifiuto di sperimentazioni educative sui bambini, nozioni illusorie di libertà sessuale. Ma soprattutto, concetti che cozzano irriducibilmente contro il mainstream culturale in voga, e che curiosamente, ma non troppo, non hanno trovato alcuna eco degna di nota sulla stampa che conta. Motivo? Perché chi comanda le leve dell’informazione ha deciso che bisogna dare risonanza solo a ciò che del magistero di papa Francesco fa comodo per puntellare una ben precisa visione dell’uomo e della società. Ma cosa accadrà, perché prima o poi accadrà, quando papa Bergoglio dirà o farà cose che non potranno più essere taciute, manipolate, o semplicemente aggiustate? Continuerà ad essere il papa che piace? O quel mondo che oggi lo adula, lo blandisce, gli batte le mani entusiasta e gli chiede un selfie ogni due per tre, gli si rivolterà contro rivelando il suo vero volto? Staremo a vedere.





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