domenica 6 febbraio 2022

Quanta ipocrisia! Giornate per tutto… e si dimentica la più importante: quella per il rispetto della Vita dal concepimento alla morte






di Maria Bigazzi per il C3S, 6 FEBBRAIO 2022

Che la Vita sia un dono inestimabile di Dio di cui solo Egli è l’autore e il Padrone e noi i custodi, è una verità incontestabile.

Eppure, la nostra società continua a procedere sulla stessa linea, quella della cultura della morte, dove inclusività, rispetto e accoglienza sono parole all’ordine del giorno, mentre si continuano a uccidere bambini con l’aborto, a invocare l’eutanasia, a manipolare la Vita, a utilizzare gli embrioni per scopi scientifici e per prodotti da commercializzare.

L’elenco sugli attacchi alla Vita è molto più lungo di questo, non vedono una fine, e neanche l’esperienza di questi due anni ha invitato a riflettere su ciò che davvero conta e sull’importanza di tornare a Dio.

Se si perde la consapevolezza del valore della Vita e della dignità di ciascuna persona creata a immagine e somiglianza di Dio, allora tutto viene inevitabilmente a crollare.

L’uomo è rivestito di una dignità unica e irripetibile che lo eleva dalla condizione di miseria per coronarlo di gloria e di onore, ma se ci si allontana dal Creatore perdendo l’abito della grazia, ci si abbassa fino al fango.

Se non si rispetta il dono della Vita, ma lo si attacca attraverso le pratiche più orribili, ogni azione contro la persona e la sua dignità diventa lecita.

Giustamente Madre Teresa di Calcutta ricordava che se “Se una madre può uccidere suo figlio, chi impedisce agli uomini di uccidersi tra di loro?”.

E difatti stiamo assistendo a una rapida diffusione di una cultura che odia la Vita in sé, disprezzando il corpo e rendendolo schiavo del peccato e del demonio.

Quarantadue milioni di aborti l’anno, bimbi vittime di egoismo e di ideologie perverse come quella Lgbt, eutanasia alle porte… la società ha già deciso le sorti di alcune persone che essa ritiene inutili, un peso o indegne di vivere.

Vengono organizzate giornate per l’uguaglianza e il rispetto, ma poi gli stessi che ne parlano sostengono l’aborto selettivo e le leggi contro la Vita. Sarebbe più opportuno chiamarle giornate dell’ipocrisia.

Grazie a Dio ci sono tante persone che portano avanti la santa battaglia contro tali pratiche e che si adoperano perché la Vita vinca, attraverso la preghiera -base per ogni iniziativa- e l’azione concreta, consapevoli del fatto che “Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto ad ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell’uomo all’uomo, a ognuno di suo fratello. Chi sparge il sangue dell’uomo dall’uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l’uomo.” (Gen 9, 5-6).

Uccidendo una vita custodita nel grembo materno, si lede la persona nella sua integrità, in quanto non venendo riconosciuta la sacralità della vita umana, l’uomo viene privato di quella dignità e di quel rispetto che invece si impone fin da quando ha inizio il processo della generazione.

Spiegava il genetista francese Jerome Lejeune che la vita è biologicamente un continuum, senza alcuna discontinuità tra il concepimento e la nascita.

Lo stesso per quanto riguarda il fine vita. Permettere ad una persona di decidere se ricorrere all’eutanasia nel caso in cui non volesse sottoporsi a determinate cure, significa aprire le porte ad una pratica che va contro il valore e la sacralità della Vita.

Preservare la vita di una persona non è accanimento terapeutico. I mezzi utilizzati sono proporzionati al fine di salvare una vita.

Vi sono poi situazioni particolari e delicate in cui determinate cure richiedono al paziente una sofferenza insopportabile. In questo caso dev’essere fatta una valutazione attenta e approfondita, in cui però la vita e la dignità della persona devono essere sempre messe al primo posto.

Oggi con il pretesto di “agire nell’interesse della persona” si registrano casi in cui alcune persone decidono sulla vita di altre, decretando se questa ha il diritto o meno di essere vissuta. Un grave fatto che ha aperto alle numerose pratiche contro la Vita e la dignità della persona.

La Dottrina Sociale della Chiesa definisce peccato sociale, ogni peccato contro i diritti della persona umana, a cominciare dal diritto alla vita, incluso quello del nascituro, o contro l’integrità fisica di qualcuno.

La morte procurata non può essere mai considerata una soluzione, bensì un attacco alla persona e al suo valore. Ogni vita, infatti, è unica e preziosa, nessuno può deciderne la fine.

Essa, come insegna il Magistero della Chiesa, a tutti i suoi livelli viene da Dio e rappresenta il primo diritto fondamentale di una persona umana, nonché la condizione per tutti gli altri. Perciò deve essere protetto più di ogni altro diritto.

Che questa consapevolezza diventi preoccupazione primaria di una società oggi sempre più lontana da Dio e dalle sue leggi, perché se Cristo non regna nei nostri cuori e nella nostra società, la verità e la dignità umana verranno sempre più attaccate e calpestate.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri





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