di Gustave Thibon
(23 dicembre 1976)
Noi ci lasciamo troppo facilmente abbagliare dagli eventi sensazionali e dai trionfi rapidi e spettacolari. E ci dimentichiamo che, quasi sempre, le più grandi cose hanno piccoli inizi. E questo è vero in tutti i campi. Abito non molto lontano dalla sorgente della Loira. Questo fiume, così maestoso presso il suo estuario, alla nascita non è che un piccolo ruscello insignificante che si snoda nel cortile di una fattoria. Una tempesta o una valanga dispiegano in un attimo tutta la loro potenza. Qualche ora dopo non resta più nulla di questo tumulto, all’infuori delle devastazioni che ha causato.
Lo stesso vale per le cose umane e quelle divine. Il Cristo, autore e messaggero della salvezza eterna dell’umanità, è nato e ha vissuto per trent’anni ignorato da tutti prima di rivelarsi al mondo. Si è rivelato ancora senza fragore, essendosi rivolto a dei piccoli gruppi piuttosto che alla folla. E dopo la sua morte e resurrezione, il cristianesimo ha dovuto maturare per tre secoli nell’oscurità delle catacombe prima di divenire la religione ufficiale dell’Impero.
Sono bastati invece pochi anni a un Napoleone o a un Hitler per rivoluzionare la propria epoca. Ma, allo stesso modo, non sono stati necessari che pochi anni affinché la loro opera fosse annientata.
« Il tempo non risparmia quanto è stato fatto senza di lui », ha detto Jacques Bainville. Dio, che è il signore del tempo, avrebbe potuto manifestarsi istantaneamente in tutto il fulgore della sua gloria. Se non l’ha fatto, se ha scelto l’umiltà e l’oscurità, è perché ha voluto darci l’esempio delle virtù dell’attesa e della pazienza. Per mostrarci che le riuscite più rapide e più visibili sono votate al nulla se non sono preparate da una lenta e segreta incubazione. È il lungo e invisibile lavorio delle radici e della linfa a permettere all’albero di portare frutto…
Questa è la lezione che emerge dalla festa di Natale: l’esempio dell’uomo-Dio ci invita a coltivare le realtà interiori, che maturano nel silenzio e nel segreto, senza le quali tutti i successi temporali non sono che apparenze brillanti e fuggitive, dei fuochi di paglia che s’accendono e si estinguono in un sol colpo.
(Titolo originale: La leçon de Noël, « Itinéraires », n. 211, marzo 1977; traduzione redazionale)
https://ritornoalreale.wordpress.com/2014/12/23/la-lezione-di-natale/
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