martedì 29 maggio 2012

Un uomo solo è al comando









di fr Filippo Maria


“Un uomo solo è al comando; la sua maglia è biancoceleste; il suo nome è Fausto Coppi!” Così il cronista Mario Ferretti all’apertura della radiocronaca della Cuneo-Pinerolo, terzultima tappa del Giro d’Italia del 1949. Forte emozioni! Un uomo, uno come gli altri, ad un certo punto stacca tutti, ma proprio tutti. È lì davanti, a minuti di distanza dal secondo. Un uomo solo, cioè lui solo è capace di fare quello che sta facendo, nessun altro all’infuori di lui. Un eroe! E tutti lì a chiedersi quale possa essere il segreto di tanto successo, di tanta audacia e coraggio.

Forse ce lo stiamo chiedendo anche noi, in questi giorni. Appropriandoci della storica e leggendaria espressione del radio cronista Mario Ferretti, potremmo dire: “Un uomo solo è al comando; la sua maglia è bianca; il suo nome è Benedetto XVI!”. No, dai, non è che il Papa si sia messo a correre in bicicletta, a quell’età poi… è solo che lui oggi ci sembra terribilmente bello, solo ed eroico come il mitico Fausto Coppi sulle cime più alte d’Italia; ha staccato tutti, è di un altro livello! Quelli che gli sono attorno appaiono in tutta la loro goffa incapacità di atleti alle prime armi i quali, non sapendo fare altro dinanzi a cotanta distanza e bravura, ricorrono ad autentici e imbarazzanti “mezzucci” per farsi strada. Ma Lui è lì davanti al suo posto, il Primo, il posto che gli ha assegnato Cristo. E in forza di questa consegna lui solo, il Papa, è capace di fare quello che sta facendo… in altre parole: è un eroe! O un martire, se volete! Questa mattina, domenica di Pentecoste, dalla mia radio-sveglia le prime parole che sono uscite dal Gr di Radio Uno, e che mi hanno fatto sobbalzare dal letto, sono state: “Un parroco romano ha raccontato che una vecchina è andata da lui a chiedere di celebrare una Messa per la conversione di quelli del Vaticano”; ho subito pensato: Il Papa è veramente solo… o meglio, il Papa è veramente il solo! Badate bene: non parlo della solitudine in cui è stato lasciato ma mi sto riferendo anche al fatto che quello che sta facendo lui, solo lui lo può fare. Solo lui ne è capace!

Nella liturgia del Venerdì Santo, durante la preghiera universale, ad un certo punto si dice: “Dio onnipotente ed eterno, sapienza che regge l’universo, ascolta la tua famiglia in preghiera, e custodisci con la tua bontà il Papa che tu hai scelto per noi”. Sì, è stato scelto per noi! Per questi nostri tempi, affascinanti e terribili, umilmente fermo e sicuro al timone della Chiesa. “Cari amici – disse il Papa con un’umiltà impressionante il 24 aprile 2005 nell’omelia della Santa messa per l’inizio del Ministero Petrino del Vescovo di Roma – in questo momento io posso dire soltanto: pregate per me, perché io impari sempre più ad amare il Signore. Pregate per me, perché io impari ad amare sempre più il suo gregge – voi, la Santa Chiesa, ciascuno di voi singolarmente e voi tutti insieme. Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi”. Chissà, come accade spesso agli eroi (e ai santi), forse in quella circostanza era già riuscito a vedere l’attacco sotto il quale sarebbe finita la Chiesa e il Papa stesso da lì a poco tempo. Un attacco dimostrato da un pregiudizio negativo di fondo, pronto a scattare su qualsiasi cosa il Papa dica o faccia, pronto a enfatizzare e creare “casi internazionali”: polemiche suscitate dal discorso di Ratisbona; il caso clamoroso delle dimissioni dell’arcivescovo di Varsavia Wielgus, che aveva collaborato con i servizi segreti comunisti; le critiche mosse alla pubblicazione del documento che liberalizza l’uso della messa antica; la revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani, coincisa con la diffusione dell’intervista negazionista di uno di loro; la crisi diplomatica per le dichiarazioni sul preservativo durante il viaggio in Africa; il dilagare dello scandalo degli abusi sui minori, l’invito alla “disobbedienza” del clero austriaco e infine la cronaca degli ultimi giorni che fa presagire orizzonti molto bui dentro le stanze vaticane abitate più che da corvi forse da velenosi serpenti in guerra tra loro.

Un uomo solo è al comando! Santità, se lo lasci dire: Quanto è bello! Sofferente, sì ma, per dirla con Costanza: “come il padre dà al figlio il coraggio di volare alto, così lei fa con noi: accettando di dare la vita dietro Gesù per noi, suoi figli e fratelli, prendendo su di sé, virilmente, i colpi del mondo”. Lei che avrebbe voluto chiudere i suoi giorni nell’amata Baviera, ma che poi è stato “trattenuto” a Roma dal Suo predecessore il Beato Giovanni Paolo II…
Qual è il suo segreto, Santo Padre? Chi le dà la forza, alla sua età, di restare lì davanti a tutti, apparentemente fragile ma allo stesso tempo saldo come la roccia?
“Venne all’improvviso un rombo come di vento che si abbatte gagliardo…” Forse è iniziata una nuova Pentecoste. Forse lo Spirito Santo non ha smesso di soffiare sulla Chiesa. Lei, Santità, è il Primo. Noi seguiremo soltanto lei, fino alla fine!

Mi glorio di essere ortodosso in ciò che riguarda i misteri della Trinità e della Messa;
mi glorio di credere nel confessionale;
mi glorio di credere nel Papato.
G. K. Chesterton


http://costanzamiriano.wordpress.com/

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