giovedì 10 maggio 2012

Il Papa ad Arezzo, un regalo per tutta la Toscana










Un regalo e un gesto per tutta la Regione



Un regalo per Arezzo, ma anche un gesto per tutta la Regione e per ciò che rappresenta in Europa e nel mondo». Lo ha detto l’arcivescovo Riccardo Fontana, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, nel corso della seduta solenne del Consiglio regionale, mercoledì 2 maggio.
Tre le «vere modalità» dell’evento: «parsimonia nell’organizzazione, efficacia nella comunicazione, giusta attenzione verso la nostra gente, soprattutto quella maggiormente provata in questo tempo di crisi, per alcuni almeno, davvero amara e dolorosa – ha affermato l’Arcivescovo –. La Chiesa vuol fare la propria parte, sia aiutando i più miseri, che rilanciando, per quanto in sua possibilità, l’attenzione verso il territorio e quanto favorisce l’aggregazione tra la gente». Questo il senso della visita in un territorio ricco di storia dove, ha ricordato il vescovo, mille anni fa veniva consacrato l’Eremo di Camaldoli e veniva fondata la città di Sansepolcro dai pellegrini Arcano ed Egidio; dove le libertà comunali e la dignità della persona furono elaborate fin dal Medioevo; dove la città della giustizia e della pace rappresenta la città ideale, dove l’impegno per il bene comune va oltre le barriere ideologiche, come raccontano Giorgio La Pira, Piero Calamandrei, Giuseppe Toniolo. «La loro testimonianza fa riflettere – ha detto Fontana – che i grandi del Rinascimento hanno avuto seguito anche nel nostro tempo, in questa regione, terra di preghiera e dialogo». Da qui l’invito a vivere appieno il 13 maggio: «La presenza del Papa in questa regione è come ridire, da un pulpito altissimo, che la Toscana può ancora oggi dettare il passo – ha sottolineato l’Arcivescovo – programmando il futuro con una visione europea e universale; le tematiche della politica sociale, della giustizia e dell’economia, argomenti che sono decisamente più vicini al lavoro quotidiano e alle competenze di questo Consiglio regionale, ben si coniugano con la riproposizione della libertà e della giusitizia per tutti”, in un percorso coordinato dal “dovere della solidarietà umana».


Tsd, in tv tutta la visita «minuto per minuto»


Tsd, l’emittente diocesana di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, trasmetterà in diretta, domenica 13, tutta la Visita del Papa, dalle 9 del mattino alle 9 della sera, con vari momenti in esclusiva come l’arrivo in elicottero ad Arezzo, l’attraversamento della città in «papamobile», la visita privata all’interno della Cattedrale di San Donato. Il commento alla Messa delle 10 dal Parco del Prato, curato da Tsd, sarà messo a disposizione di altre emittenti toscane come TvPrato, TvlPistoia, Teletruria e Tv1 Valdarno.


Il legame con Rosano e le visite di Wojtyla


Da quando è diventato Papa, è la prima volta che Benedetto XVI mette piede in Toscana, regione con la quale ha però un legame particolarissimo per tramite della comunità benedettina di Rosano. Le claustrali l’hanno raccontato proprio sulle pagine di questo settimanale in occasione della sua elezione al soglio pontificio. Era il 1985, quando il cardinale Ratzinger visitò per la prima volta Rosano. Fu per la professione solenne di una novizia. Da allora era solito tornare spesso nel monastero, soprattutto in occasione della Solennità del Corpus Domini, per celebrare la Messa e portare in processione il Santissimo Sacramento. Nel 2001 poi scelse l’abbazia per celebrare con il fratello il 50° di ordinazione sacerdotale. «Abitualmente nelle sue visite – hanno raccontato le claustrali – era accompagnato dal suo segretario mons. Josef Clemens e da Alfredo, il fidatissimo autista. Giungeva nel tardo pomeriggio del sabato e ripartiva la domenica pomeriggio. Verso sera amava fare una lunga passeggiata sul poggio o nei campi».


La morte di Gregorio X. Nel corso della storia sono stati tanti i Papi che hanno visitato le città toscane. Per limitarsi solo alla diocesi di Arezzo, va ricordato soprattutto papa Gregorio X, a cui è dedicato l’Istituto di Scienze religiose, che morì nel palazzo vescovile aretino il 10 gennaio 1276, mentre era in viaggio di ritorno verso Roma. Anche un suo predecessore, Vittore II, morì in quella diocesi nel 1057: vi era arrivato per dirimere questioni di confine tra le Chiese di Arezzo e di Siena. Tra le visite più significative dei Papi ad Arezzo c’è da annoverare quella di Giovanni XVII, nel 1007, chiamato dall’allora vescovo Elemperto per consacrare la ristrutturata cattedrale del Pionta. Alessandro II, prima vescovo di Lucca e poi grande riformatore della Chiesa nell’XI secolo, fu ospite per alcuni giorni presso il Monastero di Capolona. Dopo Leone X, che si fermò ad Arezzo per alcuni giorni nel 1515, dobbiamo arrivare al 1805, quando Pio VII transitò per la città mentre si recava a Parigi per l’incoronazione di Napoleone I. Da Sansepolcro erano passati Gregorio XII e Clemente VII: il primo lo fece sotto la scorta di Carlo Malatesta, Signore di Rimini, per sfuggire alle ostilità fomentate contro di lui da diversi Stati europei; l’altro, durante il viaggio che lo condusse a Bologna per incoronare imperatore Carlo V.


Paolo VI a Pisa e Firenze. Negli anni a noi più vicini fu Paolo VI il primo ad effettuare una visita pastorale in Toscana. Fu il 10 giugno 1965, in occasione del Congresso eucaristico nazionale che si tenne a Pisa. E l’anno dopo vi tornò nella notte di Natale, quando volle celebrare la Messa in S. Maria del Fiore per incoraggiare Firenze a risollevarsi dalle ferite inferte dall’alluvione del 4 novembre 1966.


Dieci volte per Woytjla. Sono ben nove invece le visite ufficiali in Toscana di Giovanni Paolo II, alle quali ne va aggiunta una privata e imprevista al Monastero del Monte Argentario nel dicembre del 2000. La prima volta fu a Siena il 14 settembre 1980. Due anni dopo, nella festa di San Giuseppe patrono dei lavoratori (19 marzo), fu a Livorno, a Rosignano Solvay per l’incontro con i lavoratori e al santuario di Montenero. Nel 1986, sempre per San Giuseppe, scelse Prato per incontrare i lavoratori. Ancora nell’86, il 18 e 19 ottobre si recò in visita alle diocesi di Fiesole e di Firenze. Il 21 maggio 1989 fu la volta di Grosseto, primo Papa a recarsi in Maremma dopo 856 anni. Nell’occasione visitò anche Nomadelfia, la cittadella fondata da don Zeno Saltini. Il Papa tornò in Toscana dal 22 al 24 settembre 1989 per un’intensa «tre giorni» in cui visitò Pisa, Cecina («Casa Cardinale Maffi»), Volterra e Lucca, dove venerò il «Volto Santo». Giovanni Paolo II doveva visitare Arezzo e Sansepolcro il 20 settembre 1992, ma per ragioni di salute la visita fu spostata all’anno successivo. Il 23 maggio 1993 fu a Cortona e ad Arezzo. Pochi mesi dopo, il 17 settembre 1993, salì alla Verna e a Camaldoli. Saltata per un incidente domestico la visita a Siena per il Congresso eucaristico (nel 1994), vi tornò il 30 marzo 1996, celebrando la Messa in piazza del Campo, dopo aver incontrato i lavoratori a Colle Val d’Elsa.



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