L’Eucarestia “tutta intera”: Sacrificio – Presenza – Comunione
Casa Mariana Editrice, 2012, 10 euro
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La Prefazione di Mons. Schneider
Il sacramento della santissima Eucaristia è il massimo dono che Dio poteva dare al genere umano, poiché contiene in sé la fonte di tutte le grazie e di tutti i doni spirituali di Dio, cioè il Figlio di Dio incarnato, sacrificato sulla Croce, risorto e perennemente intercedente per noi nel cielo (cf. San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, III; 65,3; 79,1). Questo sacramento sintetizza in sé i principali e più profondi misteri della rivelazione divina e della nostra fede ed è chiamato, di conseguenza, il mistero della fede per eccellenza.
La liturgia della santa Messa fa risaltare questo fatto, quando mette in stretta connessione l’espressione “mysterium fidei” con le parole della consacrazione. Nell’usus antiquior del Rito Romano l’essere mistero del sacramento dell’Eucaristia è indicato in un modo più appropriato, poiché l’espressione “mysterium fidei” fa persino parte delle parole della consacrazione del calice ed inoltre le parole sacramentali sono pronunciate con voce bassa. Il momento nel quale si realizza il più profondo mistero della nostra fede è circondato dal silenzio. Questo suscita nelle anime dei fedeli l’atteggiamento della fede, dello stupore e dell’adorazione soprannaturale.
Il mistero, ed il mistero massimo della nostra religione, in effetti, si può incontrare rettamente soltanto con questi atteggiamenti. Per questa ragione nostro Signore Gesù Cristo ha istituito questo sacramento nel cenacolo, in un’atmosfera di solenne silenzio e di nascondimento, escludendo la folla, tutti gli altri discepoli, e persino la Sua santissima Madre Maria, e ammettendo invece alla sua partecipazione soltanto i dodici apostoli, resi da Lui in quell’occasione sacerdoti della Nuova Alleanza. Alla Sua Chiesa Gesù ha lasciato, così, il tesoro più prezioso della fede e della vita.
La cosa più indispensabile e sempre urgentemente necessaria è coltivare, approfondire e difendere la fede nella divina Eucaristia. Prima di poter rettamente vivere di questo sacramento, dobbiamo credervi in modo retto. San Pietro Giuliano Eymard così insegnava: «Credere nell’Eucaristia è un tesoro che dobbiamo cercare per mezzo della sottomissione della nostra ragione, preservare per mezzo della pietà e difendere a qualsiasi prezzo. Non credere nel Santissimo Sacramento è la più grande sfortuna. L’onore reso ad un re senza le sue insegne regali è più grande che qualsiasi altro onore, poiché in tal modo veramente è la persona ad essere onorata e non la sua decorazione. Così è con Gesù nel Santissimo Sacramento. OnorarLo, credere nella sua divinità nonostante il velo della fragilità che Lo copre, significa onorare la sua persona divina e rispettare il mistero che Lo circonda».
Il presente libro del Reverendo P. Massimiliano M. Degasperi, FI, compie questa indispensabile ed urgente opera di chiarificazione, di approfondimento e di difesa della fede nel mistero eucaristico. In un tempo di grande crisi della fede e della vita eucaristica, come è il nostro, abbiamo il sacro dovere di diffondere la sana e chiara dottrina sull’Eucaristia. Il magistero supremo della Chiesa in questi duemila anni ci ha lasciato inequivocabili e ammirevoli insegnamenti su questo sacramento; il riferimento va in modo speciale al Concilio di Trento, al Venerabile Papa Pio XII, al Concilio Vaticano II, al Beato Papa Giovanni Paolo II e all’attuale Papa Benedetto XVI.
Negli ultimi cinquanta anni si costata in parecchi ambiti della vita della Chiesa una forte tendenza che tenta di alterare la fede eucaristica. L’aspetto primario ed essenziale del sacrificio eucaristico è spesso oscurato, messo allo stesso livello con il cosiddetto aspetto conviviale e persino sostituito con quest’ultimo. In questa tendenza si ha una vera e propria rottura con tutta la tradizione della fede e si finisce sempre più vicini al pensiero di Martin Lutero.
Per giustificare la nuova teoria i propugnatori di questa tendenza si richiamano in un modo vago al Concilio Vaticano II, abusando del concilio e creando veri e propri miti, dicendo che il concilio avrebbe di nuovo messo in rilievo il carattere conviviale della santa Messa. Di fatto il concilio ha parlato nella Sacrosanctum concilium soltanto due volte della cena e una volta del convito, mentre ha parlato nove volte del sacrificio, e va notato che quando il concilio ha parlato della cena, si riferiva alla sacra comunione. Il magistero ha sempre riferito il carattere conviviale del sacramento eucaristico alla sacra comunione, cioè al momento di ricevere sacramentalmente il frutto del sacrificio eucaristico.
Diffondendo una dottrina sulla centralità dell’aspetto conviviale della santa Messa, dottrina arbitraria e non giustificata dai testi del Concilio Vaticano II, si è diffusa in modo ancora più vasto e oggi quasi universale la celebrazione cosiddetta versus populum, per sottolineare appunto il momento della cena e forse anche la partecipazione attiva dei fedeli. Ma anche questa svolta rituale mai era stata chiesta dal Concilio Vaticano II. Ed ecco che, così, si è venuto a creare un altro mito vero e proprio.
C’è veramente urgenza di portare chiarezza in una tale confusione dottrinale e rituale. La presente opera di P. Degasperi è perciò molto utile ed opportuna. Essa porta, infatti, la necessaria e sicura chiarificazione dottrinale e mostra rettamente le conseguenze per la celebrazione e la vita eucaristica. L’autore ci presenta in modo corretto la ricchezza degli insegnamenti del magistero sull’Eucaristia. In una situazione di confusione di varie teorie sull’Eucaristia, c’è realmente bisogno di parlare con la voce chiara della Chiesa stessa. Dobbiamo ritornare alla fede eucaristica degli apostoli e dei santi di tutti i tempi. Il beato John Henry Newman ci ricorda: «Ci è stato insegnato nella fede che tu, o Signore, nonostante la tua ascensione alla gloria del cielo, rinnovi e perpetui il tuo sacrificio fino alla fine del mondo. Questa non è soltanto la notizia più commovente e gioiosa della tenerezza del nostro Signore e Salvatore, ma questo insegnamento trova il pieno consenso e la piena simpatia della nostra ragione. Benché noi non avremmo mai potuto o osato prevedere con la nostra ragione una dottrina così mirabile, noi adoriamo la sua massima adeguatezza alle tue perfezioni e allo stesso tempo adoriamo la sua infinita compassione per noi».
Quanto più pura ed integra è la fede nel mistero eucaristico, tanto più sacra, riverente ed amorevole è la sua celebrazione e la sua ricezione. Il Concilio di Trento ci ha lasciato questo insegnamento di perenne attualità: «Non esiste nessun’altra opera che dovrebbe essere trattata in un modo così santo e divino che questo tremendo mistero, per mezzo del quale quella ostia vivificante, per la quale siamo stati riconciliati con Dio Padre, ogni giorno viene immolata dai sacerdoti a Dio sull’altare. Appare altrettanto chiaro che si deve usare ogni impegno e diligenza perché essa venga celebrata con la più grande possibile purezza interiore del cuore e con atteggiamento esteriore di devozione e pietà» (Decretum de observandis et vitandis in celebratione missarum).
La vera vita dei fedeli e di tutta la Chiesa consiste nella retta fede, nella riverente celebrazione e nella fruttuosa ricezione della santissima Eucaristia. Un vero rinnovo della Chiesa, una nuova evangelizzazione, o meglio detto, la ri-evangelizzazione e la ri-cattolicizzazione, dipende da una rinascita eucaristica. Il famoso teologo della chiesa russo-ortodossa, Padre Alexander Schmeman, diceva già trenta anni fa queste sagge parole, osservando anche la crisi eucaristica nel mondo occidentale: “Dobbiamo trovare di nuovo la forza di immergerci in una rinascita eucaristica della Chiesa. Non si tratta qui di riforme, di adattamenti, di modernizzazione, etc. Si tratta, anzi, del ritorno a quella comprensione e a quella esperienza nelle quali la Chiesa è vissuta fin dal suo inizio”.
L’opera del Reverendo Padre Degasperi con il suo titolo così espressivo L’Eucaristia tutta intera ci trasmette ricchezza di dottrina eucaristica e allo stesso tempo rette indicazioni per la celebrazione e la vita eucaristica. Auguro che con la grazia di Dio e l’intercessione dell’Immacolata Vergine Maria quest’opera possa trovare un’ampia diffusione ed essere un vero bene spirituale per i lettori, contribuendo così anche alla rinascita eucaristica nella Chiesa nel nostro tempo.
Vorrei concludere con le seguenti ardenti parole di fede eucaristica di san Pietro Giuliano Eymard: «Crediamo, e crediamo fermamente nella presenza reale di Gesù nell’Eucaristia! Gesù è qui! Quando entriamo in una chiesa un sentimento di rispetto deve riempirci, un rispetto di fede e d’amore per incontrare Gesù Cristo in persona. Poiché è realmente Lui, che incontriamo. Che questo sia il nostro apostolato e la nostra predica».
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[Fonte: Sommario Lettera di Paix Liturgique n. 31, 11 Maggio 2012
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