mercoledì 23 giugno 2021

Ma i Tradizionalisti Non hanno Nulla di Meglio da Fare?







Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, è giunta notizia all’abate Faria degli sconcertanti ripetuti attacchi pubblicati dal prof. de Mattei ad personam dell’arcivescovo Carlo Maria VIganò. il che gli ha suggerito una serie di riflessioni che condivide con noi. Buona lettura.



§§§



Ma i tradizionalisti non hanno nulla di meglio da fare?


L'Abate Faria, 23-06-2021

Grazie all’attuale pontificato (che vuole unire e non dividere…) abbiamo visto consumarsi definitivamente la rottura tra cattolici tradizionalisti e progressisti, avviatasi con Pio IX in periodo risorgimentale.


E già questo non mi pare un successo irrilevante.

Ma la capacità di dividere è continuata addirittura all’interno dei tradizionalisti di cui parleremo subito.

Curiosamente la capacità divisoria di questo pontificato è arrivata anche fra i progressisti filobergogliani, come Melloni su Repubblica magistralmente fa notare, e Riccardi descrive nel suo libro sulla chiesa che brucia…

Ma contentiamoci di parlare della rottura all’interno dei “tradizionalisti” essendo certi che in quello dei progressisti la rottura fosse scontata, visto che senza fondamenta una casa non sta in piedi per molto tempo.

Mi rifiuto, come tutti, normalmente di usare l’espressione “tradizionalisti”, utilizzando solo l’espressione “cattolici” verso “non cattolici”, secondo l’insegnamento di papa Pio X nella lettera apostolica <Notre charge apostolique> del 1910, dove spiega che i veri amici del popolo non sono i novatori, né i rivoluzionari, ma i tradizionalisti.

Secondo i trinariciuti (alla Guareschi) progressisti, invece i tradizionalisti sono una sparuta minoranza settaria contraria ad ogni novità, che segue dottrine pre-Vaticano II, che segue un catechismo vecchio di cento anni (quello di san Pio X) e che ama solo la messa tridentina, cui assiste più per motivi formali che sostanziali.

Ma ora i progressisti stanno godendo come pazzi a leggere le schermaglie fra i tradizionalisti.

La rottura all’interno del mondo “tradizionalista” che dovrebbe preoccupare di più è stata recentissimamente annunciata grazie ai dissensi e agli attacchi diretti ed indiretti, garbati e meno garbati, tra il prof. de Mattei e SER Mons. CM Viganò.

Comincia il prof de Mattei con un articolo del 1° di giugno sul fumo di satana entrato nel mondo dei tradizionalisti, commentando il simposio virtuale a Venezia del 30 maggio sull’Era post Covid, organizzato da mons. Viganò con personaggi curiosi e di dubbio prestigio, o almeno inadeguatezza per un convegno con mons. Viganò: Aleksander Dugin e Robert Kennedy.

Dugin è stato definito il filosofo più pericoloso al mondo, seguitore di Heidegger e Nietzsche, ma ispirato anche da Evola e Guenon. Robert Kennedy è un famoso membro dell’establishment anti-establishment, sostenitore di Hillary Clinton, con tre mogli, ma che si definisce fervente cattolico. De Mattei non glielo perdona.

Segue la reazione dei sostenitori pro-Viganò, che attaccano il libretto del prof. de Mattei sulla liceità morale della vaccinazione. Questo mini-saggio di de Mattei doveva rappresentare solo una opinione scientifico-morale sul vaccino Covid, eppure è diventato incredibilmente motivo di conflitto morale tra tradizionalisti. Infatti il primo scontro in proposito, è stato fra de Mattei e mons. Athanasius Schneider, ma non so come si sia concluso.

Immediatamente il prof. de Mattei replica con il recentissimo articolo, estremamente pungente e personale, sul “caso dell’arcivescovo Viganò e il suo doppio”, dove si domanda, leggendo i suoi scritti e valutando i suoi comportamenti di ieri e di oggi, quale Viganò sia il dr Jekyll e quale o Mr. Hyde (quello di ieri o di oggi?); e supponendo uno sdoppiamento di personalità o una forma di plagio da parte di qualcuno.

Io mi son chiesto se questo stile usato da de Mattei per rimproverare Viganò, non meriti le medesime considerazioni che lui rivolge a Viganò.

Invece di un dibattito, si è creato immediatamente uno scontro. Gli amici-alleati di ieri per una causa importante, son diventati nemici di oggi (persino nemici accesi ) per una causa di cui abbiamo il diritto di sospettare che ci sia sotto qualcosa di politico, qualcosa di oscuro.

Se ciò non fosse, se avessimo capito male, cari amici, vi esortiamo a confrontarvi, come gli apostoli Paolo e Barnaba. Solo con un confronto-dibattito pubblico potreste permettere a noi tutti di capire le ragioni degli uni e degli altri.

Questa rottura sta diventando ideologica, sta provocando eccessi spesso esasperati di comportamento tra “tradizionalisti”.

Ma siamo impazziti? Si direbbe sia stato organizzato un complotto per rompere definitivamente lo schieramento “tradizionalista”.

I fumi di satana entrano in tutte le fessure, probabilmente.

Mi domando con preoccupazione come il mondo della tradizione, che dovrebbe esser preoccupato di difendere il “deposito della fede” secondo tradizione divina, apostolica ed ecclesiale, reagirà alla tentazione di dividersi ancora di più grazie a fatti che non sono così evidentemente dottrinali.

Se questi fatti lo fossero in parte, dovrebbero esser materia di approfondimento e discussione, non di rottura come sta avvenendo.

Pensate a come diventa argomento di soddisfazione per i progressisti vedere vescovi pro vax e altri no vax che si lanciano “pseudo-scomuniche” come i papi degli scismi medioevali.

Pensate a come gode Tornielli.

§§§






Nessun commento:

Posta un commento