domenica 6 giugno 2021

Le restrizioni sul Summorum non sono altro che la riaffermazione del carattere "definitivo" della rivoluzione liturgica post-conciliare







domenica 6 giugno 2021

Nella nostra [di Chiesa e post concilio] traduzione da Rorate caeli il punto sulle sempre più insistenti voci in ordine alle restrizioni alla Messa antica e inevitabili conseguenze [qui - qui], che conferma le circostanze già note tanto in termini di credibilità che di consistenza. Interessante l'affermazione finale seguita da un interrogativo: attacco incomprensibile a chi è legato alla tradizione mentre al resto è concesso di tutto e di più, insieme al rischio di conseguenze pesanti per effetto di una inevitabile resistenza che si prevede energica e generalizzata. Naturalmente conclusione e interrogativo sono anche i nostri; purtroppo la risposta non è rassicurante perché non credo che questo papa sia abituato a porsi simili problemi, inesorabilmente proteso com'è a procedere per la sua strada rivoluzionaria e ribaltante fino alle estreme conseguenze...


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Restrizione del Summorum Pontificum: cos'ha detto il Papa, le informazioni credibili e il rischio di una guerra all'interno della Chiesa 






di Padre Pio Pace, Roma

Sarebbe imminente la pubblicazione un testo che indebolisce la portata del motu proprio Summorum Pontificum, di Benedetto XVI: l'informazione, seguita all'annuncio "in via riservata" del Papa ai vescovi della CEI, nella riunione del 24 maggio in via Aurelia a Roma, è stata ampiamente commentata, in particolare dalla grande stampa italiana.
Le norme essenziali del testo, secondo le informazioni date dal Papa, sono le seguenti: d'ora in poi, i sacerdoti delle comunità specializzate nella Messa tradizionale (le comunità "Ecclesia Dei") potranno continuare a celebrarla, così come i sacerdoti diocesani che già la celebrano; al contrario, se altri sacerdoti diocesani desiderano celebrarla, devono prima ottenere il permesso del vescovo.


Sono state aggiunte alcune informazioni supplementari, ma questa volta sotto forma di commenti attendibili ma non ufficiali: responsabile del funzionamento della Messa tradizionale e delle comunità Ecclesia Dei. sarebbe ora la Congregazione per il culto divino. All'interno di questa Congregazione, che ha appena ricevuto il suo nuovo Prefetto, Mons. Roche, e un nuovo segretario, mons. Viola, un nuovo sottosegretario di livello episcopale, mons. Aurelio García Macías – ex rettore del seminario di Valladolid, Spagna – sarebbe il diretto responsabile per il mondo tradizionale, come nel passato mons. Pozzo. Ciò che unisce questi uomini di curia, in linea di principio, è l'ostilità nei confronti dell'antica Messa.


A questo punto, e senza ancora conoscere l'esatto contenuto del nuovo testo (se sarà finalmente pubblicato), si possono fare diverse considerazioni:

1- Questa decisione è stata a lungo meditata con un certo numero di episcopati nazionali, in particolare quello italiano, che facevano pressioni per mettere il Summorum Pontificum in una sorta di "parentesi" - vescovi con importanti legami con la Curia, in particolare il Segretario di Stato, cardinale Parolin.

Aggiungiamo che in questo contesto il vecchio cardinale canadese Ouellet si è mostrato molto ostile al Summorum Pontificum. Gli annunci in merito sono avvenuti nella seguente successione:

a- Diverse dichiarazioni del papa sul carattere "irreversibile" della riforma liturgica e sulla sua "preoccupazione" per lo spirito tradizionalista ("rigido") che cresce nei giovani chierici [qui];

b- il motu proprio del 19 gennaio 2019, che sopprime la commissione Ecclesia Dei e ne trasferisce tutti i poteri alla Congregazione per la Dottrina della Fede [qui];

c- Il questionario, datato 7 marzo 2020, inviato dalla CDF ai vescovi del mondo con l'intento di giungere a una valutazione dell'applicazione del Summorum Pontificum [qui].

2- L'obiettivo previsto, come ha più volte affermato Andrea Grillo (professore molto autorevole alla Pontificia Università Sant'Anselmo), è che la liturgia antecedente il Vaticano II non possa godere di un diritto che dovrebbe essere rivendicato solo dalla Liturgia del Vaticano II: l'antica liturgia va considerata entro un ambito molto ristretto di mera tolleranza, governata essenzialmente da ciascun Vescovo diocesano.

3- Nonostante tutti gli sforzi, se il testo dovesse uscire, il risultato concreto potrebbe non essere così ampio come vorrebbero i suoi proponenti: nella maggior parte del mondo, in pratica, le norme del 2007 (secondo le quali ogni sacerdote può decidere di accettare una richiesta per la Messa tradizionale, senza riferirsi al Vescovo) non sono mai state pienamente accolte, e, salvo alcune eccezioni, di solito è il Vescovo a prendere la decisione.

4- Tuttavia, l'importante effetto liberatorio psicologico del Summorum Pontificum è stato piuttosto considerevole: si può osservare che, nei dieci anni tra il 2007 e il 2017, il numero delle celebrazioni liturgiche tradizionali nel mondo è più che raddoppiato. Al contrario, l'effetto psicologico di un documento in senso contrario potrebbe essere molto sfavorevole alla Tradizione.

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Se il testo verrà pubblicato, sarà molto interessante analizzare le giustificazioni che verranno addotte. Si può pensare che esso menzionerà che, ora, le persone legate alla forma antica hanno trovato pace, e che i candidati agli ordini sacerdotali che desideravano celebrarla hanno trovato stabilità negli Istituti specializzati. Verrà probabilmente ricordato che le questioni dottrinali prese in considerazione circa i rapporti con la Fraternità San Pio X (FSSPX / SSPX), che rendevano questa celebrazione sottoposta alle competenze della Congregazione per la Dottrina della Fede, non sono così rilevanti ora che le relazioni hanno raggiunto un vicolo cieco. E dunque ora la celebrazione del Rito Antico può essere posta sotto la giurisdizione ordinaria della Congregazione per il Culto Divino. Potrebbe essere fatta, nel testo, una riaffermazione del carattere "permanente" o "definitivo" della rivoluzione liturgica post-conciliare, con la conseguenza logica che i preti tradizionalisti e i fedeli laici saranno invitati al "bi-formalismo" (o al bi-ritualismo).

Solo che... davanti all'opinione cattolica universale, apparirebbe incomprensibile un simile attacco alla libertà di una minoranza di fedeli mentre, altrove, tutto sembra essere permesso e concesso. E, soprattutto, l'evento scatenerebbe una grave e importante guerra liturgica e causerebbe le maggiori preoccupazioni possibili sia ai vescovi diocesani che alle autorità romane. Una guerra dalle conseguenze impreviste in una Chiesa in avanzato stato di decomposizione dottrinale e disciplinare. Il papa ha oggi interesse a correre un rischio così pericoloso?

 
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]





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