giovedì 3 giugno 2021

Il piano del Papa di limitare la messa tradizionale supportato da due cardinali






Nelle giornate di martedì 1 e di mercoledì 2 giugno ha avuto vastissima circolazione anche nella blogosfera italiana un importante articolo di Diane Montagna, pubblicato da The Remnant, che fa utilmente il punto sulle informazioni raccolte circa il paventato attacco al Summorum Pontificum. Poiché anche in Italia ne è stata diffusa solo la versione originale, in inglese, abbiamo pensato di offrirne ai nostri lettori [di Messa in Latino], con l'autorizzazione dell'Autrice, la traduzione italiana, ancorché - ce ne scuserete - un po' artigianale.





3 GIUGNO 2021

L'attacco al Summorum Pontificum: The Remnant fa il punto della situazione

CITTÀ DEL VATICANO, 1 giugno 2021 - The Remnant può confermare da fonti indipendenti che il provvedimento pontificio che limita la lettera apostolica di Papa Benedetto XVI Summorum Pontificum è sponsorizzato da almeno due cardinali di curia, è alla sua terza stesura, e minaccia di ostacolare la diffusione della Messa tradizionale e degli altri sacramenti in particolare tra i sacerdoti diocesani.


Due alti membri della gerarchia hanno confermato il 31 maggio che il provvedimento, di cui ha parlato per la prima volta Messainlatino.it il 25 maggio, è attualmente in fase di revisione presso la Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF).


Diverse fonti hanno anche riferito a The Remnant che Papa Francesco desidera pubblicare presto il provvedimento, e che si presume che esso sia sostenuto in varia misura da due cardinali consultori della Congregazione per la Dottrina della Fede: il Cardinale Pietro Parolin, Il Segretario di Stato, e il Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.


Le fonti hanno anche precisato che le misure restrittive saranno molto probabilmente attuate dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e dal suo neo-segretario mons. Aurelio García Marcías, che si dice Papa Francesco abbia elevato all'episcopato proprio allo scopo di dare esecuzione a questi piani.


Diverse fonti vaticane hanno altresì confermato che la prima bozza del provvedimento è stata preceduta da una lettera introduttiva di Papa Francesco, che si dice fosse molto dura e acrimoniosa noi confronti della messa tridentina.


Il provvedimento è ora alla terza bozza, dato che le prime due sono state giudicate troppo severe. Se alla fine verrà pubblicato, è probabile che ribalterà la liberalizzazione della forma straordinaria della messa introdotta dalla lettera apostolica del 2007 Summorum Pontificum, di Papa Benedetto XVI.


Tale Motu proprio autorizzava qualsiasi gruppo stabile di fedeli attaccati alla "precedente tradizione liturgica" a chiedere la Messa al loro sacerdote locale, invitandolo ad "accogliere volentieri le loro richieste." Il decreto stabiliva che la forma più antica della Messa non era "mai stata abrogata" e che sia le forme straordinarie che quelle ordinarie erano "due espressioni" dell’"unico rito romano”.


The Remnant ha appreso che la prima bozza poneva severe limitazioni circa l'età dei celebranti ed è stata descritta come un po' simile all'indulto di Paolo VI, che permetteva ai sacerdoti anziani di continuare ad offrire la Messa tridentina dopo la promulgazione del Novus Ordo Missae da parte dello stesso Paolo VI. Si è anche discusso se consentire o vietare l'amministrazione degli altri sacramenti nella forma straordinaria del rito romano.


Nella versione attuale del provvedimento, le comunità e i sacerdoti diocesani che già offrono la Messa nella forma straordinaria potranno continuare a farlo, ma il clero diocesano che desidera iniziare a offrire la Messa tradizionale dovrebbe ottenere l'autorizzazione. Si discute tuttora se la concessione di tale autorizzazione sarà rimessa alla responsabilità dei vescovi locali o della Santa Sede.


In capo a coloro che hanno già il permesso di celebrare la Messa tradizionale, sarebbe mantenuta anche l’amministrazione nella forma straordinaria degli altri sacramenti, vale a dire matrimonio, battesimo, cresima, ecc..


La terza bozza trasferisce la competenza circa i ricorsi relativi alla Messa Tradizionale Latina e circa la supervisione delle società sacerdotali e delle comunità religiose che utilizzano il Messale pre-1970, dalla IV Sezione della Congregazione per la Dottrina della Fede (già Pontifica Commissione Ecclesia Dei) alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.


Due fonti vaticane confermano che la prima bozza ipotizzò inizialmente di assoggettare queste società sacerdotali (ad es. la Fraternità di S. Pietro, l’Istituto di Cristo Re e l’Istituto del Buon Pastore) e le altre comunità tradizionali alla giurisdizione della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.


Tale operazione dovrebbe considerarsi potenzialmente più problematica per queste comunità, alla luce del modo in cui la congregazione ha gestito gli ordini contemplativi nel recente passato, più precisamente in virtù dell'Istruzione Cor Orans del 2018, che richiede che i monasteri femminili autonomi siano raggruppati in una federazione più ampia, e che le novizie e le monache contemplative professe lascino il loro recinto per la formazione iniziale e permanente, qualcosa di estraneo alla vita contemplativa di clausura.


Secondo il piano attuale, mons. García, che dal 2016 è capo ufficio della Congregazione per il Culto divino, è stato elevato all'episcopato per assumere le responsabilità precedentemente svolte sotto l'Ecclesia Dei dal suo ex presidente, l'arcivescovo Guido Pozzo. Docente presso l’Istituto Liturgico del Pontificio Ateneo Sant'Anselmo, mons. García non è noto per condividere il punto di vista di Benedetto XVI sulla sacra liturgia, e una fonte lo descrive come “la persona più anti-Messa Tridentina mai conosciuta”.


Non è ancora chiaro se la IV Sezione della Congregazione per la Dottrina della Fede continuerà ad occuparsi delle questioni dottrinali e dei rapporti con la Società di S. Pio X.


Diverse fonti vaticane hanno anche confermato che la prima bozza del provvedimento è stata preceduta da una lettera introduttiva di Papa Francesco che si dice fosse molto dura e acrimoniosa verso la Messa tridentina. Le fonti vaticane hanno confermato che il cardinale gesuita Luis Ladaria, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, si è opposto con forza sia alla prima bozza che alla lettera. La lettera è stata successivamente rivista.


Le preoccupazioni per possibili tagli alla forma straordinaria sono sorte dopo che la CDF scrisse ai Presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo chiedendo loro di diffondere un questionario di nove punti sul Summorum Pontificum (si tratta del noto questionario sul Summorum Pontificum di cui MiL ha parlato qui, qui, qui, qui e qui - NdT). Il Cardinale Ladaria ha detto che la consultazione è stata promossa perché il Papa voleva essere "informato sull'attuale applicazione" della lettera apostolica.


Circa il trenta per cento dei vescovi del mondo ha compilato il questionario, e più della metà di coloro che lo hanno fatto ha dato un responso favorevole o neutrale, come hanno confermato diverse fonti.


Una fonte a conoscenza dell’esito della consultazione ha affermato che, per quanto le domande del questionario fossero particolarmente prevenute nei confronti del Summorum Pontificum, o formulate in un modo che non sempre ha suggerito risposte chiare e specifiche, è emerso quanto la Messa tradizionale abbia messo radici. La fonte ha rivelato che, anche in luoghi inaspettati, l'antica Messa è abbracciata e amata dai giovani e dalle famiglie, sta dando frutti in parrocchie fiorenti, vocazioni sacerdotali e religiose, e suscita una più intensa preghiera e devozione tra i fedeli.


Il 31 maggio, il sito francese tradizionalista Paix Liturgique, che è stato tra i primi a riferire del prossimo provvedimento, ha pubblicato un articolo intitolato, "La galassia Summorum Pontificum si prepara ancora una volta alla resistenza" (ved. qui - NdT).


Descrivendo il Summorum Pontificum come "disposizioni di pace" che erano volte "a pacificare liturgicamente una Chiesa che sprofondava sempre più nella crisi", gli autori notano che "il movimento tradizionale si basa, sin dalle origini, sull’azione dei laici".


I loro sforzi, continua l’articolo, sono stati "una manifestazione stupefacente e provvidenziale del sensus fidelium, dell’istinto di fede dei fedeli, che difendono con le unghie e coi denti l’espressione, mediante la lex orandi, della dottrina del sacrificio eucaristico, della presenza reale, del sacerdozio gerarchico, e, più globalmente, la trascendenza del mistero del Fate questo in memoria di me”.


Se Papa Francesco decidesse di limitare il Summorum Pontificum con l'emanazione di un provvedimento di tal fatta, Paix Liturgique afferma che "questa capacità di resistere, di mantenere le posizioni, di per sé incontenibile, non escluderà, peraltro, manifestazioni e iniziative possenti".


Esse, aggiungono, "vengono già prese seriamente in considerazione in varie parti del mondo".


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Nota del redattore: Coloro che amano la Messa tradizionale, sappiano che capiamo che questa notizia può causare loro angoscia. Coloro che desiderano scrivere rispettosamente al Vaticano per esprimere le loro preoccupazioni circa potenziali restrizioni al Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI possono contattare la Congregazione per la Dottrina della Fede qui:


Email: cdf@cfaith.va
Indirizzo postale:
Congregazione per la Dottrina della Fede
Palazzo della Congregazione per la Dottrina della Fede
00120 Città del Vaticano


Coloro che desiderano scrivere rispettosamente al Santo Padre, Papa Francesco, per esprimere preoccupazione circa le potenziali restrizioni al Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI, possono farlo a questo indirizzo:


Indirizzo postale:
Sua Santità Papa Francesco
Domus Santa Marta
00120 Città del Vaticano











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