mercoledì 1 giugno 2016

Il Card. Sarah incoraggia la "messa ad orientem"

 





di Marie Malzac avec Famille Chrétienne, da La Croix del 27.05.2016

In occasione di un'intervista con Famiglia Cristiana, il cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, è tornato sulla questione della nuova traduzione del Messale Romano, ma ha anche molto insistito sulla necessità, secondo lui, di riscoprire la Messa "tutti rivolti nella stessa direzione: verso il Signore che viene", con il sacerdote "con le spalle al popolo".

" 'Con-vertirsi' è di 'rivolgersi a Dio'. Sono profondamente convinto che i nostri corpi devono essere coinvolti in questa con-versione", ha detto il Cardinale. "Non si tratta, come a volte si dice, di celebrare con le spalle ai fedeli o meno: Il problema non è lì. Si tratta di essere tutti rivolti verso l'abside, che simboleggia l'Oriente, dove troneggia la Croce del Signore risorto".

Questo modo di celebrare, ha detto il cardinale Sarah, "è legittimo e conforme alla lettera e allo spirito del Concilio". "Come capo della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, voglio ricordare che la celebrazione versus orientem è autorizzato dalle rubriche, che specificano i tempi in cui il celebrante deve voltarsi verso i fedeli".

Il cardinale Sarah cita anche un articolo pubblicato da L'Osservatore Romano, nel mese di giugno 2015, in cui ha proposto "che i sacerdoti e i fedeli si voltino ad Orientem almeno
durante il rito della penitenza, durante il canto del Gloria, le orazioni e la preghiera eucaristica".

"A più di cinquant'anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II, è urgente leggere veramente i suoi testi! Il Concilio non ha mai chiesto di celebrare rivolti al popolo!" ribadisce nuovamente il cardinale. Secondo il capo del dicastero responsabile per la liturgia, si tratta semplicemente di un 'mezzo' che si trova dalla Chiesa per realizzare la partecipazione necessaria dei fedeli alla liturgia voluta dai Padri conciliari.Ma durante l'offertorio, è "essenziale" guardare "ad orientem" .

Tuttavia, "celebrare di fronte alle persone è diventata una possibilità, ma non un obbligo." "La liturgia della Parola può giustificare il faccia-a-faccia tra lettori e gli ascoltatori, il dialogo e la pastorale del sacerdote verso il suo gregge. Ma non appena si raggiunge il momento in cui ci si rivolge a Dio - dal dell'offertorio in poi - è essenziale che il sacerdote e fedeli guardino insieme verso Oriente ". "Questo si adatta perfettamente a ciò che volevano i Padri conciliari".

In questa intervista, il cardinale Sarah chiede il ritorno al sacro e si rammarica del fatto che molte liturgie siano diventate "intrattenimento".

"Spesso il sacerdote non celebra più l'amore di Cristo mediante il Suo sacrificio, ma un incontro tra amici, un pasto conviviale, un momento di fraternità. Nel cercare di inventare liturgie creative e di festa si corre il rischio di un culto troppo umano, per soddisfare i nostri desideri e le mode del momento", denuncia il cardinale "Se le stesse celebrazioni eucaristiche si trasformano in autocelebrazioni umane, il pericolo è immens: perché Dio sparisce."









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