mercoledì 20 novembre 2013

Sacrifici umani





“Pensate che oggi non si facciano, i sacrifici umani? Se ne fanno tanti, tanti! E ci sono delle leggi che li proteggono”. Con queste parole pronunciate durante la Messa mattutina nella cappella della Casa Santa Marta Papa Francesco, il mite Papa Francesco, ha inteso risvegliare dall’anestesia la fede di molti cattolici, così ridotti dal “progressismo adolescente” che “segue la storia”. “Sacrifici umani” protetti dalle leggi. Difficile individuare un’espressione più diretta e drammatica per denunciare i milioni di aborti legalizzati e la soppressione di vecchi e malati che l’occidente sazio e disperato è impegnato da decenni a esportare in tutto l’orbe spacciandolo come segno di civiltà. Ed è così, si compiono milioni di sacrifici umani con la protezione ed il sostegno delle leggi e dei governi per immolarli al moderno idolo che ogni giorno reclama il suo tributo di sangue: l’autodeterminazione del carnefice.

Il termine non è purtroppo iperbolico; che cos’è se non una carneficina i 185.122 aborti nell’ultimo anno dell’Inghilterra, i 222.452 della Francia, i 118.359 della Spagna, i 111.415 dell’Italia, i 106.815 della Germania, gli 80.500 dei paesi scandinavi? Che cosa sono i 55 milioni 808 mila 387 bambini soppressi prima della nascita nei soli Stati Uniti dal 1973, anno in cui la Corte Suprema rese l’aborto un diritto di privacy? Ecco, il Papa che per gli eccitati dal sognato disimpegno sui temi etici, assesta una carezzevole tranvata. Il messaggio è chiaro ed inequivocabile come sempre, ma Papa Francesco aggiunge una nettezza evangelica: la legge protegge i sacrifici umani; non rimane che trarre le conseguenze: chi sostiene queste leggi sostiene il diritto a compiere sacrifici umani. Punto, niente mediazioni, niente male minore, niente compromessi. La barbarie sanguinaria e senza pietà è in mezzo a noi.

Oggi il Papa, questo Papa, il Papa che ha conquistato i regressisti perché non aveva le scarpette rosse, portava la borsa da sé ed aveva la croce di ferro, dice: Questa gente, dunque, negozia con il re “la fedeltà al Dio sempre fedele”. “Questo si chiama apostasia”, “adulterio”, “negoziano proprio l’essenziale del suo essere: la fedeltà al Signore”. Che diranno ora i negoziatori su tutto, sempre e comunque, a prescindere, di un Papa che indica la loro opera come “frutto del demonio”? Che diranno tutti i soldati di quel vasto esercito che si sono allenati a svendere la fedeltà alla Verità sulla 194, la RU486, i PACS, i DICO, il liberticidio omofobizzato? Che diranno quei medici che millantano fedeltà dottrinale mentre collaborano col loro colpevole silenzio allo strazio del diritto ad astenersi dai sacrifici umani pianificati da lupi canuti per “innalzare sull’altare un abominio di devastazione”? Chi il 4 Maggio tornerà a scendere in strada per marciare contro l’aborto, contro la legge che lo ha legalizzato e contro i suoi difensori, potrà essere fiero di avere difeso la civiltà del diritto dalla barbarie dell’arbitrio.




Libertà e Persona 

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