Durante l'Udienza Generale, papa Francesco si sofferma sul primo dei sacramenti ed esorta i fedeli a ricordarne e celebrarne la data
di Luca Marcolivio
Il Battesimo è la “porta” della fede e della vita cristiana. Lo ha affermato papa Francesco nel corso dell’Udienza Generale di stamattina, durante la quale il Santo Padre ha ribadito quella che è la missione della Chiesa: “evangelizzare e rimettere i peccati attraverso il sacramento battesimale”.
L’espressione “professo” è un “termine solenne che indica la grande importanza dell’oggetto”. Pronunciando queste parole, “affermiamo la nostra vera identità di figli di Dio”. Il Battesimo, infatti, è “in un certo senso la carta d’identità del cristiano, il suo atto di nascita, e l’atto di nascita alla Chiesa”, ha detto il Papa.
Se da un lato chiunque ricorda la propria data di nascita, ha osservato, è meno probabile ricordarsi la data del proprio battesimo: eppure si tratta di una data importantissima, quasi un “secondo compleanno”.
“È un compito da fare a casa: cercare il giorno in cui io sono nato alla Chiesa, e ringraziare il Signore perché nel giorno del Battesimo ci ha aperto la porta della sua Chiesa”, ha commentato Francesco.
Il Battesimo è anche legato alla “remissione dei peccati” e, in questo senso, il Sacramento della Penitenza è come un “secondo battesimo”, che consolida e rinnova quello originario.
Il primo dei Sacramenti che riceviamo è il “punto di partenza di un cammino bellissimo” diretto “verso Dio e che dura tutta la vita”. Quando poi andiamo a confessare i nostri peccati, “andiamo pure a rinnovare il Battesimo”, in un certo senso a festeggiarlo di nuovo.
Papa Francesco ha quindi ribadito un concetto da lui già espresso: “la Confessione non è una seduta in una sala di tortura, ma è una festa” che ci aiuta a “tenere pulita la veste bianca della nostra dignità cristiana”.
Il secondo elemento della frase del Credo è “un solo battesimo”. La parola “battesimo” significa letteralmente “immersione”, una sorta di “lavacro di rigenerazione e di illuminazione”, ha spiegato il Pontefice.
La candela che i genitori accendono in occasione del battesimo dei loro figli sta a richiamare questa “illuminazione”: è la “luce di Gesù” che “illumina da dentro” ogni uomo, rendendolo luce egli stesso e “scaccia le tenebre del peccato”.
A conclusione di questo secondo punto, il Santo Padre ha posto ai fedeli le seguenti domande: “il Battesimo, per me, è un fatto del passato, isolato in una data, quella che oggi voi cercherete, o una realtà viva, che riguarda il mio presente, in ogni momento?”.
E ancora: “Ti senti forte, con la forza che ti dà Cristo con la sua morte e la sua risurrezione? O ti senti abbattuto, senza forza? Il Battesimo dà forza e dà luce. Ti senti illuminato, con quella luce che viene da Cristo? Sei uomo e donna di luce? O sei una persona oscura, senza la luce di Gesù? Bisogna prendere la grazia del Battesimo, che è un regalo, e diventare luce per tutti!”.
Il terzo e ultimo elemento su cui si è soffermato il Papa è “per la remissione dei peccati”. Con il Battesimo, ha spiegato, “si apre la porta ad una effettiva novità di vita che non è oppressa dal peso di un passato negativo, ma risente già della bellezza e della bontà del Regno dei cieli”.
Si tratta di un “intervento salvifico” che non cancella la nostra debolezza, né la “responsabilità di chiedere perdono ogni volta che sbagliamo”: quasi un segno che “il Signore Gesù è tanto buono e mai si stanca di perdonarci”.
La confessione ha quindi lo scopo di riaprire la “porta che il Battesimo ci ha aperto per entrare nella Chiesa”: quella stessa porta che tende a chiudersi “a causa delle nostre debolezze e per i nostri peccati”, ha quindi concluso il Santo Padre.
(13 Novembre 2013) © Innovative Media Inc.
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