giovedì 13 giugno 2024

L'insistenza nella preghiera spiegata da Sant'Antonio


“E io vi dico: Chiedete e vi sarà dato”(Lc. 11,9). 
Dice il profeta Zaccaria: ”Chiedete al Signore la pioggia della sera, 
ed egli manderà la neve; e darà loro piogge abbondanti e 
a ciascuno era dei campi”(Zc 10,1).




13 giugno 2024

S. Antonio da Padova

Nella neve che è candida e fredda è raffigurato il nitore della castità; nelle piogge abbondanti la compunzione accompagnata dalle lacrime; nell’era la compassione per le necessità dei fratelli, che sempre deve verdeggiare nel campo del nostro cuore. Queste tre cose dobbiamo chiedere al Signore, anche se non al mattino presto, almeno sul far della sera, cioè in un secondo momento, giacché prima di tutto dovremmo cercare il regno di Dio e la sua giustizia. (cf.Mt.6,33; Lc 12,31). I mondani chiedono prima di tutto le cose terrene, e per ultime quelle eterne, mentre prima dovrebbero incominciare dal cielo, dove stà il nostro tesoro, e dove perciò dovrebbero anche il nostro cuore( cf. Mt 6,21; Lc 12,34), e anche la nostra domanda.

“Cercate e troverete” (Lc. 11,9). Dice la sposa del Cantico dei Cantici “Mi alzerò e mi aggirerò per la città : per strade e piazze cercherò colui che la mia anima ama” (Ct 3,2). La città raffigura la patria celeste, nella quale ci sono strade e piazze, vale a dire gerarchie angeliche minori e maggiori. L’anima alzandosi, vale a dire sollevandosi dalle cose terrene , va in giro quando contempla l’ardente amore dei serafini verso Dio, quando osserva la sapienza dei cherubini nei riguardi di Dio, e così degli altri ordini angelici, tra i quali è alla ricerca del suo sposo. Ma poiché egli è molto più in alto di tutti, non trova, e quindi è necessario che essa superi con lo sguardo della mente le sentinelle, cioè gli spiriti celesti, per poter trovare il suo amato.

“Cercate e troverete”. Dice Sofonia: “Cercate il Signore voi tutti, umili della terra , che avete praticato i suoi precetti; cercate la giustizia, cercate l’umiltà per trovarvi al riparo nel giorno della sua ira” (Sof 2,3). E Amos :” Cercate il Signore e vivrete. Non rivolgetevi a Betel, non andate a Galgala e non pensate a Bersabea” ( Am 5,4-5).

I figli di Israele avevano fabbricato dei vitelli d’oro e li avevano collocati a Betel, per adorarli in quel luogo (cf.3Re 12,32). Nell’oro è simboleggiato lo splendore della gloria temporale, nel vitello la lussuria della carne. Non cercate queste cose.

“Non andate a Gàlgala“, che s’interpreta “ pantano”, figura del fango della lussuria, nella quale i porci si rotolano, “ E non passate a Bersabea”, che si interpreta “ settimo pozzo”, vale a dire abisso di cupidigia, che è assolutamente senza fondo, come il settimo giorno del quale si legge che non ha fine. ”Cercate, dunque, il Signore finché si fa trovare; invocatelo mentre è vicino” (Is 55,6).

Infatti continua “Bussate e vi sarà aperto”(Lc 11,9) .Leggiamo negli atti degli Apostoli : “ Pietro continuava a bussare. Quando finalmente aprirono la porta e lo videro rimasero stupefatti” (at 12,16). Pietro liberato dalla prigione per opera di un angelo, raffigura colui che per mezzo della grazia di Dio viene liberato dal carcere del peccato. Costui deve bussare con perseveranza alla porta della corte celeste, e allora gli angeli gli apriranno, presenteranno cioè al cospetto del Signore la sua devota orazione: e il loro stupore, per così dire, non è altro che la gioia che provano per un peccatore che fa penitenza (cf. Lc 15.10).(Tratto dai Sermoni di Sant’Antonio da Padova pagg.339-340 -Messaggero di Sant’Antonio Editrice)


* * *


Si quaeris miracula mors, error, calamitas, demon, lepra fugiunt, aegri surgunt sani.

Cedunt mare, vincula, membra resque perditas petunt et accipiunt juvenes et cani.

Pereunt pericula, cessat et necessitas, narrent hi qui sentiunt, dicant Paduani.

Ripetere altre due volte insieme alle ultime due strofe:

Ora pro nobis, beate Antoni, ut digni efficiamur promissionibus Christi
Gloria ...

Conclusione:

Oremus: Grátiam tuam, quǽsumus, Dómine, méntibus nostris infunde; ut qui, Ángelo nuntiánte, Christi Fílii tui incarnatiónem cognóvimus, per passiónem eius et crucem, ad resurrectiónis glóriam perducámur. Per eúndem Christum Dóminum nostrum. Amen

Pater, Ave, Gloria

Se cerchi i miracoli, la morte, l'errore, la calamità e il demonio sono messi in fuga, gli ammalati divengono sani.
Il mare si calma, le catene si spezzano; ritrovano le cose perdute i giovani e gli anziani.
S'allontanano i pericoli, scompaiono le necessità; lo attesti chi ha sperimentato la protezione del Santo di Padova.

Ripetere altre due volte insieme alle ultime due strofe:

Prega per noi, beato Antonio, affinchè siamo fatti degni delle promesse di Cristo Gloria ...
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. + Amen.

Conclusione

Preghiamo:
Oremus. Ecclesiam tuam, Deus, Beati Antonii Confessoris tui commemoratio votiva lætificet, ut spiritualibus semper muniatur auxiliis et gaudiis perfrui mereatur æternis. Per Christum Dominum nostrum.
O Lingua benedicta, quæ Dominum semper benedictisti et alios benedicere fecisti: nunc manifeste apparet quanti meriti extitisti apud Deum.

Infondi in noi la tua grazia, o Dio: tu che all’annuncio dell’angelo ci hai fatto conoscere l’incarnazione di Cristo, tuo Figlio, per la sua passione e morte, e per l’intercessione della Vergine Maria, guidaci alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen. - 

Pater, Ave, Gloria




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