giovedì 20 giugno 2024

Il Vaticano sta pianificando un divieto “definitivo” della Messa tradizionale in latino, probabilmente a partire dal 16 luglio.


Roma, basilica papale di san Pietro, 15 maggio 2011: 
all’altare della Cattedra, il card. Brandmüller celebra 
la Santa Messa secondo il rito tradizionale

Articolo scritto da Emily Mangiaracina, pubblicato su Lifesitenews, nella traduzione curata da Sabino Paciolla (20 Giugno 2024).




Emily Mangiaracina

Diverse fonti “credibili” hanno informato un media cattolico tradizionale che il Vaticano sta pianificando di pubblicare un documento per “bandire” la Messa tradizionale in latino, e una fonte ha informato LifeSiteNews che ciò avverrà probabilmente il 16 luglio.

“Si sta cercando di mettere in atto, il prima possibile, un documento vaticano con una soluzione severa, radicale e definitiva che vieti la Messa tradizionale in latino”, ha riportato lunedì Rorate Caeli, che ha attribuito la notizia alle “fonti più credibili, in diversi continenti”, tra cui “ambienti vicini” al cardinale Arthur Roche, prefetto del Dicastero per il Culto divino.

Queste fonti sarebbero “le stesse… che per prime hanno rivelato che sarebbe arrivato un documento come la Traditionis Custodes” e hanno anche “rivelato a Rorate che il Vaticano ha inviato un sondaggio ai vescovi” sulla loro applicazione della Messa in latino dopo il motu proprio Summorum Pontificum del 2007 di Benedetto XVI, che ha permesso un uso diffuso della Messa in latino.

Secondo Rorate, coloro che stanno pianificando questa soppressione “definitiva” della Messa in latino sono “frustrati” per i “risultati apparentemente lenti” del documento di Papa Francesco che limita la Messa in latino, in particolare negli Stati Uniti e in Francia, e “vogliono vietarla e chiuderla ovunque e immediatamente”.

Questi prelati vaticani, che implicitamente includono Papa Francesco e richiedono almeno il suo consenso, secondo quanto riferito, vogliono rendere questo divieto della Messa latina “il più ampio, definitivo e irreversibile possibile”. Rorate Caeli esorta le persone in tutti gli stati di vita a “impedire che il divieto diventi una misura concreta”.

LifeSiteNews ha ricevuto informazioni che indicano come data probabile per queste restrizioni previste il 16 luglio, anniversario dell’attuazione della Traditionis Custodes.

Il cardinale Raymond Burke ha recentemente sottolineato il fatto che la Traditionis Custodes si è in un certo senso ritorta contro, perché ha intensificato e moltiplicato l’attrazione per la Messa dei secoli. Il cardinale ha dichiarato:

Se l’intenzione dell’ultima legislazione Traditionis Custodes e degli altri documenti che l’hanno seguita era quella di scoraggiare o diminuire l’attrazione per la santa liturgia secondo l’Usus Antiquior, ha avuto, direi, l’effetto esattamente opposto”.

“Questo”, ha aggiunto, “non deve sorprendere. Bisogna pensare che una forma del rito romano che ha nutrito così profondamente e prodotto tanti santi, i santi dichiarati, anche diciamo i santi nascosti, non è possibile che questo rito venga cancellato, che venga eliminato dalla vita della Chiesa”.

Lo stesso Papa Benedetto XVI ha chiarito con il motu proprio Summorum Pontificum che la Messa in latino non è mai stata abolita e che nessun sacerdote ha bisogno del permesso del suo vescovo per offrirla, affermando: “Ciò che le generazioni precedenti ritenevano sacro, rimane sacro e grande anche per noi, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o addirittura considerato dannoso”.

Seguendo la Traditionis Custodes, il cardinale Burke ha affermato che la liturgia tradizionale non è qualcosa che può essere esclusa dalla “valida espressione della lex orandi”.

“Si tratta di una realtà oggettiva della grazia divina che non può essere cambiata da un semplice atto di volontà anche della più alta autorità ecclesiastica”, ha scritto il cardinale nel 2021.

In accordo con questa idea, lo studioso di liturgia Peter Kwasniewski ha scritto che i sacerdoti devono resistere ai tentativi di limitare la Messa in latino, anche attraverso la Traditionis Custodes e i Responsa ad dubia che l’accompagnano, “a prescindere da minacce o sanzioni”, poiché l’obbedienza a questi documenti minerebbe la missione stessa della Santa Chiesa Cattolica.

La Messa tradizionale appartiene alla parte più intima del bene comune della Chiesa. Limitarla, spingerla in ghetti e, infine, pianificare la sua scomparsa non può avere alcuna legittimità. Questa legge non è una legge della Chiesa perché, come dice San Tommaso [d’Aquino], una legge contro il bene comune non è una legge valida”, ha detto in un discorso durante la Conferenza sull’identità cattolica del 2021.

La vera obbedienza “è sempre obbedienza a DIO, sia immediatamente che mediatamente”, ha spiegato Kwasniewski. Pertanto, se un’autorità comanda qualcosa di contrario alla legge divina o naturale di Dio, “dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”, come dichiarato negli Atti degli Apostoli e affermato da Papa Leone XIII.

Kwasniewski ha sottolineato che “il culto liturgico tradizionale della Chiesa, la sua lex orandi (legge della preghiera)”, è una “fondamentale” “espressione della sua lex credendi (legge del credere), che non può essere contraddetta o abolita o pesantemente riscritta senza rifiutare la continuità guidata dallo Spirito della Chiesa cattolica nel suo complesso”.

Per sottolineare questo concetto, ha citato le solenni parole della bolla di San Pio V “Quo Primum che ha sottolineato “non è ‘solo un documento disciplinare’ che può essere facilmente accantonato o contraddetto dai suoi successori; È un documento de rebus fidei et morum, riguardante questioni di fede e di morale, e quindi non suscettibile di essere accantonato da un pontefice successivo” – cosa riconosciuta dai “suoi successori che, ogni volta che pubblicavano una nuova edizione del messale, si premuravano di precederla con Quo Primum, mostrando di accettare e far proprio ciò che Pio V aveva codificato e canonizzato”. “

Il Quo Primum afferma:

In virtù della Nostra autorità apostolica, concediamo e autorizziamo in perpetuo che, per il canto o la lettura della Messa in qualsiasi chiesa, questo Messale sia d’ora in poi seguito in modo assoluto, senza alcuno scrupolo di coscienza o timore di incorrere in pene, giudizi o censure, e possa essere usato liberamente e legittimamente. Né i superiori, gli amministratori, i canonici, i cappellani e gli altri sacerdoti secolari o religiosi, a qualsiasi titolo designati, sono obbligati a celebrare la Messa diversamente da come da Noi prescritto. Dichiariamo e ordiniamo inoltre… che il presente documento non può essere revocato o modificato, ma rimane sempre valido e conserva tutta la sua forza… Se qualcuno, tuttavia, presume di commettere un tale atto [cioè alterare il Quo Primum], deve sapere che incorrerà nell’ira di Dio Onnipotente e dei Beati Apostoli Pietro e Paolo.





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