Gotti Tedeschi Ettore
Di Redazione Blog di Sabino Paciolla, 29 Ottobre 2023
di Ettore Gotti Tedeschi
Mi riferisco all’articolo, qui pubblicato domenica 29 ottobre (quale commento al Vangelo), di don Alberto Strumia, sulla tentazione di professare un cristianesimo senza Cristo. Don Alberto, il cui pensiero è sempre illuminante, spiega che la tentazione in corso nella Chiesa è quella di proporre un “Umanitarismo” che rimpiazza la carità cristiana. Obiettivo si direbbe quello di unificare la cultura della Chiesa con quella del mondo per risolvere ogni conflitto, ecc. Don Alberto spiega che cercare di separare l’Amore verso Dio-Creatore da quello verso l’uomo-creatura non sta in piedi.
Non solo non sta in piedi, ma crea un rischio per la civiltà occidentale che è cristiana (anche se rinnegato). Con queste mie quattro righe vorrei solo far riflettere il lettore che la “posta in gioco “ oggi è non solo la Fede, ma la nostra millenaria Civiltà Occidentale Cristiana, dei cui effetti hanno goduto tutti, non solo i cristiani (e non vado oltre…). Vediamo di chiarire il significato dei termini (con una sintesi estrema).- “Umanità” è l’insieme dei caratteri che contraddistinguono la specie umana. – “Civiltà” è come l’Umanità vive questi caratteri in una epoca.
La cosiddetta vecchia Umanità (che qualcuno ricorda ancora, spero) si rifaceva alla Genesi, alle Leggi naturali, ai valori non negoziabili, ecc. La cosiddetta nuova Umanità si riconosce solo in leggi “scientifiche” tradotte in prassi. In pratica la nuova Umanità si emancipa dal “sacro” sostituendolo con lo “scientifico”, nega il Libero Arbitrio (fonte di tutti i problemi perché irrazionale e soggettivo) sostituendolo con ”determinismo scientifico”. Ciò necessariamente comporta (antropologicamente) la sostituzione della visione dell’essere umano da creatura figlia di Dio a bacillo evoluto e sfuggito alla stessa evoluzione. Ed essendo questa creatura-bacillo “cancro della natura” che violenta, depreda, sfrutta ininterrottamente, va (diciamo cosi) ridimensionata da ogni punto di vista. Da civiltà per l’uomo a civiltà per l’ambiente, forse non tutti hanno ben riflettuto su cosa significhi: senso della vita, da ricerca (con opere) della salvezza a protezione dell’ambiente, sacro …
Ora risulta evidente che se una Umanità produce una Civiltà, un’altra Umanità che si sente diversa, produrrà un’altra Civiltà. Se una Umanità crede in un Dio Creatore che ha dato senso alla Creazione, chiedendo alla creatura di dare senso alla propria vita, nasce la Civiltà (occidentale e cristiana). Se una Umanità nega un Creatore e si considera una schifezza vivente, farà nascere una civiltà confacente che influenzerà necessariamente la stessa Umanità. Come scrisse infatti il saggista francese Paul Bourget (1852-1935): "se non si vive come si pensa si finirà col pensare come si vive"...
Così oggi, tutti convinti e giulivi, concordiamo che aveva ragione centoventi anni fa il filosofo Frederic Nietzsche quando, profetizzando la fine della civiltà cristiana (perché “valle di lacrime”), affermava che ben presto "il peccato che prima era verso Dio, sarebbe diventato contro la Terra " e che l’uomo grazie al rinascimento scientifico sarebbe diventato il famoso “superuomo”.
E concludo dicendo che in tutti questi sconvolgenti passaggi “evolutivi”, notiamo che l’Autorità Morale si occupa nel suo magistero solo degli “effetti” anziché della “cause “, proponendo un magistero (talvolta utopistico) che pare essere utilitaristico, dove il bene è ciò che sembra esser utile. Magari senza chiedersi se è coerente con la vecchia, sorpassata dai tempi, evoluta culturalmente, carità cristiana. Sostituita presto da un algoritmo che produrrà benessere, uguaglianza, inclusione, sostenibilità, pace e letizia … Naturalmente se, e come, l’algoritmo ne calcolerà l’utilità.
Ettore Gotti Tedeschi è un economista.
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