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by Aldo Maria Valli
La foto parla da sola. Udienza generale del mercoledì. Piazza vuota. Solo poche decine di persone. Va bene, c’è la pioggia. Ma una volta, in caso di pioggia, la piazza diventava una distesa di ombrelli.
Il quadro è desolante, e i mass media vaticani, a partire dal centro televisivo, non sanno più come fare per nascondere il dato di fatto: nessuno va ad ascoltare Francesco. Si cerca di rimediare con immagini strette, anzi strettissime, un po’ come faceva la tv polacca con Giovanni Paolo II in visita in patria. Ma se nel caso della televisione polacca il problema era nascondere le folle che accorrevano da Wojtyła, in Vaticano il problema è opposto: nascondere i vuoti imbarazzanti.
Questo pontificato sta morendo così, d’inedia. Incominciato con tante speranze, si sta esaurendo nel disinteresse generale. Cose che succedono quando la Chiesa si mette a inseguire il mondo. Perché il mondo è sempre un passo avanti, e la Chiesa diventa semplicemente patetica quando pretende di andare a rimorchio.
Intanto nella basilica vaticana piove. Infiltrazioni un po’ ovunque, anche negli archivi. Certo, gestire un patrimonio così grande non è semplice, ma da tempo la manutenzione fa – letteralmente – acqua. Testimoni dicono che anche le pulizie lasciano a desiderare. In mancanza di celebrazioni papali, San Pietro assomiglia sempre di più a un museo in progressivo stato d’abbandono. E le cose non vanno meglio a Castel Gandolfo, dove il palazzo dei papi, non più utilizzato come residenza, è diventato a tutti gli effetti un museo e incomincia a soffrire di tutti i problemi tipici di questi luoghi (compreso un recente incendio).
Intanto i partecipanti al sinodo, riuniti attorno ai loro tavoli, discutono, discutono, discutono. Una specie di gran ballo delle parole sulla tolda del Titanic che affonda. Niente di male nel discutere, ci mancherebbe. Il problema è che i partecipanti sembrano muoversi su un altro pianeta rispetto alla realtà effettuale. La Chiesa agonizza, i fedeli scappano, le vocazioni spariscono, ma i sinodali vivono in un mondo tutto loro. Come tutti gli apparatčik, i funzionari di partito, appartengono a una casta chiusa, il cui unico scopo è la perpetuazione di se stessa.
Intanto esce un altro libro con un’altra intervista al papa. Intanto ci dicono che al sinodo si è pregato per migranti e rifugiati. Intanto si premurano di farci sapere che “alcuni poveri a Santa Marta hanno pranzato con il papa”. Le chiese hanno sempre bisogno di ritualità e questi sono i riti, stanchi, della morente “chiesa di Francesco”.
A.M.V.
by Aldo Maria Valli
La foto parla da sola. Udienza generale del mercoledì. Piazza vuota. Solo poche decine di persone. Va bene, c’è la pioggia. Ma una volta, in caso di pioggia, la piazza diventava una distesa di ombrelli.
Il quadro è desolante, e i mass media vaticani, a partire dal centro televisivo, non sanno più come fare per nascondere il dato di fatto: nessuno va ad ascoltare Francesco. Si cerca di rimediare con immagini strette, anzi strettissime, un po’ come faceva la tv polacca con Giovanni Paolo II in visita in patria. Ma se nel caso della televisione polacca il problema era nascondere le folle che accorrevano da Wojtyła, in Vaticano il problema è opposto: nascondere i vuoti imbarazzanti.
Questo pontificato sta morendo così, d’inedia. Incominciato con tante speranze, si sta esaurendo nel disinteresse generale. Cose che succedono quando la Chiesa si mette a inseguire il mondo. Perché il mondo è sempre un passo avanti, e la Chiesa diventa semplicemente patetica quando pretende di andare a rimorchio.
Intanto nella basilica vaticana piove. Infiltrazioni un po’ ovunque, anche negli archivi. Certo, gestire un patrimonio così grande non è semplice, ma da tempo la manutenzione fa – letteralmente – acqua. Testimoni dicono che anche le pulizie lasciano a desiderare. In mancanza di celebrazioni papali, San Pietro assomiglia sempre di più a un museo in progressivo stato d’abbandono. E le cose non vanno meglio a Castel Gandolfo, dove il palazzo dei papi, non più utilizzato come residenza, è diventato a tutti gli effetti un museo e incomincia a soffrire di tutti i problemi tipici di questi luoghi (compreso un recente incendio).
Intanto i partecipanti al sinodo, riuniti attorno ai loro tavoli, discutono, discutono, discutono. Una specie di gran ballo delle parole sulla tolda del Titanic che affonda. Niente di male nel discutere, ci mancherebbe. Il problema è che i partecipanti sembrano muoversi su un altro pianeta rispetto alla realtà effettuale. La Chiesa agonizza, i fedeli scappano, le vocazioni spariscono, ma i sinodali vivono in un mondo tutto loro. Come tutti gli apparatčik, i funzionari di partito, appartengono a una casta chiusa, il cui unico scopo è la perpetuazione di se stessa.
Intanto esce un altro libro con un’altra intervista al papa. Intanto ci dicono che al sinodo si è pregato per migranti e rifugiati. Intanto si premurano di farci sapere che “alcuni poveri a Santa Marta hanno pranzato con il papa”. Le chiese hanno sempre bisogno di ritualità e questi sono i riti, stanchi, della morente “chiesa di Francesco”.
A.M.V.
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