di Julio Loredo
Tutti ricordano l’Olocausto, cioè l’uccisione di sei milioni circa di ebrei per mano dei nazisti. Esiste la Giornata della memoria, il Museo dell’Olocausto, premi internazionali legati a questa memoria e una vastissima letteratura sull’argomento. Esistono perfino organismi dedicati alla “caccia” dei responsabili. Ma quanti hanno sentito parlare dello Holodomor? Pochi, forse quasi nessuno. Non se ne parla. Eppure ha fatto almeno un milione di vittime in più dell’Olocausto.
Si tratta dell’orrenda carestia degli anni ‘32‑‘33, artificialmente indotta dalle autorità sovietiche per sterminare la classe dei piccoli proprietari terrieri in Ucraina, e che provocò almeno sette milioni di vittime. Se n’è trattato nel corso del convegno Memento Gulag, tenutosi recentemente a Roma. Riproduciamo il comunicato stampa diffuso al riguardo dall’ambasciata dell’Ucraina in Italia in occasione del 70mo anniversario del tragico evento.
* * * * *
Quest’anno le comunità ucraina ed internazionale rendono omaggio, in occasione del 70mo anniversario, ai milioni di vittime del “Holodomor” – una vera e propria catastrofe subita dal popolo ucraino quando, per la prima volta nella storia dell’umanità, la confisca dei generi alimentari è stata consapevolmente utilizzata dallo Stato a fini politici, come arma di distruzione di massa della propria popolazione.
Nel lessico della lingua ucraina nacque infatti un nuovo vocabolo – “holodomor”, che non trova equivalenti in altre lingue e che indica appunto “assassinio di massa per fame” in seguito a carestia artificiale e pianificata.
L’Ucraina venne devastata nel XX secolo da due grandi carestie. La prima, interessando gran parte del Paese, inizia subito dopo la fine della guerra civile e la repressione della rivoluzione per l’indipendenza ucraina. Le sue cause ebbero, per la maggior parte, carattere oggettivo: la siccità del 1921, le conseguenze economiche della prima guerra mondiale e di quella civile, la gestione fallimentare del settore agricolo da parte del regime comunista da poco insediatosi al governo e, ultima ma non per importanza, la disparità nella distribuzione delle risorse alimentari, svolta dal potere centrale a favore dei centri industriali, principalmente di quelli fuori da territorio ucraino.
La carestia degli anni ‘32‑‘33 interessò le stesse regioni del Paese, in particolare quelle di Zaporizzhya, Donetsk, Dnipropetrovsk, Mykolayiv ed Odessa, però questa volta essa venne causata innanzitutto da fattori politici. L’obiettivo era di sterminare il folto ceto dei contadini‑imprenditori ucraini agiati ed indipendenti dallo Stato.
Lo sterminio di massa dei contadini ucraini attraverso la fame artificiale fu una consapevole forma di terrore politico contro la popolazione civile in seguito al quale vennero eliminate intere generazioni d’agricoltori, annientate le fondamenta sociale della nazione, le sue tradizioni secolari, la cultura spirituale, la sua identità.
Fonti documentali d’archivio testimoniano che la carestia degli anni ‘32‑‘33 non fu un fenomeno fisiologico, ma un’azione ideata e realizzata consapevolmente, visto che tutte le scorte di frumento e d’altri generi alimentari venero portati via dall’Ucraina nei centri industriali dell’URSS.
Conformemente alle disposizione del governo fu inoltre vietato ogni commercio dei prodotti alimentari nelle zone rurali, con severissime pene quali reclusioni superiori a dieci anni e fucilazione, nei villaggi che non erano riusciti ad adempiere con il piano stabilito dal Governo di consegna allo stesso dei prodotti agricoli.
Le conseguenze e le dimensioni del “Holodomor” testimoniano una globale catastrofe socio‑umanitaria non soltanto nella storia del popolo ucraino ma dell’intera umanità.
Gli storici ed i demografi dissentono tuttora sul numero esatto delle vittime. Tuttavia si potrebbe affermare che, tenendo conto delle stime del censimento nel 1937, la cifra più probabile dei morti per inedia e per i fenomeni relazionati con la stessa quali epidemie, cannibalismo, suicidi per disturbi psichici e sociali, ecc., superi i sette milioni.
Questa orrenda tragedia degli anni 1932‑1933, su cui i consoli dei paesi esteri a Kyiv, Odessa e Kharkiv informarono i propri governi, venne per molti decenni occultata in Ucraina e, addirittura, negata ufficialmente dalla classe dirigente dell’URSS nonostante il riconoscimento del “Holodomor” quale reale fatto storico da parte del Congresso degli USA, del Parlamento e del Governo del Canada e della Commissione Internazionale dei Giuristi.
Le sue cause, il carattere, le modalità dell’organizzazione e le dimensioni furono nascosti sia dalla comunità internazionale sia da alcune generazioni di nostri connazionali.
I dati statistici più esatti non sarebbero tuttavia in grado di rendere la profondità delle conseguenze socio‑economiche, politiche e psicologiche della carestia che portò addirittura al vergognoso fenomeno del cannibalismo.
È per queste ragioni che il nostro Paese ha proposto, in sede ONU, di fornire una valutazione della comunità internazionale sul “Holodomor” degli anni 1932‑1933 in Ucraina. Le istituzioni internazionali devono fornire un giudizio politico e giuridico su questo sterminio pianificato che non ebbe precedenti nella storia e che portò alla morte di milioni di persone innocenti.
Riconoscere il “Holodomor” quale atto di genocidio ha un significato di principio per la stabilizzazione dei rapporti socio‑politici nel nostro Paese ed è un fattore di ripristino della verità storica, di risanamento morale da un terribile shock provocato dalle purghe staliniane e dalle carestie.
Il ricordo di così dolorose esperienze deve aiutare l’odierna umanità a rigettare ogni forma di violenza e a crescere nel rispetto della dignità umana, salvaguardando i fondamentali diritti in essa radicati.
Fonte: Rivista Tradizione Famiglia Proprietà, Dicembre 2003.
Nessun commento:
Posta un commento