mercoledì 28 gennaio 2015

L’ aborto è il nuovo olocausto

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Federico Catani

L’ aborto ha fatto almeno 6 milioni di vittime, soltanto in Italia. Il 27 gennaio è la Giornata della Memoria. Quando si ricorda il genocidio degli ebrei per mano dei nazisti, la commemorazione offre ogni anno lo spunto per qualche riflessione sul valore della vita.

Per evitare di cadere nel retorico, nel banale e nel politicamente corretto, è opportuno trascorrere questo giorno riprendendo e meditando le parole di Papa Giovanni Paolo II. Si badi bene, qui non si tratta di discorsi confessionali e accettabili dai soli cattolici, ma di ragionamenti che ogni uomo e donna di buona volontà può condividere. E non si tratta nemmeno di argomentazioni estremiste e offensive, perché le ha fatte un Pontefice aperto al dialogo, che ha lottato contro ogni forma di violenza e oppressione. Oltretutto, ci si vuole riferire non a un testo magisteriale, ma ad un libro edito dalla laicissima Rizzoli e pubblicato nel 2005, proprio dieci anni fa: Memoria e Identità. 

Nel testo, dopo aver accennato agli orrori del nazismo e del comunismo, che hanno sconvolto il XX secolo (pensiamo ai gulag (1919 – 1989) e ai lager (1938 – 1945), Karol Wojtyla scrisse che, nonostante la caduta di quei regimi totalitari,“permane tuttavia lo sterminio legale degli esseri umani concepiti e non ancora nati. E questa volta si tratta di uno sterminio deciso addirittura da Parlamenti eletti democraticamente, nei quali ci si appella al progresso civile delle società e dell’intera umanità. Né mancano altre gravi forme di violazione della Legge di Dio. Penso, ad esempio, alle forti pressioni del Parlamento europeo perché le unioni omosessuali siano riconosciute come una forma alternativa di famiglia, a cui competerebbe anche il diritto di adozione. È lecito e anzi doveroso porsi la domanda se qui non operi ancora una nuova ideologia del male, forse più subdola e celata, che tenta di sfruttare, contro l’uomo e contro la famiglia, perfino i diritti dell’uomo”.

Con lucidità e chiarezza, Giovanni Paolo II affermò pure che la deriva morale in cui versa l’Occidente, e che si mostra attraverso “i divorzi, l’amore libero, l’aborto, l’anticoncezione, la lotta contro la vita nella fase iniziale come in quella del tramonto, la sua manipolazione”, agisce attraverso
enormi mezzi finanziari, non soltanto nelle singole nazioni, ma anche su scala mondiale. Può infatti disporre di grandi centri di potere economico, mediante i quali tenta di imporre le proprie condizioni ai Paesi in via di sviluppo. Dinanzi a tutto ciò, ci si può legittimamente domandare se non sia questa un’altra forma di totalitarismo, subdolamente celato sotto le apparenze della democrazia”.

Infine, prendendo come spunto l’ascesa al potere di Hitler (avvenuta democraticamente) e la realizzazione della “soluzione finale” per gli ebrei (permessa dal Parlamento tedesco che aveva conferito i pieni poteri al Führer), Giovanni Paolo II si interrogò sulle leggi abortiste attuali:
“Quando un parlamento autorizza l’interruzione della gravidanza, consentendo la soppressione del nascituro, commette un grave sopruso nei confronti di un essere umano innocente e privo, oltre tutto, di qualsiasi capacità di autodifesa. I parlamenti che approvano e promulgano simili leggi devono essere consapevoli di spingersi oltre le proprie competenze e di porsi in palese conflitto con la Legge di Dio e con la legge di natura”.

Crediamo non ci sia bisogno di alcun commento a queste asserzioni. Se crediamo realmente che l’aborto è l’omicidio di un innocente, non possiamo che sottoscrivere quel che ha scritto Giovanni Paolo II. Accostare l’aborto all’Olocausto non è irrispettoso né sacrilego, ma un’operazione salutare per le nostre coscienze intorpidite e inebetite dalla “cultura” dominante.








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